Negli anni ’40, il radiodramma Adventure of Superman contribuì fortemente a consolidare la popolarità dell’Uomo d’Acciaio, pochi anni dopo il suo esordio sulle pagine dei fumetti con Action Comics #1 (1938). Uno degli elementi più importanti introdotti nella versione radiofonica del personaggio fu la kryptonite, che in seguito rivestì un ruolo fondamentale nell’intera saga dell’eroe DC Comics, ma il ciclo di episodi più apprezzato fu quello incentrato su una minaccia ben più reale.

Nel 1946, infatti, l’attivista Stetson Kennedy si infiltrò nel Ku Klux Klan e decise di sfruttare la popolarità di Superman per svelare alle masse importanti informazioni sull’organizzazione razzista, condividendo con gli autori del serial radiofonico parole d’ordine e dettagli dei rituali. Nacque così il ciclo di sedici e Clan of the Fiery Cross, che ottenne un enorme successo ed ebbe un impatto negativo sul numero di iscrizioni al Klan.

Il prossimo autunno, lo sceneggiatore Gene Luen Yang (New Super-Man) e la coppia di disegnatori nota come Gurihiru (Unbelievable Gwenpool) adatteranno quella storia in una miniserie a fumetti in tre parti: Superman smashes the Klan.

Ecco la sinossi:

 

Siamo nel 1946 e la famiglia Lee si è appena trasferita dalla Chinatown di Metropolis al centro della brulicante città. Se il Dottor Lee viene accolto calorosamente sul nuovo posto di lavoro del Dipartimento della Salute di Metropolis, i suoi due figli Roberta e Tommy sono entusiasti di essere più vicini al loro eroe, Superman! Tommy si adatta al ritmo frenetico della città, ma Roberta si sente fuori posto, non riuscendo a legare con i ragazzi del vicinato. Nel frattempo, un nuovo male si sta diffondendo a Metropolis: il Ku Klux Klan. Una notte, la famiglia Lee si sveglia e trova una croce infuocata sul loro prato; pensano di lasciare la città, ma il Daily Planet offre una ricompensa a chi troverà informazioni sul KKK, e i suoi due principali reporter, Lois Lane e Clark Kent, decidono di indagare. Quando Tommy viene rapito dal KKK, Superman entra in azione con il supporto di Roberta! Ma l’eroe si sta ancora abituando ai suoi poteri e non ha ancora capito come volare, perciò dovrà attraversare la città correndo. Superman e Roberta riusciranno a raggiungere Tommy in tempo?

 

Il primo numero sarà di ben ottanta pagine e arriverà nelle fumetterie americane il prossimo 16 ottobre, mentre è già previsto per il 2020 il volume che raccoglierà l’intero progetto.

Ecco come ne ha parlato il suo sceneggiatore:

 

Superman smashes the Klan #1, copertina di Gurihiru

Gene Luen Yang – Ho sentito parlare per la prima volta di questa storia nel libro Freakonomics – Il calcolo dell’incalcolabile, che le ha dedicato un intero capitolo, spiegando come la serie radiofonica di Superman degli anni ’40 fosse riuscita a infliggere un duro colpo all’opinione pubblica nei confronti del Ku Klux Klan. Ricordo che l’incidente scatenante, nello sceneggiato, fu il trasferimento a Metropolis di una famiglia cinese. Sono un fan dei super eroi fin dalla quinta elementare. Il primo fumetto che comprai fu di Superman. Lessi le avventure del personaggio fin da bambino e non ricordo di aver mai visto prima un cinese in un fumetto. Perciò aveva attirato la mia attenzione. Poi, all’inizio del 2015 ho iniziato a lavorare per la DC. Ho scritto una run di dieci numeri della serie mensile di Superman, e da lì in poi sono entrato a far parte della famiglia DC. Ho avuto l’opportunità di pranzare con Marie Javins, una dei suoi leggendari editor, ed è nata questa idea.

Sono molto entusiasta di lavorare con i disegnatori Gurihiru. Non so se conoscete i loro lavori, ma sono bravissimi: sono uno studio artistico giapponese, ma in realtà sono solo due donne, una si occupa delle matite e l’altra le inchiostra. Con l’editore volevamo ricreare uno stile simile ai vecchi cartoni Fleischer di Superman ma con influenze manga, e penso che abbiano ottenuto proprio questo risultato. È esattamente quello che hanno fatto. La recitazione dei personaggi è davvero buona. Può sembrare molto elementare, ma tutto quello che fanno è estremamente leggibile.

“In questo momento è importante avere una storia – in particolare, un fumetto di Superman – che sia dichiaratamente contro il bigottismo e il razzismo, che faccia appello alla tolleranza.”Una delle cose che più mi piacciono del primo numero è il fatto che mostri Superman come una figura di ispirazione non solo per i “bravi ragazzi”, ma anche per Chuck, il bambino per cui non è chiarissimo quale sia il ruolo del super eroe. La versione originale di questa storia è arrivata relativamente presto nella carriera di Superman, venne trasmessa per la prima volta nel 1946, dopo soli otto anni dall’esordio del fumetto, avvenuto nel 1938, ma lui era già un fenomeno mondiale. Soprattutto in America, dove era molto popolare. All’epoca, però, il Superman che oggi conosciamo e amiamo non si era ancora pienamente sviluppato. C’erano ancora alcuni elementi del personaggio che si stavano perfezionando. Lo show radiofonico ebbe un impatto sul mondo reale, per quanto concerne bigottismo e razzismo, ma allo stesso tempo definì la figura di Superman. In quel momento divenne un simbolo della tolleranza americana, della giustizia americana e della speranza americana. Clark sta ancora imparando chi sia, sta capendo come gestire la sua forza, i suoi super poteri e il suo patrimonio culturale. È un personaggio in via di definizione, proprio come lo era nel periodo in cui venne trasmesso il radiodramma originale.

I miei genitori sono nati all’estero e, quando ero ragazzo, per un certo periodo ho vissuto tra queste due identità con difficoltà. A casa ero cinese, a scuola ero americano: avevo persino due nomi! Da bambino seguivo Superman, mentre durante l’adolescenza sono passato a personaggi più fighi, ma il fatto che Superman si sia reso conto di essere un immigrato di Krypton mi fece riavvicinare a lui. Ho una teoria a riguardo: la ragione per cui Superman si presenta come essere “perfetto” è perché è un immigrato. L’ho visto con i miei genitori: sono arrivati qui e la gente li ha percepiti come “stranieri”, loro ne sono sempre stati consapevoli. Per affrontare questa situazione hanno cercato di essere dei cittadini perfetti. Penso che Superman faccia lo stesso, perché sa di essere un alieno. Grazie a questa connessione con il personaggio, per me è diventato una vera e propria icona. Siegel e Shuster ne erano consapevoli, in quanto figli di immigrati. Molte volte, quando lo vediamo sulle scatole dei cereali o su un qualunque gadget, manca il cuore del personaggio. L’elemento principale di Superman è il suo essere un immigrato proveniente da Krypton. Questo è strettamente legato al suo essere un’icona americana. Queste due cose vanno di pari passo. La storia degli immigrati e la storia americana sono praticamente la stessa cosa.

“La storia degli immigrati e la storia americana sono praticamente la stessa cosa.”Siamo a un punto della Storia in cui l’immigrazione in America è un tema molto delicato. In questo momento è importante avere una storia – in particolare, un fumetto di Superman – che sia dichiaratamente contro il bigottismo e il razzismo, che faccia appello alla tolleranza. Questo non avviene solo in America, basta leggere le notizie provenienti dall’Europa, dall’India o dalle Filippine. Ho iniziato questo progetto perché volevo comprendere questa tendenza. Secondo una tradizione cinese, si possono sfruttare gli eventi del passato per parlare del presente. Mi sono dedicato a questo fumetto con l’idea di cogliere quel contesto storico, così da capire un po’ meglio il nostro presente. Proprio ora ho appena finito le revisioni del terzo numero, e nel finale ho capito che il mondo dopo la Seconda Guerra Mondiale ha imparato qualcosa sulla tolleranza. In quel periodo sono venuti a galla i peggiori istinti della nostra specie, e questa storia, nata un anno dopo la fine del conflitto, ha trasmesso alla generazione più giovane ciò che il mondo aveva imparato. Forse siamo così lontani da quel periodo che stiamo iniziando a dimenticare quelle lezioni. Questa è la mia sensazione. Mi sento davvero fortunato, oggigiorno, a lavorare nel settore del Fumetto. Penso che negli ultimi dieci o venti anni abbiamo assistito a un cambiamento della percezione generale: sempre più persone accettano l’idea che i comics possano trattare argomenti importanti, e spero che questo progetto ne sia un esempio.

 

 

 

Fonte: Hollywood Reporter