A Lucca Comics & Games 2019, in occasione di un evento serale organizzato da Panini Comics per il lancio di Mercy, abbiamo avuto la possibilità di intervistare Mirka Andolfo, già artista di Wonder Woman, Harley Quinn, Ms. Marvel e autrice di ControNatura e Sacro/Profano.

 

 

Con la disegnatrice napoletana abbiamo parlato dell’esordio del suo nuovo progetto (che verrà proposto anche in Francia e negli Stati Uniti), delle illustrazioni social di Paprika e della mascotte che ha disegnato per BadTaste.it!

 

Ciao, Mirka, e bentornata su BadTaste.it.
Hai iniziato con “Sacro/Profano”, poi è arrivato “ControNatura” e ora “Mercy”… sembra una lenta discesa negli inferi! L’umorismo è quasi scomparso: questo graduale abbandono della leggerezza è un processo voluto o casuale? Un racconto con queste atmosfere all’inizio della tua carriera ti sembrava troppo ambizioso e hai dunque aspettato per arrivarci un po’ alla volta?

Mercy vol. 1: La dama, il gelo e il diavolo, copertina di Mirka Andolfo

I miei progetti nascono sempre un po’ dal caso, e a me sembra giusto così. Disegno un personaggio principale, mi ci affeziono, c’è un periodo in cui mi chiudo attorno a esso e non faccio altro: ci penso sempre, lo disegno, immagino la sua storia…

“Mercy” è nato in un periodo in cui mi sentivo un po’ giù, nel quale guardavo molti film, serial, videogiochi a tema horror: mi ricordo che avevo visto “The Witch”, “Crimson Peak” (molto d’ispirazione per la protagonista) e “Bloodborne”.

In realtà sono un po’ stupita da questa tua osservazione, perché c’è un personaggio di “Mercy” che porta un po’ di ironia… però in generale credo tu abbia ragione. Forse è anche il genere narrativo che lo richiede. Ho pensato che inserire troppe gag lo avrebbe snaturato. È un tipo di umorismo diverso.

La scelta del genere può essere legata anche all’aver cominciato come colorista? Su questo fronte, “Mercy” sembra decisamente più impegnativo rispetto a un “Sacro/Profano”. Volevi dedicarti a qualcosa per cui alzare l’asticella?

Decisamente! Ci sono cose su cui ho giocato parecchio, alcune scene che considero psichedeliche. Effettivamente, ho fatto cose mai provate prima con i filtri, i livelli e i colori. Mi impongo di farlo con ogni nuovo progetto, così da sperimentare cose nuove. È come se ripartissi ogni volta da zero. È una sfida che mi diverte.

Sui social hai dimostrato in più occasioni un grande entusiasmo per le cosplayer dei tuoi personaggi. Ti capita di pensare a loro quando crei una nuova serie? Perché stavolta, con Lady Hellaine, gli hai reso il compito decisamente più arduo, rispetto ad Angelina e Leslie…

Sì, sicuramente! Conosco tantissime persone che sono appassionate di questo genere di abiti. Spero che non vedano l’ora di fare un costume ispirato a “Mercy”! Non ho ancora avuto il piacere di vederne, ma il giorno in cui accadrà sarò super-felice. Piangerò!

Qualche anno fa era stata annunciata una webserie in live action di “Sacro/Profano”, che però non è andata in porto. Per “Mercy” abbiamo visto un trailer dal vivo sul grande schermo; sembra che i tuoi progetti chiamino un simile adattamento. C’è qualcosa in ballo, attualmente? È capitato che qualcuno si interessasse a un titolo in particolare? E c’è un’opera su tutte che vorresti vedere adattata?

A me sembra una cosa abbastanza utopica. Se succedesse sarei iper-contenta, ma finora non c’è mai stata l’occasione di fare qualcosa, al di là di quel trailer, di cui sono orgogliosissima perché è di altissimo livello. Ringrazio a Grey Ladder e Arancia Studio, ma anche Panini che l’ha distribuito nei cinema.

Se mai dovesse succedere di andare in quella direzione sarei contentissima, ma è un mondo talmente estraneo per me… Di tutti i miei fumetti, forse Mercy è il più fattibile, avendo personaggi umani.

L’elemento che più mi è piaciuto di “Mercy” è il rapporto che si instaura tra le due protagoniste, anche se lo vediamo solo nel finale del volume: un’ottima promessa per il futuro. C’è qualche legame simile tra personaggi della narrativa o del cinema che ti ha ispirato?

Ti dico la verità, non mi viene in mente, ma riflettendoci… In “Babadook” c’è un rapporto molto strano tra un bambino e sua madre.

A me ha ricordato un po’ – anche se è un genere completamente diverso – il rapporto tra Sesshomaru e Rin in “Inu Yasha”.

Ohhh… sì, assolutamente! Molte cose che scrivo sono state assorbite inconsciamente. Ho amato “Inu Yasha”, quindi non è un caso, probabilmente.

Sui social hai iniziato a disegnare una serie di illustrazioni su “Paprika” che hanno avuto un’accoglienza incredibile da parte dei tuoi fan, con addirittura dei cosplay prima ancora che esistesse una pubblicazione. Ci puoi dire qualcosa sul futuro di questi due personaggi piccanti?

Sì, sono rimasta stupita da questa cosa. Io mi diverto molto a disegnarli. “Mercy” è molto cupo, quindi “Paprika” forse bilancia un po’: è il mio sfogo per uscire da quelle tenebre, ogni tanto. Sicuramente voglio lavorarci, ma non so ancora quando. Attualmente non ce la farei. In futuro, chissà?

Paprika Mirka Andolfo

L’illustrazione di “Paprika” che mi è piaciuta di più è quella in cui lei esce da una vasca, una fotografia che hai modificato. È una tecnica che pensi potrebbe funzionare in una sorta di fotoromanzo? Tra l’altro, questa commistione mi fa pensare alla polemica scaturita per la locandina di quest’anno di Lucca Comics & Games…

Mi fa molto piacere quello che dici. Va detto che non è assolutamente qualcosa che ho realizzato per cavalcare quella scia, tanto che avevo già fatto esperimenti simili ai tempi di “Sacro/Profano”, con foto di Angelina e Damiano in vacanza. Dato che “Paprika” è molto collegato a “Sacro/Profano”, ho pensato di provare a rifarlo oggi, avendo maturato più esperienza nel disegno.

Ero in vacanza a Santa Monica, c’era questo hotel con quella bellissima piscina e ho voluto sfruttare l’occasione. Secondo me potrebbe avere senso. Quella foto è piaciuta molto più di quanto mi aspettassi, quindi perché no? Però non so se ci farei un intero fumetto…

Tra l’altro ho lavorato tantissimo su quella foto: rispetto allo scatto originale, l’atmosfera è diversa… ci ho passato sopra delle ore! Anche un’immagine ritoccata di quel tipo va considerata un lavoro artistico, secondo me: non vedo niente di male a fare qualcosa di questo tipo.

Hai disegnato la mascotte di BadTaste.it, ma non l’abbiamo mai battezzata: In quanto sua creatrice, è arrivato il momento di farlo!

Oddio, quanta responsabilità! Ci penso un secondo… Visto che è un ragazzo cattivo, dico Bad Guy!

 

BadTaste.it, la t-shirt firmata da Mirka Andolfo