Un glorioso Jumanji gotico: questa sembra essere la definizione più diffusa di DIE, la nuova serie Image Comics di Kieron Gillen e Stephanie Hans di cui vi abbiamo parlato qualche tempo fa, ispirata dalla passione dei suoi autori per il Fantasy e per il gioco di ruolo Dungeons & Dragons.

I due, interpellati dalla redazione di Comic Book Resources, sono tornati a parlarne. Ecco cos’hanno aggiunto a quanto già sappiamo, dopo l’uscita del primo numero del mese scorso:

 

DIE #1, copertina di Stephanie Hans

Gillen – “Jumanji gotico” non è male come slogan, no? Come potete immaginare, è una definizione parziale, una scorciatoia. Il nuovo Jumanji che è uscito al cinema l’anno scorso era divertente, anche perché somiglia, come concetto di base, a quel che faremo noi, per quanto del tutto opposto nelle atmosfere. La nostra è una storia dark fantasy adulta, e sospetto che la mia idea di dark fantasy coincida per lo più con quel che la gente di solito definisce come horror.

Degli adolescenti scompaiono misteriosamente durante una sessione di gioco di ruolo, negli anni Novanta. Due anni dopo, vengono ritrovati, incapaci di spiegare dove siano stati. Ora è il 2018, sono adulti e stanno per scoprire che il rapitore non ha ancora chiuso i conti con loro.

Questi giorni dopo il debutto mi mettono ansia. Ho iniziato una cosa del tutto nuova e diversa dal solito dopo il successo immediato di The Wicked + The Divine. Siamo alla settimana prima dei preordini, che è sempre la più tesa, ma siamo orgogliosi del risultato e le reazioni della gente apprezzate sinora sono davvero una gioia.

 

Tra chi ha apprezzato l’albo d’esordio e lo ha fatto sapere pubblicamente, anche colleghi di spicco come Ta-Nehisi Coates, Ed Brubaker, Marguerite Bennett, Jen Bartel, Gerry Duggan, Al Ewing, Jim Zub. Anche il sodale di Gillen, Jamie McKelvie, ha dato un giudizio entusiasta, ma lo sceneggiatore teme scherzoso che sia solo perché il successo di DIE, dato che The Wicked + The Divine volge al termine, significherebbe per il disegnatore liberarsi di lui.

 

Hans – In questo momento sono in una situazione emotiva di mezzo. Sento l’ansia, ma non tantissimo. Disegno interni di fumetti sin da quando ho iniziato a lavorare in questo ambiente e ho fiducia nelle mie doti di narratrice. Sono più preoccupata per la mia capacità di rendere sulla pagina le intenzioni di Kieron nel modo giusto, di cogliere quella magia che permette a una storia di incontrare il pubblico a cui si rivolge. Ho sempre pensato che dietro a ogni successo ci fosse un piccolo miracolo. La giusta storia al momento giusto. Somiglia un po’ a un colpo di fulmine: dipende da chi quelle due persone che si incontrano stanno cercando in quel preciso momento e dalle circostanze in cui l’incontro avviene.

 

La Hans non nasconde la soddisfazione di vedere un progetto di cui ha discusso per anni con Gillen vedere finalmente la luce, grazie a personaggi davvero affascinanti concepiti dalla mente dello sceneggiatore dopo lunghissime riflessioni. Un’occasione di crescita, per l’artista, che sente di confrontarsi con sfide che la stanno facendo evolvere.

 

DIE #1, anteprima 01

Hans – Kieron mi coinvolge fortemente nel processo creativo. Non sono sicura di come funzioni di solito questo rapporto, perché questa è la mia prima serie regolare, ma credo che di solito ci si ascolti parecchio a vicenda. Il fatto che abbiamo lavorato spesso assieme in passato aiuta molto, perché abbiamo fiducia reciproca quando lanciamo la palla nel campo dell’altro. So che lui scriverà una storia che va bene per me e spero che sappia che io farò sempre del mio meglio per trasformare in immagini le sue parole.

Gillen – Non solo il mondo di DIE ma anche i protagonisti sono stati il risultato di una fortissima collaborazione. Io avevo in mente lo scheletro di questi sei personaggi, ne ho parlato con Stephanie e lei ha tirato fuori una serie di sfaccettature interessanti che abbiamo integrato in loro. Mettila così: non ci sarebbe un personaggio francese nel cast centrale della storia se Stephanie non mi avesse raccontato una serie di cose affascinanti della cultura dei giochi di ruolo con cui siamo cresciuti. Il fatto che uno dei protagonisti sia un ragazzino metallaro e sensibile è parimenti grazie a Stephanie. Si tratta di un tipo di persona che ho conosciuto nella vita, ma che non ho mai visto in una storia.

 

Come sempre quando inizia una nuova vicenda, Gillen sa già il finale e prevede una serie di media durata, che si assesterà su ventiquattro o venticinque pagine ad albo, dopo l’esordio da trentacinque.

Lo scrittore ha avuto anche parole di lode per Clayton Cowles, che considera uno dei letteristi di maggior talento della sua generazione, cui riconosce grandi meriti per aver studiato caratteri ad hoc per definire le voci degli dei di The Wicked + The Divine, e per Rian Hughes, che ha assunto il ruolo di responsabile del design di molti elementi e oggetti della serie. Fondamentale per ottenere riferimenti significativi e dettagliati alla cultura dei giochi di ruolo.

Infine, Gillen ha parlato del gioco effettivo che sarà prodotto come spin-off della storia a fumetti.

 

Gillen – In tutti i test di gioco che abbiamo fatto finora ho sempre avuto il ruolo di narratore, quindi non so ancora che personaggio giocherò, la prima volta che avrò l’occasione. Siamo ancora al livello in cui si devono inventare un sacco di cose bizzarre, ed è il momento migliore. Speriamo che per Natale saremo più avanti, in modo da poter davvero far circolare delle versioni beta del gioco. Ho in mente di pubblicare la prima versione in formato PDF, quando uscirà la prima raccolta in volume. Pensavamo al primo albo, ma ci sarebbero stati degli spoiler troppo importanti.

La prima versione è pensata per essere giocata tutta in un paio di sessioni e, di base, è l’occasione per modellare e giocare il primo arco narrativo di DIE, senza ripetere le azioni del cast nella storia, ma creando qualcosa di magico che ha le stesse regole già viste nel fumetto. Com’è il gioco? Simultaneamente informato dalla struttura di un gioco moderno e citazione di un suo omologo del 1991.

 

 

 

Fonte: Comic Book Resources