Marvel Comics #1000, variant cover di Humberto Ramos

Direttamente del D23 Expo di Anaheim, Comic Book Resources ci riporta le dichiarazioni di C.B. Cebulski, Editor-in-Chief della Marvel, e Tom Brevoort, suo principale braccio destro nel comparto editoriale. Siamo nell’anno in cui la Casa delle Idee celebra il proprio ottantesimo anniversario di esistenza, anche se non tutta consumata sotto il nome di Marvel Comics. Ecco ciò che di più interessante è emerso dall’incontro con il pubblico.

I due, accompagnati da una serie di immagini, hanno messo in scena una sostanziale ricognizione degli elementi fondamentali e dei personaggi più importanti di ogni decennio di esistenza dell’editore di New York. Dalla nascita della Timely Comics negli anni Trenta, per poi passare agli anni Quaranta, con la creazione di Capitan America da parte di Joe Simon e Jack Kirby. Gli anni Cinquanta sono culla di altri personaggi ancora oggi esistenti e ben noti ai fan, come Patsy Walker, Groot e il Cavaliere Nero, testimonianza della capacità della casa editrice di recuperare elementi non troppo funzionanti in passato per dar loro una nuova vita.

Gli anni Sessanta sono l’epoca di Stan Lee, Jack Kirby, Steve Ditko e John Romita, ovvero l’alveo in cui la Marvel ha davvero preso vita: un contesto editoriale in cui erano i personaggi e non i super eroi a essere centrali.

 

Brevoort – Voi leggete le avventure di Peter Parker, non di Spider-Man. Quell’elemento da soap opera… sembra ovvio al giorno d’oggi, ma è quel che allora definì per sempre i comics.

Cebulski – Il nome nel titolo dei fumetti o dei film potrà essere Spider-Man, Capitan America o Hulk, ma noi scriviamo storie su Peter Parker, Steve Rogers e Bruce Banner.

 

I due hanno raccontato la nascita dei Fantastici Quattro, commissionati dall’editore Martin Goodman a Stan Lee e Jack Kirby nel tentativo di replicare il successo della Justice League in casa DC Comics. Furono i due autori ad approcciare il compito in maniera da sottolineare soprattutto l’elemento umano e non quello eroico.

Cebulski e Brevoort hanno poi ripercorso la creazione di Spider-Man su Amazing Fantasy #15, testata che avrebbe chiuso con quel numero, che però vendette in maniera sorprendente, tanto da spingere Goodman a recuperare un personaggio che non aveva apprezzato, in sede di proposta.

 

 

Molte altre sono state le pietre miliari citate: dalla morte di Gwen Stacy alla nascita degli X-Men, passando per la pervicace volontà di Stan Lee di inserire elementi riconoscibili e realistici nelle storie della Casa delle Idee, ambientate pertanto a New York soprattutto e nel mondo reale in generale, arricchito ovviamente da località inventate di sana pianta. L’adagio è quello del “mondo che c’è fuori dalla finestra”, che secondo il Sorridente avrebbe sempre dovuto trovare un riflesso evidente nelle storie. I due hanno poi raccontato alcuni dietro le quinte di momenti importanti:

 

Brevoort – Nel periodo in cui si raccontava la morte di Gwen Stacy, Stan Lee aveva il ruolo di editore e andava costantemente agli incontri con il pubblico e alle conferenze. I fan erano arrabbiati, e in un’occasione ci fu un lancio di oggetti contro di lui. Al che Stan tornò negli uffici della Marvel e disse che lo scrittore di Spider-Man, Gerry Conway, avrebbe dovuto riportare in vita il personaggio di Gwen. Quella è la vera ragione della nascita della Saga del Clone.

Cebulski – Quando crearono Luke Cage, il personaggio era grandioso, ma il look degli eroi e i costumi a volte non invecchiano proprio benissimo. Eppure c’è un sacco di gente che ancora adora la sua vecchia tiara. Ecco perché è stata citata nella serie TV.

 

I due hanno continuato la loro revisione della grande storia Marvel citando le vendite pazzesche degli anni Novanta, con i due milioni e mezzo di copie vendute da Spider-Man #1, di Todd McFarlane, e i cinque milioni di X-Force e dal primo numero di X-Men, che divenne l’albo più venduto di sempre della storia dei comics.

Brevoort e Cebulski hanno infine parlato dell’importanza della serie animata degli X-Men, citato Blade come progenitore del Marvel Cinematic Universe e della presenza dei personaggi della Casa delle Idee al Cinema, più in generale.

 

Cebulski – La Marvel è come un gigantesco corpo. I film sono il suo volto, quel che avvicina per primo le persone. Le braccia sono i prodotti di animazione e i giochi, che fanno accadere cose. Le gambe sono il merchandising, che mantengono noi in movimento. Ma i fumetti sono il cuore della Marvel, che continua a mettere in circolo la creatività e mantiene vive tutte le altre parti. Si tratta di una relazione simbiotica tra tutte e quattro le nostre divisioni.

 

L’epilogo dell’incontro è stata la conferma dell’uscita di un one-shot a fine anno che darà una forma completamente nuova alla Marvel per il 2020 e gli anni a venire. La storia uscirà a dicembre e ci darà una prospettiva sugli eventi che corrono dalla Saga di Fenice Nera al presente dell’Universo Marvel. Null’altro è stato rivelato, se non l’immagine (incompleta) che vedete qua sotto, con il claimOne will unite them“, “Uno li unirà”. Chi sarà mai costui? E quella spada da dove viene?

Si dia il via alle speculazioni…

 

One will unite them, immagine teaser

 

 

Fonte: Comic Book Resources | Marvel