Tom King (Heroes in Crisis) parla dello stato attuale delle sue storie di Batman alla vigilia di City of Bane, il suo ultimo ciclo di storie per la serie regolare, parte dell’iniziativa DC Comics intitolata Year of the Villain.

Impegnato nel raccontare il punto più basso in assoluto del Cavaliere Oscuro – che secondo lui coincide con il numero #75 della testata – King ha parlato dell’antagonista principale della sua lunga run, che com’è noto proseguirà sulla maxi-serie Batman/Catwoman.

 

Batman #71, copertina di Mikel Janin

Credo sia importante ricordare che Gail Simone ha fatto cose davvero interessanti con Bane, ai tempi di Secret Six. Spero di riuscire a costruire la mia storia ricollegandomi alle sue, che lo mostravano come un mostro quasi gentile. Amo quel che fece con Bane all’epoca e non penso che verrà mai dimenticato. È però anche vero che se guardiamo alle versioni cinematografiche, ritraggono Bane quasi come lo stereotipo del cattivo muscolare anni Novanta. La gente tende a dimenticare che il suo potere fondamentale è quello di essere migliore di Batman in tutto.

Solo una sfida resta aperta tra i due, ed è quella della forza di volontà. Che poi è la qualità principale di Batman, no? Alla fine dei conti, la sua è tutta forza di volontà. Ed ecco che si presenta sulla scena un tizio che, oltre a tutto il resto, può sfidarlo anche su questo campo. Da sempre, la mia storia è costruita su queste basi.

Me lo ricordo durante uno dei miei cicli di storie preferiti, credo di David Finch. Batman sconfigge Bane con una sonora testata. Mi ricordo che c’era un crescendo narrativo enorme e la gente ci rimase male, perché pensava che non potesse essere una cosa del genere a sconfiggere un cattivo così eccezionale. E la gente aveva ragione, vedeva esattamente quel che doveva, perché in effetti quella non era affatto la fine della storia. Era tutto un piano di Bane. E lo vediamo ora. Si poteva battere un ammasso di muscoli, con quella testata, ma non il Bane che vediamo in queste storie. Non è così che funziona. Questo tizio ha un piano, ed è sei passi avanti a tutti.

Thomas Wayne è Darth Vader e Bane è l’Imperatore Palpatine. Hanno una relazione molto complicata, e il secondo vede se stesso superiore a chiunque altro. Come abbiamo appurato nel numero #69, Thomas non accetta la cosa di buon grado. La loro dinamica sarà una componente fondamentale di questo conflitto. Batman contro suo padre è chiaramente importante. E tutto risale a quell’aereo, a quella morte simulata, in cui Batman si chiedeva se fosse una buona morte, se fosse degno di quella dipartita. Parte di questa storia sta nella comprensione dell’identità del proprio padre, di quel che sarebbe potuto diventare.

 

Non è un caso che Batman, un uomo che tende ad allontanare le persone più importanti della sua vita, veda in questo momento suo padre e la donna che ama, Selina Kyle, uniti al suo mortale nemico Bane. Una dinamica che ha da sempre coinvolto anche Dick Grayson, come ha sottolineato King nelle storie di questi ultimi anni.

 

Batman #76, copertina di Tony Daniel

Credo sia naturale per un uomo che ha perso i genitori in giovane età e che trae la sua forza da quella perdita. La sua strenua volontà trae forza dal suo giuramento, dal fatto di essere un solitario. Quando ha bisogno di trovare la forza per sconfiggere un avversario, il suo istinto lo porta a tornare a quel momento.

Ogni scrittore ha raccontato di Batman che cade, raggiunge il fondo e torna all’origine di tutto, alla morte dei suoi genitori. E lo abbiamo visto in questi ultimi numeri, con il pugno in faccia a Gordon. Abbiamo visto Batman alienarsi da tutta Gotham finendo quasi per torturare i criminali, in cerca di informazioni.

Per me, l’attuale percorso di Thomas Wayne è direttamente connesso alla sua continuity. Alcuni dimenticano che in Flashpoint sua moglie diventa il Joker e lui è costretto a lottare con lei fino alla morte. Si tratta di un uomo mentalmente disturbato. E secondo me tutto sta nel prendere quel momento e mescolarlo alla continuity attuale. Inoltre, Batman deve fare i conti con gli interrogativi che aleggiano su questo Thomas, decidere e capire se sia davvero suo padre. Perché in qualche modo lo è. Batman ha conosciuto suo padre solo fino al giorno in cui è morto, e questo Thomas è proprio quell’uomo, cambiato in maniera importante, certamente. Anche questo è mettere alla prova i suoi limiti.

 

 

Fonte: ComicBook