Batman: White Knight Presents Von Freeze è lo speciale che lo scorso 20 novembre la DC Comics ha proposto sulla figura del Mister Freeze alternativo dell’universo del Cavaliere Bianco.

Sean Murphy ai testi e una leggenda vivente come Klaus Janson alle matite hanno dato vita a una storia che si addentra nell’infanzia del villain, esplorando le sue radici. Un padre nazista che ha lasciato il segno e un percorso non semplice hanno portato Fries essere quel che è oggi.

Newsarama ha intervistato in merito questo team creativo d’eccezione.

 

Batman: White Knight Presents Von Freeze #1, copertina di Sean Gordon Murphy

Murphy – Sono sempre stato un grande fan di Mister Freeze, perché di tutti i nemici di Batman è quello che mi ha sempre dato l’idea di desiderare fortemente di essere cattivo. Perciò, quando ho messo assieme la trama di Cavaliere Bianco, ho creato il passato del personaggio basato sulla storia del Barone Von Braun, che ha dato vita al programma sui razzi a propulsione qui negli Stati Uniti, dopo la Seconda Guerra Mondiale. Sfortunatamente, non avevo abbastanza spazio per raccontarlo nella storia originale, quindi il mio editor e io abbiamo pensato a uno spin-off, per non congestionare la prima miniserie.

Klaus Janson è un ottimo amico ed è stato un mito della mia giovinezza. Ovviamente, il suo lavoro su Il ritorno del Cavaliere Oscuro è leggendario. Credo che condividiamo la stessa sensibilità. So che non abbiamo stili di disegno simili, ma siamo nella stessa atmosfera visiva, diciamo. Pertanto, chi è abituato alle mie matite per Cavaliere Bianco dovrebbe trovare facile la transizione a Klaus. Penso che la sensazione visiva sarà molto simile e coerente con l’universo narrativo.

Ho scritto questa storia come un dramma in due parti, fortemente imperniato su un flashback. Ma spero che alla fine sarà chiaro come questa fetta di trama si connetta a Batman e al resto del progetto Cavaliere Bianco.

Janson – Un tempo, Sean viveva a Brooklyn e io a Manhattan. Quando lui ha iniziato a realizzare Batman: Cavaliere Bianco, la prima miniserie, lo venni a sapere perché eravamo amici. Lui me ne parlava e io gli davo il tormento. Quindi sono entrato a contatto in questo modo con la sua versione di Batman. Abbiamo sempre voluto lavorare assieme e se n’é parlato per un sacco di tempo. Sono un grande ammiratore del suo lavoro e penso che la cosa sia reciproca, perciò quando si è creata l’opportunità sono salito a bordo al volo. Abbiamo iniziato a discuterne mentre lui stava cominciando a lavorare al secondo arco narrativo, Curse of the White Knight.

Murphy – Freeze è il figlio di un uomo che ha fatto un sacco di cose orrende durante la Seconda Guerra Mondiale, ma suo padre non era solo malvagio. Lavorava da vicino con il suo socio in affari ebreo e, fino a un certo punto, è stato un suo grande amico. Ma gli eventi del conflitto hanno spezzato il loro rapporto e le loro famiglie.

Volevo raccontare una storia in cui il cattivo non fosse ritratto in maniera manichea, ma avesse delle caratteristiche di redenzione. Verso la fine, vediamo il padre di Victor Fries prendere delle decisioni assennate, decidere di sistemare la situazione che ha creato. Il che ci lascia con una certa impressione di lui. Sarà sempre messo in difficoltà dal proprio passato, se ne vergognerà, ma le sue malefatte gli hanno anche permesso di dar vita a una tecnologia incredibile che intende usare in medicina, per fare del bene. Spera di trovare perdono diventando un ricercatore in campo medico, non un criminale.

 

Nella storia vediamo Mister Freeze nascere sia dal punto di vista psicologico che scientifico. Janson si dice attratto da questa trama perché racconta di rapporti familiari profondi, l’infanzia del personaggio e il modo in cui l’ha forgiato. I disegni ne sono profondamente influenzati, in modo da risultare fortemente espressivi. Persino la distanza tra i personaggi sulla pagina è determinante nel dare un’idea dei rapporti fra loro.

 

Janson – Oggi utilizzo anche il disegno digitale, e questo è il lavoro in cui ne ho fatto l’uso maggiore. Sono da sempre competitivo come artista, e non voglio dormire sugli allori, anche se ormai sono quasi cinquanta gli anni di carriera. Dovevo assolutamente apprendere gli strumenti del disegno digitale, e ci ho passato un’estate e oltre, imparando a usare la Cintiq e tutti i trucchi del mestiere. Ne sono davvero felice, perché questo progetto mi ha dato modo di mettere la cosa a frutto.

 

Janson utilizza il digitale dopo aver disegnato e inchiostrato tradizionalmente le tavole, per poi scansionarle e giocare con gli effetti. Lavorare con strumenti così potenti, gli ha messo in animo ancora più rispetto per i grandi del passato, che sono riusciti a realizzare disegni impressionanti con molto meno. Wally Wood, Steve Ditko e molti altri non avevano la possibilità di zoomare sui volti e lavorare su dettagli minuscoli, ma li rendevano comunque estremamente espressivi.

 

Murphy – Ho scritto questa storia come se fosse un film raccontato a fumetti. Non volevo che fosse necessario aver letto molto altro per comprenderla. Qui siamo un po’ in un mondo parallelo, facciamo una specie di reinvenzione del personaggio che non necessita di settant’anni di storie precedenti. Ho cercato di rendere il progetto molto accessibile anche a chi non è un fan di Batman.

Credo che il successo di Cavaliere Bianco dipenda anche da questo. La DC realizza grandi storie di Batman molto legate alla continuity, a cui molti lettori sono strettamente legati, ma credo che tenere a mente che non tutti sono appassionati di vecchia data sia molto importante. Così come guardano a occhi spalancati un nuovo film su Batman, alcuni aspettano nuovi fumetti che siano rivolti anche a loro.

 

 

 

Fonte: Newsarama