Tra le novità portate da saldaPress al recente Comicon 2019 c’era Spider King, interessante opera fantasy scritta da Josh Vann e disegnata da Simone D’Armini.

Grazie alla disponibilità della casa editrice emiliana, abbiamo avuto il piacere di intervistare questo giovane artista, che ci ha svelato tutti i segreti legati alla realizzazione della miniserie edita negli Stati Uniti da IDW Publishing.

 

Ciao, Simone e benvenuto su BadComics.it!
Molto interessante e originale “Spider King”: come ti sei ritrovato a prestare le tue matite per questa miniserie?

Spider King, copertina di Simone D’Armini

Ciao a tutti! Il mio primo contatto con Josh Vann è avvenuto su DeviantArt, sito sul quale i disegnatori condividono la propria arte. Inizialmente mi ha commissionato solo lo sviluppo dei character design dei personaggi, poi abbiamo realizzato insieme un fumetto di sole sette pagine, una storia breve che saldaPress ha deciso di includere nell’edizione italiana dell’opera.

Si trattava dell’esordio per entrambi, e abbiamo lavorato veramente bene. È stata anche l’occasione per capire cosa funzionasse e cosa no, indicazioni che poi abbiamo sfruttato per la nostra opera. Ho deciso di dare un seguito a quella esperienza e abbiamo fatto partire una campagna di crowdfunding su Kickstarter per realizzare quella che inizialmente doveva essere una graphic novel di cinquantacinque pagine. La raccolta è andata più che bene, e a quel punto abbiamo pensato a qualcosa di più ambizioso, raggiungendo le novantadue pagine.

Il riscontro è stato più che positivo, tanto che in America la casa editrice IDW ha deciso di comprare i diritti di “Spider King” e pubblicarlo. Rispetto alla nostra idea iniziale, è stato presentato in quattro numeri, e grazie anche all’aiuto di artisti quali Skottie Young e David Rubin, che hanno realizzato delle variant cover, i singoli albi hanno venduto parecchio.

Negli ultimi anni, il fantasy è stato declinati in svariati modi, dagli approcci classici a quelli più sperimentali. Dal punto di vista artistico, come ti sei approcciato alla realizzazione di “Spider King”?

Josh mi ha lasciato grande libertà nella creazione dei character design e delle ambientazioni. Eravamo consapevoli sin dall’inizio che avremmo voluto realizzare un medioevo storicamente ben ricostruito, all’interno del quale prenderci delle libertà per rendere il tutto più interessante. L’inserimento dell’elemento sci-fi, inoltre, ci ha permesso di divertirci un sacco nel mescolare atmosfere cavalleresche, mitologia nordica e alieni.

Come ti spieghi il successo che il genere fantasy sta raccogliendo in questi ultimi anni?

È sicuramente un periodo fortunato per questo genere, e il successo ottenuto dalla serie televisiva “Il Trono di Spade” ha sicuramente aiutato questa rinascita. Nel caso specifico di “Spider King”, non so quanto si possa sentire l’influenza dell’opera di George R.R. Martin, in quanto la lavorazione del nostro fumetto è partita durante la prima stagione della serie, quando ancora non aveva questo seguito.

Certo, siamo dei nerd e nella storia si possono trovare dei piccoli easter egg a riguardo, ma ce ne sono parecchi anche non legati al fantasy. Ad esempio, qualcosa preso da “Star Wars” e da “Dragon Ball”, dalla Saga dei Saiyan. Sono piccolezze, ma è il mio modo di omaggiare la cultura pop.

Sin dalle prime battute, la storia si concentra sulle figure di Hrolf, Aarek e Sigrid. A quale personaggio ti senti più legato?

Amo particolarmente Hrolf, in quanto il suo comportamento e le sue movenze sono ispirate al mio cane. Si ritrova suo malgrado a capo del clan, quindi ho deciso di sottolineare la sua riluttanza rappresentandolo non con la classica bellezza da principe azzurro, bensì rendendolo brutto, con il naso storto, i dentoni… insomma, goffo. Potemmo sintetizzare il tutto dicendo che è molto coraggioso ma poco sveglio. A differenza, invece, della principessa Sigrid, che ha tutte le caratteristiche che a lui mancano.

In che maniera hai contribuito alla realizzazione della storia di “Spider King”? Come si è articolata la tua collaborazione con Josh Vann?

Come ti dicevo, ho avuto piena libertà nello sviluppare il character design dei personaggi. Per quanto riguarda la storia, invece, Josh aveva tutto chiaro sin dall’inizio e l’ha sviluppata nella sua interezza. Oltre a qualche suggerimento, mi sono occupato delle back story della razza aliena. Non vorrei divagare e fornire troppe anticipazioni sulla storia, quindi mi limito a invitare i lettori a leggerla per coglierne tutte le sfumature.

Avremmo voluto approfondire tanti aspetti che fanno parte della mitologia di “Spider King”. Purtroppo, disporre di un limite di cento pagine ci ha imposto necessariamente di tagliare qualcosa. Ad esempio, i membri del clan di Sgrid hanno intorno al polso un pezzo di stoffa del colore del clan di Hrolf. Avremmo voluto raccontare dell’alleanza tra questi due popoli e della grande amicizia che lega i padri di Sigrid e Hrolf.

Alla luce di questi retroscena, tutto ciò troverà mai spazio in un progetto che possa ampliare la mitologia di “Spider King”?

Lo scorso gennaio è stata pubblicata da IDW una storia breve dal titolo “Spider King: Frostbite”, che funge da prologo a un seguito che ci piacerebbe realizzare. Al momento non abbiamo dei piani precisi, ma la voglia di continuare a lavorare su questi personaggi è tanta. Si tratta di figure a cui sono particolarmente affezionato. Il riscontro del pubblico è stato buono, quindi vedremo cosa accadrà.

Realizzare un fumetto ha i suoi costi, e non tutti sono disponibili a investire soldi a scatola chiusa. Quando IDW si è dimostrata interessata a “Spider King”, il progetto era già stato realizzato, e i costi di quegli anni di lavoro erano stati coperti dalla campagna su Kickstarter. Quindi, o troviamo qualcuno disposto a finanziarci o dovremo iniziare una nuova campagna. Ma quest’ultima opzione è molto faticosa.

A tal proposito ne approfitto per far presente ai lettori di BadComics.it che attualmente sono impegnato in una raccolta fondi per “Macbeth, the Red King”, un adattamento a fumetti del “Macbeth” di William Shakespeare, scritto da Stefano Ascari, insieme a Spaceman Project. Trovate tutte le informazioni sulla mia pagina Facebook.

Molto interessante. Che tipo di adattamento sarà?

Si tratta di progetto in cui stiamo puntando molto sulla componente horror e fantasy – già presenti nell’opera primigenia – oltre a divertirci tanto con le streghe. Per me che vivo a Edimburgo, poi, è stato stupendo poter riproporre le atmosfere gotiche che respiro ogni giorno.

Suggestioni che ritroviamo anche in “Spider King”.

Esatto, anche se nel periodo di lavorazione di “Spider King” abitavo in Irlanda, e credo che sia più evidente l’atmosfera celtica che ho voluto conferire all’opera. Con “Macbeth” siamo in pieno medioevo, si respira un’atmosfera gotica molto austera e stiamo utilizzando neri molto pieni e un solo colore, il rosso. La storia la conosciamo tutti, è molto violenta, quindi abbiamo deciso di realizzare qualcosa dal grande impatto visivo.

Tornando alla tua formazione: quali sono state le influenze che ti hanno permesso di trovare un tuo stile? A me ricordi Andrew MacLean.

Non sei la prima persona che mi accosta ad Andrew e al suo lavoro su “Head Lopper”. In tutta sincerità, non è uno degli artisti che ho approfondito, in quanto i nostri progetti sono nati quasi nello stesso periodo. Ho avuto il piacere di conoscerlo personalmente e posso dirti che abbiamo fatto studi molti simili e abbiamo influenze in comune, su tutti Mike Mignola.

Restando in campo fumettistico, posso aggiungere anche i nomi di Lorenzo De Felici e Enrique Fernandez, ma soprattutto Stuart Immonen, David Rubin e James Harren. In generale, vedo che è nata una corrente artistica che sta sviluppando un gusto autoriale molto personale e lo sta proiettato su storie divertenti, come appunto “Head Lopper” e “Spider King”.

“Spider King” ha avuto un ottimo riscontro di pubblico e critica. Quale credi sia la caratteristica principale di questo successo?

Credo sia il contrasto tra diversi generi. Pensa che inizialmente abbiamo venduto l’opera come “vichinghi contro alieni”, che di per sé è già una cosa forte da presentare. A questo aggiungi poi il lato horror, quello fantascientifico e quello comico. Tutte queste componenti hanno in qualche modo influenzato in maniera inconsapevole il mio tratto, che ha assunto connotati quasi grotteschi. D’altronde, credo che se “Spider King” fosse stato disegnato con uno stile realistico non avrebbe raggiunto gli stessi risultati.

In che direzione si sta sviluppando la tua arte? Che D’Armini troveremo su “Macbeth, the Red King”?

Per il mio nuovo lavoro userò uno stile di disegno molto più realistico rispetto a “Spider King”. La mia ricerca mi sta portando verso qualcos’altro, e già su “Spider King: Frostbite” noterai qualcosa di differente rispetto all’opera originale. Ho sempre voglia di sperimentare, trovare soluzioni nuove con cui mettermi alla prova.

 

Pasquale Gennarelli e Simone D'Armini