Con le storie attualmente in corso negli Stati Uniti Immortal Hulk sta presentando una visione molto più esoterica che in passato del Golia Verde. Un legame apparentemente bizzarro quello del mostro figlio delle radiazioni gamma con l’aldilà e con la magia che lo sceneggiatore Al Ewing ha spiegato così sulle pagine di Comic Book Resources:

 

Immortal Hulk #14, copertina di Alex Ross

Credo che l’idea sia nata abbastanza organicamente dalle mie riflessioni sull’identità di Hulk e i suoi obiettivi a lungo termine. E anche da una serie di immagini e da tanta iconografia teologica che ha iniziato a farsi strada nella serie sin da Avengers: Senza Tregua. Proprio lì ho iniziato a pensare a questa situazione, dal discorso di Jarvis che è tanto piaciuto alla gente. Pensavo al Diavolo e alle varie concezioni della sua figura, e a come Hulk rappresenti di fatto la parte più oscura e tenebrosa di tutti noi.

Quest’ombra non è solo un lato oscuro, ma rappresenta tutte quelle parti di noi stessi che non vogliamo accettare, le verità scomode da cui ci fuggiamo. E se Bruce non ha ammesso la propria rabbia, a volte essa è giustificata, è una risposta necessaria alle tante ingiustizie di un mondo come minimo migliorabile. Come si sentirebbe di fronte a quella rabbia un uomo che si sente estromesso dal genere umano? Avrebbe tatto? Probabilmente no. E quando quella persona ha il potere brutale di Hulk, fa paura.

Ho fatto le mie ricerche sul personaggio e mi sono ricordato dell’Hulk demoniaco di Paul Jenkins e Ron Garney, un Hulk che Bruce ha represso del tutto, che aveva il nome di un Diavolo e che voleva distruggere il mondo intero. Improvvisamente mi è venuta l’idea perfetta su chi sarebbe stato il mio Hulk o, almeno, in cosa si sarebbe evoluto.

 

Una forza del caos che detesta sentirsi dire quel che dovrebbe fare, in contrasto con ogni struttura e pertanto votato alla sua distruzione. Bruce Banner non è un killer. Ewing abbraccia la teoria di Amadeus Cho secondo cui, anche quando Hulk si manifesta, Bruce è al volante e cerca di limitare le vittime al minimo. Ecco perché, pur avendo le potenzialità di un mostro, il Golia Verde non è un omicida di massa.

 

Immortal Hulk #16, anteprima 01

Il mio intento è sempre stato scatenare il dibattito, non affermare in maniera ovvia quali siano i desideri e i piani di Hulk. Se lo facessi, mi condannerei a deludere le aspettative, soprattutto in una storia come questa, la cui domanda centrale è se sia un uomo o un mostro. O magari entrambe le cose. C’è sempre stata una certa quantità di ambiguità riguardo l’argomento, e io sono qui per accertarmi che permanga.

Secondo me, nessuno ha ancora indovinato o capito quale sia il piano di Hulk (o Banner). Quando sarà, spero sarete piacevolmente sorpresi. E Samson sta passando un periodo di grande crisi personale, quindi non è proprio il miglior psichiatra del mondo, al momento. Credo sia solo felice di vedere che Hulk ha in mente qualcun altro oltre a se stesso.

Ho pensato che sarebbe stato interessante vedere al fianco di Banner un personaggio tornato dal mondo dei morti e con difficoltà ad accettare la cosa. Era un’idea interessante con cui giocare, perché è la persona perfetta con cui disquisire di ciò che ti perseguita, quando torni in vita. Quindi lo vediamo chiudersi in se stesso, cercare risposte nella religione, distante e sarcastico. Il fatto che sia diventato uno che scherza di fronte a questi temi non mi pare lo renda particolarmente sano e stabile. Comunque ci sono piani a lungo termine per lui.

 

Nonostante ci siano delle coincidenze tra il personaggio di Immortal Hulk e il Golia Verde che i lettori americani stanno apprezzando su Avengers: Senza Ritorno, Ewing rimarca il fatto che non c’è bisogno di leggere altro che la serie regolare per seguire pienamente la parabola del personaggio.

 

Immortal Hulk #16, anteprima 02

 

 

Fonte: Comic Book Resources