Age of X-Man continua a far parlare di sé. Questa volta è Prisoner X la miniserie sotto i riflettori. Scritta da Vita Ayala e disegnata da German Peralta, si concentra sui reietti della società utopica e a misura di mutanti creata da Nate Grey. Chi sono i prigionieri della misteriosa Stanza del Pericolo? E come mai costoro sono esclusi dal mondo perfetto di questa realtà alternativa?

Ecco le dichiarazioni della Ayala sulla miniserie, che debutta il 6 marzo negli Stati Uniti:

 

Prisoner X #1, copertina di Patrick Zircher

Il titolo può far riferimento a diverse cose, a personaggi e temi della storia, ma soprattutto, per rispondere in breve, indica Alfiere. Nella serie, lui è un po’ tutti noi. Non solo la sua prospettiva è dominante nella storia, ma è la sua comprensione dell’Universo Marvel inteso nel senso più ampio possibile ciò che condividiamo, il suo viaggio tra le realtà nel tentativo di mettere nel giusto contesto questa strana utopia di Age of X-Man. La serie prende le mosse direttamente dall’albo Alpha, dove assistiamo a una specie di caduta dal paradiso di Alfiere.

La prigione, chiamata Stanza del Pericolo, ospita ogni sorta di mutante i cui crimini verso la società utopica sono vari. Non voglio anticipare troppo, posso solo dirvi che non tutti i carcerati sono quel che sembrano. Datemi retta e non fidatevi dei vostri occhi. Gabby, Polaris, Dani, Bestia e Forge sono personaggi molto importanti del cast. C’è anche un altro mutante molto noto sul proscenio, ma non voglio rivelarlo qui. Il gruppo mi è stato proposto dagli editor, per la mia gioia. Alfiere e Tempesta sono i due personaggi responsabili del mio amore per la Marvel.

Alfiere sta rischiando di scomparire in questo luogo, in questo sistema sociale. La sua unica infrazione al codice è stata quella di entrare in contatto emotivo sincero con un altro essere umano, aggiunta al fatto di conoscere e ricordare certe cose che non dovrebbe, secondo l’autorità. E questo lo rende un criminale. Ma ci sono anche minacce più specifiche che incombono su di lui. Altri prigionieri che sembrano essere stati resi folli dalla Stanza del Pericolo. E poi un essere apparentemente onnisciente che gli incasina il cervello. Inoltre, alcuni dei suoi ricordi sono un pericolo per lui, perché lo spingono in direzione opposta al resto del mondo.

 

Secondo Ayala, Age of X-Man è un evento costruito da Lonnie Nadler e Zac Thompson per esplorare i difetti intrinsechi alla visione occidentale di un mondo perfetto, soprattutto nell’accezione nord-americana. Esclusione, restrizione e incapacità di accogliere sono conseguenze immediate dei modelli utopici di gran parte dei cittadini di oggi.

 

Io sono una libera professionista, lavoro dove mi chiamano. Ma ho sempre avuto un amore particolare per gli X-Men e le persone straordinarie con cui ho lavorato durante questo progetto. Credo che le testate mutanti siano in ottime mani per il prossimo futuro, ma se dovessero richiamarmi, correrei al volo a lavorare su questi personaggi.

 

Prisoner X #2, copertina di Patrick Zircher

 

 

Fonte: Newsarama