House of X #2 è uscito negli Stati Uniti ormai da due settimane. Se non temete gli SPOILER, vi abbiamo parlato dell’importanza di questo albo nell’economia delle storie di Jonathan Hickman volte a rilanciare gli X-Men.

 

 

Tra gli elementi più interessanti che lo sceneggiatore di Secret Wars ha introdotto nella miniserie e nella gemella Powers of X, gli apparati testuali, le infografiche e in generale i dati forniti al di fuori delle tavole di Pepe Larraz e R.B. Silva.

Della loro importanza per la costruzione del nuovo mondo dei mutanti Marvel, o se preferite per l’evoluzione e gli sviluppi di quello vecchio, lo scrittore ha parlato sulle pagine di Entertainment Weekly:

 

House of X #2, copertina di Pepe Larraz

Sin dalla mia prima storia in assoluto ho sempre giocato con l’idea di quel che è narrazione e quel che non lo è. Se la narrazione di un fumetto è costituita dalle tavole e dalle parole che contiene, allora il design grafico ne è una parte integrante. Molto semplicemente, con Black Monday ho cercato un nuovo modo di raccontare qualcosa.

La ragione per cui mi piace inserire testi o pagine di dati è che cambia il modo in cui si legge una storia, nel senso che varia il tempo necessario per leggere una pagina. Anche se scrivi un fumetto molto verboso o molto denso, c’è un limite al tempo che si può dedicare a ogni tavola, e bisogna considerare la percezione di quanto si rimanga su una pagina di un fumetto, normalmente. Quando si comincia a mescolare queste pagine con altri elementi che necessitano di più tempo o contenuti che si decifrano più lentamente, si cambiano le meccaniche di lettura delle persone, si esercita un controllo molto più preciso sull’esperienza di lettura di un fumetto.

Il che è davvero importantissimo, perché oggigiorno la gente consuma una quantità di prodotti di cultura pop pazzesca. Non è come quando ero ragazzino, quando si risparmiavano soldi per comprare i fumetti oppure si passava una settimana intera in attesa della prossima puntata di Supercar. Tutto è diverso e le cose sono iper-compresse, i contenuti densissimi.

“Non voglio che qualcuno spenda quattro dollari per un albo e poi lo legga in cinque minuti.”Adattandoci a questo stato di cose, dato che l’industria dei comics deve mantenere una certa rapidità, ci siamo omologati sempre più, nel produrre i nostri contenuti. Quel che ci troviamo in mano di solito sono albi da venti pagine prodotti e confezionati tutti nello stesso modo, con lo stesso ritmo nelle pagine. Così facendo, abbiamo insegnato al pubblico che un fumetto si legge con una certa cadenza e in un certo quantitativo tempo.

Ogni volta che si spezza questa norma, si stimola una parte nuova del cervello del lettore, lo si costringe a fare più fatica. Cosa che rende la lettura più efficace, per il semplice motivo che è diversa dal solito. Se si riesce a farne anche un’ottima esperienza, magari appassionante, non si vince solo la battaglia, ma l’intera guerra.

Quel che mi chiedo sempre è se i miei fumetti siano o meno una figata. E questo mi consente di barare un po’, narrativamente. Posso certamente raccontare in maniera più cinematografica, per esempio, se questo non significa privare il lettore di informazioni che stanno nelle pagine intermedie. Il fatto è che non voglio che qualcuno spenda quattro dollari per un albo e poi lo legga in cinque minuti.

 

Ebbene no. Sin qui, gli albi di Powers of X e House of X richiedono ben più di cinque minuti per essere letti, come vi abbiamo raccontato non in una recensione, ma ben in due. Possiamo attestare che molto va perduto, se non si presta attenzione al lavoro che Hickman sta facendo nelle pagine di non-Fumetto delle sue storie, e siamo convinti che il fascino di queste ne risulti notevolmente accresciuto.

Questo stilema sopravvivrà al termine delle due miniserie introduttive, nel passaggio a quelle regolari? Staremo a vedere. Hickman non è tipo da fossilizzarsi o ripetersi spesso. Forse vedremo una nuova e differente narrazione non convenzionale, nelle storie a venire?

 

 

 

Fonte: Entertainment Weekly