Dopo il malore che ha colpito il suo creatore Leiji Matsumoto, si torna a parlare del più celebre pirata dello spazio, Capitan Harlock, e della statua a lui dedicata presso la fermata della metropolitana di Izumi, nella prefettura di Osaka.

La riproduzione del personaggio in plastica rinforzata è stata oggetto di atti vandalici,ed è stata ritrovata a terra con le caviglie spazzate. Non è stato possibile risalire alle dinamiche dell’incidente a causa della mancanza di telecamere di sicurezza nel punto in cui la statua è posta.

Alto circa due metri, il monumento è stato inaugurato lo scorso marzo. Le due spade che impugna il pirata si riferiscono al fatto che presso il Kuboso Memorial Museum, il museo della città di Izumi, sono presenti dei dipinti rappresentanti il militare e scrittore Musashi Miyamoto, considerato il più grande spadaccino della storia del Giappone.

Non sarebbe la prima volta che la statua viene vandalizzata: nel corso degli ultimi mesi le sue dita sono state danneggiate già sette volte, mentre ad aprile la spada retta dalla mano destra è stata piegata. Lo scorso agosto, la cittadinanza si è rivolta alla polizia denunciando l’accaduto, e attualmente è in progetto lo spostamento della raffigurazione in un luogo più protetto.

 

 

Capitan Harlock è stato pubblicato in Giappone dal 1977 al 1979 dall’editore Akita Shoten. Dal manga è stata tratta una serie animata per la Televisione prodotta da Toei Animation e diretta da Rintaro. Il famoso pirata dello spazio è stato inoltre protagonista di altre serie e lungometraggi animati ed è apparso in altre opere di Matsumoto, come Galaxy Express 999.

Il maestro è stato colto da un malore lo scorso 15 novembre, mentre si trovava nel nostro Paese in occasione di una serie di eventi organizzati dall’Associazione Italiana Leiji Matsumoto per celebrare i quarant’anni della sua opera più celebre.

Il manga di Capitan Harlock e la serie attualmente in corso Captain Harlock – Dimension Voyage, disegnata da Kouiti Shimaboshi, sono disponibili in Italia sotto le insegne di Goen.

 

 

 

Fonti: Leiji News | Asahi Shinbun