Brian M. Bendis torna a parlare di Event Leviathan, la miniserie-evento scaturita dalle pagine di Action Comics che sta rivoluzionando e ristrutturando in maniera radicale tutta l’organizzazione del sottobosco di organizzazioni spionistiche malvagie della DC Comics. La storia è ormai giunta al quarto numero, ovviamente per i disegni del sodale Alex Maleev.

Bendis ha risposto ad alcune domande sullo stato attuale delle trame:

 

Superman: Leviathan Rising Special #1, copertina di Yanick Paquette

Due anni fa sono stato alla CIA per tenere una conferenza, invitato assieme a Sana Amanat, editor della Marvel, su quel che stavamo facendo in quel periodo riguardo alla cultura popolare e al modo in cui essa influenza il lavoro di una agenzia di spionaggio. Molto interessante. Due viaggi alla sede di Langley, uno per fare un po’ di pubbliche relazioni e incontrare le persone con cui avrei lavorato. In entrambi i casi, parecchi tour, chiacchiere e ricerca. Certo, mi è tornato utile per scrivere questa storia, ma anche per le trame di Cover. Molti elementi sono figli di quell’esperienza. Si accede a un certo tipo di atmosfera quando si entra a Langley, e so di altri scrittori che hanno avuto la stessa opportunità. Un posto unico, che appartiene a un universo completamente diverso da quello in cui viviamo. Ci si rende conto della realtà di alcune storie che abbiamo scritto noi stessi in passato.

Il personaggio che non vedevo l’ora di mostrare ai lettori? Quello che compare nell’ultima pagina del numero #4. Quando abbiamo annunciato chi sarebbero state le stelle della serie, la gente era giustamente dispiaciuta, perché certi detective non erano sul proscenio. Non sapevano che avevo dei piani importanti per loro e che sarebbero entrati in gioco in un secondo tempo, ma non potevo ancora svelare il mistero. Quindi ero ansioso di mostrare che Elongated Man, Zatanna e Hellblazer e tutti gli altri erano presenti nella storia, e che uno dei nostri personaggi era abbastanza intelligente da fare in modo che anche loro fossero coinvolti. Un momento davvero, davvero entusiasmante.

Il personaggio di Harley Bullock è uno di quelli che alla DC tutti volevano vedere disegnato da Alex Maleev. Si ha l’impressione che lo disegni da sempre, e probabilmente lo ha fatto su Terra di nessuno. Ogni personaggio presente in Leviathan è qualcuno su cui volevo disperatamente mettere le mani e che non avrei mai avuto sulle altre testate che sto scrivendo. Li abbiamo scelti uno per uno proprio per i contenuti che portano alla storia e per quel che poteva offrire loro.

 

Superman è una componente importantissima della vicenda, e Bendis ha parlato delle sue caratteristiche: potere e responsabilità sopra ogni altra. L’Uomo d’Acciaio è la personificazione definitiva di queste due caratteristiche, paragonabile a Spider-Man, che ne è la versione sostanzialmente giovanile, da questo punto di vista. Oggi, da padre e da persona decisamente adulta, lo sceneggiatore ammette di riconoscersi molto nel genere di responsabilità che Superman incarna.

 

Aspettatevi grandi sviluppi per Lois Lane, che è maestra nel giornalismo investigativo. Potrebbe essere la migliore dell’Universo DC e certamente noi la scriviamo con questa idea. Non lo è perché conosce Superman e Batman: siccome lo è, Superman e Batman le girano attorno. E la caratteristica speciale è che è cresciuta con un padre generale dell’esercito e custode di grandi segreti militari. Credo che sia proprio per questo che ha acquisito la sua mentalità. Ha lo stesso sguardo sulle cose che aveva suo padre, un punto di vista diverso dagli altri. Forse sarà proprio lei a risolvere i misteri della nostra storia.

 

Lois è inoltre coinvolta personalmente da un rapporto particolare con il villain di Event Leviathan, il che avrà riflessi importanti sulle trame della sua serie personale, in mano a Greg Rucka. Quest’ultimo funge da ispirazione per Brian M. Bendis, quando scrive un certo personaggio della miniserie:

 

Greg e Question sono la stessa persona, per quanto mi riguarda. Se conoscete Greg, sapete perché scriva il personaggio di Question così spesso: è lui. Dopo tutto quello che io e Greg abbiamo passato assieme, da amici, dire questa cosa per me è una grande gioia. So che è strano da dire, ma ho osservato Greg incarnare Question per vent’anni e non vedevo l’ora di dirlo, anche su una storia a fumetti.

Sapevo da sempre che, nella mia gestione del personaggio, la serie Superman sarebbe stata quella dai temi galattici e dall’eroismo cosmico. Portare invece un po’ di mistero e oscurità sulle pagine di Action Comics è stato intrigante, in modo da permettere a Clark di rimestare nel torbido. Non ombre alla Gotham, ma tenebre che andassero bene per la serie e che avessero bisogno più del signor Kent che di Superman. Una sfida per me e una anche per il personaggio. Con il tempo, mi sono sorpreso io stesso di quanto Action Comics potesse essere adatta al genere noir.

 

Event Leviathan ha visto la comparsa del nuovo personaggio creato da Bendis, Naomi. Lo sceneggiatore non nasconde di apprezzare moltissimo il fatto che una grande storyline come questa tocchi tante componenti di un universo narrativo condiviso, ponendo le basi per sviluppi ancora da comprendere.

 

Event Leviathan #2, copertina di Alex Maleev

La logica secondo cui i personaggi possono collidere tra loro è una delle lezioni più preziose che ho appreso da Stan Lee, crescendo. Se una giovane donna ha appena appreso di avere super poteri, perché non dovrebbe pensare immediatamente di andare a cercare Superman? Vederla compromettersi con la storia di Clark è una cosa naturale, che rispecchia il modo in cui il mondo funziona e credo che sia la dimostrazione del perché alla gente piaccia un sacco la continuity: perché è così che dovrebbero andare le cose.

Le cose stanno davvero montando in Event Leviathan, come avete capito dal numero #4. Superman è finalmente sulla scena, i detective che mancavano sono qui. Questi hanno una nuova prospettiva sulla storia da condividere, e la vedremo dispiegarsi molto in fretta. Quando arrivi a una certa parte della struttura della storia, da scrittore sai che ti restano solo alcune possibili buone risposte agli interrogativi che hai posto. E poi ci sono un sacco di altre risposte pessime, non convincenti. D’altra parte, ci sono migliaia di lettori online che fanno le loro ipotesi. Qualcuno, chiaramente, ci azzecca e qualcuno no. Ma le ipotesi non si fermano mai.

La paura dello scrittore, quando nessuno risolve il mistero, è di averlo costruito male, troppo difficile da decifrare. O, al contrario, uno troppo facile, perché tutti ci prendono. Sono felice di annunciare che, dall’osservatorio del mio account di Twitter, il mistero è stato decifrato, ma non da molti. Solo un paio di persone hanno davvero capito dove sto andando a parare e questo mi conforta sul segreto dell’identità di Leviathan.

 

La scheggia impazzita di Event Leviathan? Secondo Bendis si tratta di Damian Wayne, strettamente legato alla vicenda e alla sua soluzione, in quanto figlio di Talia al Ghul. Mentre allo stato attuale è Batgirl ad avere più elementi di chiunque altro a disposizione. Sarà fondamentale per capire chi davvero sia Leviathan.

In chiusura, Bendis ha risposto a una domanda sui suoi progetti riguardo la Legione dei Super-Eroi, accludendo un dettaglio che ci fa capire quanto Event Leviathan sia importante per lui e, potenzialmente, per l’intero Universo DC. Nel capitolo di Millennium – miniserie che introduce al pubblico la nuova Legione – che vede protagonista Kamandi è presente un dialogo su Leviathan. Ed è pure portatore di un indizio molto importante, a sua detta…

 

 

Fonte: Comic Book Resources