Durante il Comicon 2019 abbiamo avuto il piacere di incontrare Holdenaccio, fumettista e illustratore tarantino che ci ha parlato del suo primo romanzo grafico, Umberto, edito da BAO Publishing.

Durante la chiacchierata abbiamo chiesto all’autore come si è avvicinato al mondo del Fumetto e qual è l’origine di questa opera che, tra teenager e alieni, pone l’accento su questioni molto attuali, come la crisi ambientale e l’immigrazione.

 

Ciao, Holdenaccio, e benvenuto su BadComics.it!
Domanda di rito: com’è nata la tua passione per il Fumetto e quando hai capito che avresti voluto fare questo lavoro?

Mi sono avvicinato al mondo del Fumetto circa cinque anni fa, nel 2014. Ho esordito fondando il collettivo Sbucciaginocchi insieme ad altri autori. Da lì, per due o tre anni, abbiamo lavorato alle autoproduzioni e girato per i festival promuovendole. Poi ho deciso di affacciarmi al mondo dell’editoria tradizionale, e questo con BAO Publishing è il mio primo lavoro.

Se dovessi scegliere un fumetto che ti ha spinto verso questo tipo di carriera quale sarebbe?

Non saprei cosa risponderti perché in realtà non è stato un fumetto! Sono partito dalle animazioni di Bruno Bozzetto, dai cartoni animati dei Looney Tunes e dalle prime opere di Chuck Jones, e solo poi mi sono appassionato al mondo delle ​graphic novel. Ma, principalmente, tutto è cominciato con Bozzetto.

Umberto, anteprima 01

“Umberto” è una storia di fantascienza con una collocazione storica molto particolare, una versione alternativa degli anni Novanta, ma affronta delle tematiche sociali estremamente attuali. Come ha avuto origine questa idea?

Da principio è nata dal desiderio di voler cominciare a parlare al problema dell’inquinamento legato allo spazio. Non rendendocene conto, lo spazio sopra di noi è una discarica: ci sono migliaia di rifiuti che lo inquinano. Quindi, piuttosto che ambientare tutto sulla Terra, ho deciso di affrontare la tematica ambientale nello spazio raccontando una storia che ha tantissimi riferimenti all’attualità. Uno di questi è il TAP, perché tra gli elementi presenti all’interno del libro c’è quello della costruzione di un gasdotto che collega la Terra a Urano. Elemento che poi si connette ad altri temi molto attuali, come il movimento No TAV e l’immigrazione, tutti inseriti nel contesto non ordinario dello spazio.

Il tuo fumetto è ricchissimo di riferimenti alla cultura pop, dai cartelloni pubblicitari all’aspetto dei personaggi, come il cattivo che ricorda moltissimo Maurizio Costanzo. Come mai hai deciso di inserirli? Hai mai temuto che potessero non essere colti dal lettore?

Utilizzare tante pubblicità e tanti elementi di propaganda mi è servito per poter enfatizzare i richiami all’attualità. All’interno del fumetto ci sono rimandi alla vecchia propaganda del PCI o a quella sovietica, a cui si rifanno i gruppi di ribellione del MUR. Dietro l’aspetto bonario dei personaggi, anche di quelli che possono ricordare Maurizio Costanzo o Oscar Farinetti, c’è dunque la mia volontà di utilizzarli per ricondurre la storia all’attualità.

Quando hai scritto questa storia, a che tipo di lettore hai pensato? Hai immaginato fin da subito il target a cui volevi rivolgerti? Te lo chiedo perché la tua storia ha degli elementi young adult, ma gli accenni alla cultura pop di cui abbiamo parlato in precedenza sembrano essere rivolti a un pubblico un po’ più adulto.

Ho cominciato a lavorare avendo in mente un target ben preciso. Volevo realizzare un’opera indirizzata al pubblico che va dai sedici ai vent’anni e che la storia si rivolgesse a loro perché desideravo aumentare lo spirito di critica riguardo al problema ambientale. Da subito, dunque, avevo le idee chiare e volevo partire anche dall’idea della ribellione adolescenziale legata alla coscienza ambientalista.

Holdenaccio, Comicon 2019

Il cast principale di “Umberto” è infatti composto da personaggi molto giovani. E tra i vari riferimenti all’attualità è inevitabile pensare a Greta Thunberg e alle nuove generazioni molto vicine al tema della difesa dell’ambiente. Era anche questo un riferimento all’attualità che volevi inserire?

In realtà, proprio per come avevo immaginato di sviluppare la storia, mi sembrava l’ideale accostare all’alieno Umberto dei giovani che avessero l’età del pubblico a cui desideravo rivolgermi. L’arrivo di figure come Greta permette all’opera di associarsi a quell’immaginario, ma fin dal principio volevo che i miei personaggi fossero molto giovani.

Leggendo il tuo fumetto mi è venuto naturale pensare a una colonna sonora. In particolare ci sono due brani che mi sembrano perfetti per accompagnare la storia: “Vengo dalla luna” e “Cacca nello spazio”, entrambi di Caparezza. Ci sono dei brani che colleghi a “Umberto”? Che colonna sonora hai utilizzato per il tuo lavoro?

Be’, a Umberto, che è un alieno un po’ pasticcione e un po’ scemo, mi piace immaginare che possano piacere salsa e merengue e cose simili. Per quanto mi riguarda, mentre lavoravo al fumetto ho ascoltato principalmente musica emo e hardcore-punk, ma anche in Caparezza alcuni brani sono davvero vicino ai temi del fumetto. Se però dovessi associare della musica al mio lavoro, preferirei un album di Elliott Smith.

Cosa puoi dirci dei tuoi progetti futuri? Hai già in mente altre storie?

Sto lavorando all’ultimo volume dei “Quaderni tarantini”, un’autoproduzione di cui sta per uscire il terzo diario. Inoltre, sto cominciando un progetto incentrato sulla figura di Elliott Smith, un’opera semibiografica incentrata sull’autore.

 

Umberto, copertina di Holdenaccio