Il fumettista croato Stjepan Šejić risponde alle domande di Nerdist su Harleen, la nuova miniserie DC Comics targata Black Label volta a rivisitare le origini di Harley Quinn per un pubblico adulto.

Il primo numero del progetto è uscito ieri negli Stati Uniti e introduce i lettori a una storia che appare come una versione distorta della fiaba La Bella e la Bestia:

 

Harleen #1, copertina di Stjepan Seijc

Harleen ha preso le mosse, un po’ come tutti i miei fumetti, come una storia di esplorazione dei personaggi. Mi piace realizzare queste strip brevi e queste immagini in cui cerco di riassumere l’identità centrale di un personaggio, quello che secondo me è il suo nucleo. Le due principali colonne di ogni storia sono la narrazione e i protagonisti. Come dicevo, Harleen è nato come esplorazione, che poi con il tempo ha preso la forma di una vicenda vera e propria. Una volta che ho capito quale storia volessi raccontare su Harley, ho deciso di scrivere un soggetto. Ho contattato il mio editor, Andy Khouri, e gli ho chiesto a chi avrei dovuto proporlo. Mi disse di mandarglielo, rimase impressionato e si disse interessato. Da lì è cominciato tutto.

L’idea di base è una storia in tre atti, ognuno composto di tre numeri. Il primo atto si svolge ad Arkham, il secondo vede l’interazione tra Harley e Joker, il terzo li vede separarsi per decisione di lei, che lo lascia con l’aiuto di Poison Ivy. Tutti questi archi narrativi sono intrecciati, ma ognuno ha anche una sua indipendenza, con tre finali perfetti per chiudere la storia.

Harleen parla della nascita di un cattivo, di qualcuno che voleva essere una brava persona, ma ha finito col prendere decisioni terribili ed è caduto dal paradiso. Parla di Gotham, a suo modo, e di come la città abbia una specie di atmosfera che tende a creare mostri. Una delle idee centrali della storia riguarda questa sorta di follia innata di Gotham. Non che sia qualcosa di paranormale, semplicemente la gente pare sentirla nell’aria e subirla. Ecco perché l’Arkham Asylum è giustamente un simbolo della città. La storia di Harleen riguarda quindi una villain, non sono qui per giustificarla e non chiedo al pubblico di parteggiare per lei, ma, se avrò fatto bene il mio lavoro, la sua vicenda vi coinvolgerà moltissimo.

 

Sejic descrive la storia tra Joker e Harley Quinn che ha raccontato come una relazione destinata a fallire, ma presentata dalla miniserie come potenzialmente funzionale. Far credere al pubblico che forse c’è una speranza per loro è fondamentale, che lei possa davvero aiutare il folle per eccellenza a recuperare parte della propria umanità. I lettori saranno però informati anche delle parti più oscure dell’anima dei due protagonisti, e il fato si abbatterà sul loro amore, implacabile.

 

Harleen #1, variant cover di Stjepan Seijc

Alla fine, la loro è una storia stile La Bella e la Bestia, un vecchio archetipo di storia d’amore con alcune variazioni all’interno. Nella maggior parte delle versioni, la Bella aiuta la Bestia a tornare umana, o se vogliamo un multimiliardario con la passione per il bondage, per citarne una recente. Ma è sempre una questione di assistenza e recupero dell’umanità. In questo caso, le cose non vanno così. La Bestia trascina la Bella in una tenebra sempre più profonda e quest’ultima si fa crescere i propri artigli.

La storia è quasi un body horror che vede una protagonista perfettamente in grado di capire che quel che sta facendo è sbagliato, irrevocabilmente malvagio, ma continua a fabbricarsi giustificazioni, perché per natura vive in stato di dipendenza. Non fraintendete: la relazione tra Harley Quinn e Joker è un fatto di dipendenza reciproca e assuefazione. In lei c’è lucidità mentale. Harley capisce quel che fa, rimane sempre una psichiatra per mentalità, ma c’è qualcun altro al timone, ormai. E lei lo sa. Si tratta di una natura terrificante, che ti spinge a fare cose orribili nella vita. Sai cos’è, ma continui a trovare nuovi modi, nuove strade per giustificarla a te stessa. Il che è spaventoso e potente.

Per lei, Batman è un mostro, spaventoso quanto il Joker. Uno degli aspetti delle storie di Batman è che siamo abituati a vedere il mondo con i suoi occhi, molto meno a guardarlo dal punto di vista di chi non vuole assolutamente avere a che fare con lui, che non lo vuole nella propria vita, di chi alla fine viene preso a calci e va a casa con le ossa rotte. Per qualcuno che ha paura di lui, questa idea di vederlo come un mostro è qualcosa che rimane incollato alla mente. Sicuramente succede ad Harley Quinn.

 

Il secondo albo di Harleen sarà un pugno nello stomaco, secondo l’autore, spezzerà le gambe a tutti quanti. Chi conosce Sunstone (Panini Comics), una delle sue opere del passato, si prepari: se già quella storia ospitava un finale tostissimo, Seijc crede di aver portato le cose a un livello superiore con quello di questa miniserie.

 

 

 

Fonte: Nerdist