La scorsa settimana è uscito negli Stati Uniti il primo numero di Five Years, la nuova serie di Terry Moore che unisce i protagonisti delle sue opere, da Strangers in Paradise a Rachel Rising, da Echo e Motor Girl, per una grande storia.

Il gruppo al femminile dovrà impedire la costruzione di un’arma di distruzione di massa che potrebbe annientare l’intero pianeta nel giro di cinque anni; una trama scaturita da Strangers in Paradise: 25 anni dopo, edito in Italia da BAO Publishing.

L’autore ha recentemente raccontato al portale Comic Book di come è nato questo ambizioso progetto:

 

Volevo unire tutto quanto, renderlo un’unica storia, il che è pericoloso, perché non è una ricetta infallibile. Voglio dire: potevo rovinare tutto, ma mentre realizzavo ogni fumetto ero consapevole che sarei arrivato a questo punto, li stavo indirizzando verso il loro incontro. Penso di essermi preparato a dovere per tutto questo.

 

Nel finale di Strangers in Paradise, quando Tambi chiede a Katchoo di fare parte della sua squadra, lei le risponde “Se voi ragazzi fallirete, voglio aver passato del tempo con i miei cari“. Moore ha chiarito le motivazioni di questa scelta, interpretata da molti lettori come un modo di tirarsi fuori dei giochi, da parte di Katchoo, visto che non sarebbe stata al centro dell’attenzione.

 

Five Years #1, copertina di Terry Moore

Penso che ci siano altri personaggi come lei. Anche Tambi e Zoe sono sempre sotto i riflettori, perciò avevo a disposizione soggetti in grado di competere con lei da questo punto di vista. Ho pensato che tutti fossero convinti che Katchoo si sarebbe sempre buttata nella mischia, ma anche James Bond in diverse occasioni ha detto di no. Credo sia una cosa da prendere in considerazione, soprattutto dopo ciò che ha attraversato e le domande che sono emerse. In quel momento lei preferirebbe restare esattamente dove si trova. Per farla muovere servirà qualcosa di più intimidatorio, una minaccia immediata. Inoltre, il modus operandi di Tambi è trova e distruggi. Katchoo la pensa in modo leggermente diverso. Non significa che lei se ne torna a casa ignorando il problema, ma che le serve tempo per pensare e formulare il suo approccio personale.

Nei miei sogni Five Years raggiunge i cinque anni di pubblicazione, sarebbe figo. Ma nel mondo reale non so nemmeno se posso sperare di durare cinque mesi nel settore del Fumetto. Non si può dare niente per scontato, perciò so soltanto che mi immergerò in questa storia e inizierò a raccontarla, augurandomi che il mercato continuerà a sostenermi. Sono una persona molto fortunata ad avere la possibilità di realizzare i miei fumetti e venderli. Per farlo sfrutto l’industria del Fumetto, ma non lo considero qualcosa di dovuto. Penso sarebbe un errore dire: “Ah, avremmo questo grosso progetto della durata di cinque anni”. Solitamente quando le gente dice: “Ah, abbiamo un enorme piano pluriennale”, ed è qualcosa di complesso, fanno tre numeri e poi chiudono. L’ho visto succedere un sacco di volte, perciò non voglio fare lo stesso errore. Io mi ci butto soltanto. La storia si svolge in cinque anni, non è riferito al mondo reale, è solo finzione. Sarebbe divertente se il progetto si ingrandisse e potessi fare Five Years, Four Years, Three Years e Two Years. Al momento voglio concentrarmi sulla storia e svilupparla nel tempo che le è più congegnale.

“Se intendete leggere Five Years, godetevelo così com’è. Ma tenete conto che nel caso voleste sapere qualcosa di più sui vari personaggi, ognuno di loro ha un proprio passato.”Ogni giorno incontro qualcuno che ha letto soltanto uno dei miei fumetto, o anche nessuno. Quando ho annunciato Five Years, ho ricevuto un sacco di tweet e commenti su Facebook che mi chiedevano: “Devo leggere gli altri fumetti per capirlo?”. La mia risposta è: “No. Se intendete leggere Five Years, godetevelo così com’è. Ma tenete conto che nel caso voleste sapere qualcosa di più sui vari personaggi, ognuno di loro ha un proprio passato. C’è una storia dietro a tutti loro ed è disponibile, se vi interessa”. Credo sia l’approccio più sano.

Non mi interessa quasi più in che formato verrò letto, se cartaceo o digitale. Dopo venticinque anni nel settore, mi sento un po’ come un musicista. Potete comprare la mia roba su LP, su musicasetta, su CD o su YouTube, l’importante è che ascoltiate musica. L’importante è che leggiate le mie storie, in qualunque formato vogliate. Se un giorno passeremo a scrivere nel cielo, spero che qualcuno le legga anche lì.

Abbiamo parlato di rifare la Strangers in Paradise Treasury [l’enciclopedia su Strangers in Paradise, inedita in Italia – NdR]. La prima è uscita anni fa e copriva solo i primi sessanta numeri, perciò è completa solo per metà. Stiamo considerando l’ipotesi di completarla e di includere anche Strangers in Paradise: 25 anni dopo, ossia tutto quanto. Questa nuova edizione conterrà un CD musicale. Ho ancora in programma di registrare anche se sono molto, molto, molto, molto, molto ritroso a collaborare con chiunque, perché non voglio che qualcuno si porti via qualcosa dal fumetto. Sarebbe divertente inserire il CD da qualche parte, se qualcuno volesse prendere questa Treasury. Sarà un volume colossale, tipo coffee table book. Non so se lo pubblicheremo nel 2020. Non sono nemmeno sicuro di quando ci lavoreremo.

 

 

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