Frank Miller è alle prese con The Golden Child, il nuovo capitolo della saga nata nel 1986 con Il ritorno del Cavaliere Oscuro. Si tratta di una storia autoconclusiva che vede Carrie Kelley diventare definitivamente Batwoman ereditando il manto del proprio mentore.

A fare squadra con l’ex Robin, Jonathan Kent, figlio infante di Superman e Wonder Woman già apparso in Cavaliere Oscuro III: Razza suprema.

 

 

Durante una recente intervista, l’autore di 300 e Sin City ha risposto ad alcune domande in merito a questa storia disegnata da Rafael Grampá e pubblicata dalla DC Comics. Ecco le sue dichiarazioni più interessanti:

 

Miller – Jonathan si è evoluto parecchio da DK3. Ora è in sé, ma qualcosa sta per accadere. Il fatto che Lara, in quanto figlia di Superman, sia dotata di tutto il suo potere e la sua furia mentre Jon si presenti come un Buddha sospeso, dotato di tutta la saggezza di Krypton, è irresistibile. Ne Il ritorno del cavaliere oscuro, Carrie diventa di fatto la figlia di Batman. In Dark Knight 2, Lara è la sorprendente figlia di Superman. Nel terzo abbiamo assistito all’arrivo di Jonathan.

 

Il tutto per esplorare la relazione turbolenta tra Batman e Superman anche nell’epoca contemporanea dei comics, non tramite due anziani eroi ma grazie a figure che appartengono alla nuova generazione.

La domanda a cui Dark Knight Returns: The Golden Child vorrebbe rispondere è: Cosa accadrebbe se la figlia di Batman fosse responsabile di un essere potente come il figlio di Superman e Wonder Woman?

 

Dark Knight Returns: The Golden Child, copertina di Rafael Grampa

Miller – Devo dire che mi sto divertendo davvero molto. Sto giocando con il rapporto turbolento che ho affibbiato a Superman e Batman. In questa situazione, siamo quasi di fronte a un ribaltamento completo, perché Carrie è la tutrice di un bambino, di un infante che sta scoprendo il mondo e la vita solo ora: sta scoprendo cosa siano le persone attorno a lui. Nonostante sia un genio innato, deve mostrargli il mondo come farebbe una sorella maggiore… che però sa di avere a che fare con una bomba atomica in carne ed ossa. Ecco il potere che sta cercando di educare.

Ho un’idea molto precisa di quel che vorrei fare con Atom, ma ci sono anche molti altri eroi creati in maniera così spettacolare che ci sono un sacco di modi per reimmaginarli, e a cui nessuno ha mai pensato ancora. Non voglio fare troppi esempi, perché non vorrei anticipare le mie idee. Credo che però sia un’operazione molto interessante da condurre, e amo il fatto che una storia come Il ritorno del Cavaliere Oscuro, nata come la vicenda di un eroe che affronta l’anzianità, oggi produca quella di personaggi giovani che hanno tutto da imparare.

Mi piacerebbe dire di aver avuto tutto in mente, di averlo progettato, ma in realtà il finale della storia originale prevedeva che Batman morisse, prima che cambiassi idea. Quindi è piuttosto evidente che queste cose non si sono create sulla base di un piano, come spesso noi autori fingiamo che sia. Le storie nascono naturalmente, i personaggi iniziano a pretendere certe trame per loro, e spesso quando succede risultano decisamente migliori.

 

 

 

Fonte: ComicBook | Comic Book Resources