Hiroyuki Nakano, dal 2017 Editor in Chief della rivista ammiraglia di di Shueisha Weekly Shonen Jump, ha rilasciato una lunga intervista al sito Anime News Network, durante la quale ha parlato di vari temi riguardanti il mondo dei manga e degli anime in Giappone: da come funziona il suo mestiere agli adattamenti animati, senza dimenticare l’applicazione Manga Plus e la sfida alla pirateria.

Lettore di manga fin da bambino, Hiroyuki Nakano (che ricordiamo essere stato tra gli ospiti di Lucca Comics & Games 2018) lavora per la casa editrice Shueisha dal 2000 e si occupa anche della supervisione dei contenuti delle applicazioni Jump+ e Manga Plus.

Uno dei punti di riferimento per comprendere com’è la giornata di un editor di manga in Giappone è sicuramente Bakuman, serie scritta da Tsugumi Ohba e disegnata da Takeshi Obata (edito in Italia da Planet Manga); pertanto è stato chiesto a Nakano quanto sia vicino alla realtà ciò che viene raccontato nel fumetto:

 

Be’, si tratta di fiction, quindi molte cose sono esagerate, ma quel manga prende un sacco di dettagli dalla vita reale, dunque penso sia abbastanza attendibile. Per esempio, gli sfondi sono quasi tutti ispirati a foto scattate in luoghi reali. Le scene in cui l’editor parla ai giovani artisti sono piuttosto vicine a ciò che avviene nella realtà.

 

È stato chiesto all’editor come si svolge una giornata lavorativa tipo di chi fa il suo mestiere:

 

Ci sono circa venti manga in corso di serializzazione su Weekly Shonen Jump. Ogni editor si occupa di uno o due mangaka. Il loro compito è quello di ritirare il manoscritto ogni settimana, e sono sostanzialmente le persone responsabili di far arrivare il manga al lettore.

Visto che le consegne sono settimanali e non è facile rispettare le scadenze, ci sono diversi autori che fanno fatica a gestire l’impegno. Sempre. Gli editor devono quindi affiancarli. Certe volte, il manoscritto viene consegnato a tarda notte, e questo rende il lavoro piuttosto stressante ed è necessario inseguire gli artisti che non rispettano le consegne e farli disegnare. Non è sempre una bella sensazione, soprattutto perché senza l’autore non ci sarebbero proprio i manga, ma in alcuni casi noi editor dobbiamo pregare che l’opera venga completata.

 

Durante l’intervista si è poi passati all’argomento anime, con Nakano che ha spiegato come funziona il processo di scelta dei titoli per gli adattamenti:

 

Noi di Shueisha non possiamo produrre anime autonomamente, quindi ci sono diversi modi in cui un manga può diventare un anime. In alcuni casi, un manga acquisisce una popolarità tale da far diventare appetibile l’idea di farne un adattamento animato, così ci rivolgiamo a vare studi chiedendo di farne un anime, come mezzo per promuovere ulteriormente la serie.

In altri casi, sono gli studi di produzione a rivolgersi a noi chiedendo di poter adattare un titolo. Comunque sia, se c’è il desiderio di produrre un anime, Shueisha lo sosterrà.

Per quanto riguarda My Hero Academia, sono state le aziende che si occupano di anime a volerne realizzare un adattamento. Noi abbiamo deciso che quelli dello studio Bones ne avrebbe fatto una versione animata incredibile e ci siamo rivolti a loro.

 

 

Nakano ha poi risposto a delle domande che riguardano due temi molto discussi: il sovraccarico di lavoro e la pirateria. Nel primo caso si tratta di un argomento che interessa in modo particolare i lettori stranieri di manga, che si chiedono spesso come funzioni effettivamente l’ambiente del Fumetto in Giappone:

 

Il problema del sovraccarico di lavoro è qualcosa a cui non pensiamo. In passato, gli editor hanno sempre cercato di concentrarsi su come rendere più interessanti i manga e farli diventare dei successi, ma ora abbiamo anche gli anime ad aiutarci in questo compito. Ci sono giorni in cui il nostro lavoro è davvero impegnativo, quindi cerchiamo di assumere altre persone che possano contribuire a snellire il carico in alcuni dipartimenti.

 

L’intervista si è conclusa parlando di pirateria. È stato infatti chiesto all’editor un parere sulla diffusione illegale di scansioni di manga al di fuori del Giappone e cosa stiano facendo le case editrici nipponiche per cercare di arginare il problema:

 

Sono contento che le persone leggano i nostri manga, ma la pirateria è un grande problema per gli artisti: non ripaga i costi per gli assistenti, la creazione del manoscritto e tutte le altre fasi del progetto. Se non tenuta sotto controllo, questa tendenza potrebbe distruggere la cultura del manga. Credo sia importante incoraggiare le persone che leggono le versioni pirata a supportare quelle ufficiali.

 

A questo proposito è stato chiesto a Nakano se l’applicazione Manga Plus possa essere una soluzione:

 

Lo spero, ma questa non era la ragione primaria per la quale abbiamo deciso di creare l’applicazione. Volevamo semplicemente che i nostri manga fossero più accessibili in tutto il mondo, detto ciò potrebbe anche ridurre la richiesta di versioni pirata.

 

 

Fonte: Anime News Network