La mangaka Bisco Hatori è stata ospite dell’Anime Expo, tenutosi a Los Angeles dal 4 al 7 luglio scorsi, e in quella cornice le è stato chiesto di parlare della sua opera più famosa: Host Club – Amore in affitto.

Host Club è stato serializzato dal settembre 2002 al novembre 2010 su LaLa, rivista edita da Hakusensha, e ha riscosso un notevole successo tra i lettori del genere shojo, anche grazie all’adattamento animato per la Televisione, andato in onda nel 2006.

L’opera, pur essendo una storia a target principalmente femminile e incentrata sul romanticismo, perfettamente in linea con i canoni, è riuscita però a distinguersi tra i vari titoli affini, grazie soprattutto alla grande ironia che la caratterizza.

È stato dunque chiesto all’autrice, partendo dall’esempio dei due iconici gemelli Hikaru e Kaoru Hitachiin, cosa l’abbia spinta a ironizzare su alcuni stereotipi del genere shojo:

 

Nella mia serie ci sono numerosi stereotipi tipici del manga shojo. Ho fatto riferimento a essi… ma allo stesso tempo ho introdotto qualcosa di nuovo. In questo modo sono riuscita ad accontentare i fan dello shojo più classico, ma ho inserito anche elementi che erano innovativi per il genere, accattivanti per i nuovi lettori, che cercano un certo tipo di tensione tra i personaggi.

 

La serie è incentrata sulle vicende di una ragazza, Haruhi, che frequenta una scuola molto costosa grazie a una borsa di studio. Un giorno, però, rompe accidentalmente un vaso che la fa indebitare con i componenti del club di host della scuola. Il presidente del club, Tamaki, crede che Haruhi sia un ragazzo e, per farle ripagare il suo debito la costringe a lavorare come host.

In Italia, il fumetto è disponibile sotto le insegne di Planet Manga.

 

Host Club – Amore in affitto 1, copertina

 

 

Fonte: Comicbook