Jack Kirby: Mostri, uomini, dei, copertina di Jack Kirby

È stata inaugurata lo scorso 24 novembre Jack Kirby: Mostri, uomini, dei, mostra dedicata al Re dei comics visitabile gratuitamente fino al 5 gennaio negli spazi della Fondazione del Monte, in via delle Donzelle 2, a Bologna. L’esposizione raccoglie una settantina di tavole originali dell’autore, selezionate tra i suoi lavori Marvel, DC Comics ed extra-supereroistici.

La galleria inizia proponendo alcune tavole di un fumetto mai completato, realizzato in coppia con Joe Simon (con il quale Kirby aveva creato Capitan America). I due avevano dato il via al filone del Fumetto romantico per un pubblico adolescente, un contraltare delle serie Archie Comics pensato per lettori con qualche anno in più. Il passo successivo sarebbe stato un fumetto per adulti che trattasse tematiche ancor più mature, come il divorzio. La serie si sarebbe dovuta chiamare In Love, ma il progetto non vide mai luce.

Abbiamo avuto modo di osservare alcune tavole dall’adattamento a fumetti di 2001: Odissea nello Spazio, di Stanley Kubrick, con il quale nel 1976 Kirby poté scatenare il suo tratto visionario in un contesto cosmico, come aveva già dimostrato con Nuovi DeiGli Eterni, lanciata pochi mesi prima.

Trovandosi di fronte ai disegni originali, risulta ancor più evidente il talento nell’utilizzo dei neri, il cui impatto è netto anche in una delle poche tavole a matita esposte.

 

 

Passando ai lavori supereroistici del Re, la gestione dello spazio è l’elemento dominante, accompagnando lo sguardo del lettore attraverso la tavola in modo molto più dinamico di quanto fatto in precedenza nel Fumetto americano; il tutto attraverso una profondità di campo maggiore, personaggi che escono dalle vignette e ombreggiature.

Nelle tavole originali si può inoltre trovare un indizio utile a risolvere l’eterna diatriba sulla paternità di molte storie firmate da Stan Lee ma apparentemente realizzate soprattutto da Kirby: sul bordo dei fogli si trovavano note a margine scritte a matita, proposte di testi spesso utilizzate nella versione finale.

 

Mostra Kirby

 

In alcune storie di Thor possiamo ritrovare addirittura dialoghi completi scritti da Kirby, i quali sono stati resi più arcaici prima di andare in stampa per essere trasformati in linguaggio asgardiano.

Si può inoltre riconoscere una minore verbosità dei dialoghi in alcune storie, dove il testo è meno invasivo di quanto non fosse nelle storie sceneggiate da Stan Lee, come sottolineato dal giornalista Paul Gravett:

 

Il vero problema di Stan Lee è che non riusciva a smettere di parlare, nel mondo reale e su pagina, quindi riempiva tutto con vignette e testi.
 La famosa frase ‘nuff said non l’ha mai applicata a se stesso.

Un esempio famoso è una doppia pagina con nove vignette: una lotta all’ultimo sangue tra Capitan America e Batroc senza parole, ma Lee non ce la fa, alla fine deve inserire il suo commento in una didascalia: “Avete visto che combattimento straordinario?

 

 

Uno dei contenuti più preziosi della mostra è la presenza della quasi totalità (ne mancano un paio, sostituite da stampe della versione finale a colori) delle tavole originali della storia L’Occhio del Male, pubblicata per la prima volta su Fantastic Four #54. È un perfetto esempio dell’energia grafica e narrativa di Kirby, dalla partita di baseball con cui si apre l’episodio fino agli sbalorditivi scenari esotici della valle segreta degli Inumani.