Tini Howard e Marcus To hanno un compito non semplice, nei panni di sceneggiatrice e disegnatore di Excalibur: riportare in auge uno dei super gruppi mutanti più amati di sempre e non sfigurare di fronte a cicli di storie che sono rimasti potentemente e meritatamente nei cuori dei fan della Marvel.

Excalibur non è un team come gli altri, e questa nuova versione targata Dawn of X dovrà darsi da fare per ottenere giustizia di fronte ai ricordi e alla storia.

Ecco cos’hanno dichiarato i due, all’indomani del New York Comic Con 2019:

 

Excalibur #1, copertina di Mahmud Asrar

Howard – Sarà banale, ma sono convinta che il mio compito sia quello di rivisitare i classici e raccontare una storia nuova contemporaneamente. Sarebbe impossibile costruire qualcosa di soddisfacente senza consapevolezza di quel che è venuto prima. Credo che House of X e Powers of X ce l’abbiano insegnato, se già non lo sapevamo. La combinazione di un atteggiamento del tutto nuovo in presenza del passato dei personaggi è la sua chiave. E sono assolutamente entusiasta di poter fare lo stesso su Excalibur.

To – Non ero un lettore dei cicli originali, ma l’era di Pete Wisdom e Kitty Pryde come coppia, con Colosso che stava per tornare dopo aver lasciato gli Accoliti, era la mia. Non avevo troppi soldi in tasca quando ero ragazzino, quindi ne compravo uno ogni tanto. Quelli in cui c’erano dei personaggi che conoscevo bene, tipo Colosso o Ciclope, di solito. Leggevo molto a macchia da piccolo, e solo più tardi ho avuto modo di recuperare tutta la saga. Ma ho sempre amato Excalibur perché era divertente. Si potevano fare un sacco di cose sulle sue pagine.

Howard – Avere per le mani Rogue, Jubilee, Apocalisse e gli altri protagonisti è una gioia. Ho appena finito il sesto numero e sono scioccata da quanto questi personaggi siano arrivati lontano. A qualcuno sembrerà un gruppo male assortito, ma per me che passo così tanto tempo con ognuno di loro sono fortissimamente interconnessi. A volte mi sembra di fare il lavoro di un giocoliere e ho l’impressione di poter scrivere una serie in solitaria per ognuno di loro, ma è così che va con le serie di gruppo.

 

To ha riprogettato e personalizzato il look di ciascun personaggio, come potete vedere negli studi che vi mostriamo in gallery. Ovviamente, Elizabeth Braddock, recentemente tornata nel proprio corpo originale, è quella che ha subito i cambiamenti principali, anche perché la troviamo nei panni e nel ruolo di Capitan Bretagna, un tempo del fratello.

Per il resto, To ha cercato di mantenere soprattutto i colori caratteristici dei personaggi: verde per Rictor, giallo e rosa per Jubilee, viola e nero per Gambit. Rogue, in particolare, torna alla sua uniforme anni Novanta – che non vedevamo da tempo – almeno per i primi numeri della serie.

 

Excalibur #3, copertina di Mahmud Asrar

Howard – Non ho mai trovato i temi mistici e la magia qualcosa di anestetico per una storia di super eroi. Credo che funzionino tanto bene quanto la fantascienza e che sia sempre un modo per parlare di quel che non conosciamo. Si tratta di un’ottima maniera per trattare temi che non capiamo nelle vita reale, come la consapevolezza di sé, la connessione tra le persone. Di solito leggo molta più fantascienza rispetto al fantasy, e credo che si veda nel modo in cui utilizzo la magia nelle trame: non è qualcosa che usiamo per ottenere uno scopo, ma una parte naturale della cultura dei popoli.

Io e Leah Williams, sceneggiatrice di X-Tremists, abbiamo parlato molto del personaggio di Betsy. Concordiamo sul fatto che non ha solo un rapporto complicato con il proprio corpo per ragioni evidenti, ma anche per altre, le stesse che occorrono spesso a tutte le donne. Betsy è stata manipolata dalle persone che avevano potere su di lei, è stata ingannata, messa in disparte, ha avuto un sacco di relazioni complicatissime. Il fatto di essere una donna e di essere convinta che un corpo diverso le risolverebbe parecchi problemi è qualcosa con cui molte ragazze possono identificarsi, anche se è sbagliato per molti motivi.

Il fatto che sia una donna caucasica che ha vissuto per anni nel corpo di un’asiatica aumenta la complessità delle cose, per di più passando del tempo come oggetto del desiderio e strumento in mano a un uomo. Betsy si porta dietro sensi di colpa giustamente propri e altri che non le appartengono, che non dovrebbe sentirsi addosso ma che la toccano perché gli uomini che ne sono colpevoli non vogliono farsene carico. Ci sono un sacco di cose da dire sul suo personaggio.

To – Disegnarla è grandioso. Credo che abbia un sacco di carisma e che stia passando un momento importantissimo della sua vita. In molti momenti, la vedremo cercare di capire cosa significhino per lei i suoi poteri psichici in questo periodo.

 

 

 

Fonte: Aitp!