Le trame di Action Comics, cui si dà vita nel numero #1005, secondo Brian Michael Bendis dovrebbero fungere da fulcro non solo per le vicende che interessano Superman, ma per gran parte dell’Universo DC.

Lo ha spiegato in un’intervista molto spoilerosa lo sceneggiatore di Cleveland commentando il numero sopraccitato, appena uscito negli Stati Uniti, in cui si svela l’identità del nuovo nemico, Red Cloud, oltre a reinserire nelle trame DC Comics lo storico personaggio di Question.

 

Action Comics #1005, anteprima 02

Ho pensato a lungo alle atmosfere delle mie storie di Action Comics e ho deciso che Superman sarebbe stata la serie dedicata a Superman come personaggio e che le sue azioni, lì, sarebbero state quelle che solo Superman può compiere. E penso vi siate accorti che su quelle pagine abbiamo sempre di fronte il suo punto di vista sugli eventi. Siamo totalmente nella sua testa. Ma in Action Comics no. Non vediamo mai le cose con i suoi occhi, bensì con quelli di Clark.

Vedo Action Comics come un titolo bandiera della DC, che riguarda tutto l’Universo DC e che ha Clark Kent come principale interprete. L’ho sempre pensata così. Anche da ragazzino, quando vedevo le differenze tra le due testate, avevo questa impressione. Ecco perché in Action metto vicende che non può risolvere a cazzotti. Ci prova, ma la vera risposta è altrove.

Superman è anche un argomento politico, e le persone del suo mondo hanno sentimenti differenti, nei suoi confronti, a seconda della loro posizione e dei loro obiettivi. Se non sono dei suoi fan, questo non fa di loro necessariamente delle persone cattive. Forse hanno solo un’idea diversa della legge e dell’ordine. Abbiamo ritratto un sacco di persone di potere e diverse voci politiche di Metropolis nel dibattito sulle sue azioni. Una cosa che ho sempre pensato fosse necessaria nell’Universo DC.

Viviamo in un mondo in cui persino i ragazzini delle superiori vedono un sacco dei processi tramite cui le città sono governate e il mondo viene amministrato. tutti noi vediamo moltissimo delle follie che vengono commesse e perpetrate nel mondo di oggi. Ho pensato che questo fosse un interessante argomento di riflessione, con la presenza della Mafia Invisibile. Spesso i lettori chiedono chi mai tenterebbe qualcosa di criminale a Metropolis, dato che c’è Superman in giro. Una domanda che mi fa sorridere. Pur con tutta la polizia che c’è a New York, non mancano di certo i criminali. La gente, a volte, fa delle follie. Non importa il contesto.

 

L’identità segreta di Red Cloud è stata sì svelata ma ha a che fare con personaggi e trame ancora oscure ai lettori delle storie in italiano. Bendis chiarisce che si tratta di una giornalista, collega di Clark, e che la sua figura è nata, come idea, durante le ricerche per le storie di Murder Inc. Lo scrittore ha letto di un malvivente che lavorava in un giornale, un reporter che usa informazioni per essere un criminale migliore, un mafioso più efficiente: il perfetto opposto del Clark Kent, giornalista per senso di verità.

Bendis ha inoltre commentato il ruolo di Dial H, che considera una delle migliori idee di sempre dell’Universo DC:

 

Non credo che avrebbe mai funzionato alla Marvel, è una cosa troppo DC. Ovviamente, stiamo lavorando con il concetto anche nei fumetti Wonder Comics, ma ho pensato che Action sarebbe stata un’ottima piattaforma per reintrodurlo e farlo conoscere a chi non ne sa nulla. Faccio questo genere di contaminazioni tra le mie serie solo se penso siano organiche al contesto. Ho scritto le scene che coinvolgono Question e Dial H, una delle poche in cui non c’è Superman, e mi sono detto che quella era la quintessenza di quel che volevo per Action Comics. Era una splendida pagina di noir in stile DC e qualcosa che avrei voluto mettere in vetrina.

 

Bendis si definisce un grande fan di Question, il precursore del Rorschach di Watchmen. Lo sceneggiatore cita i cicli di storie di Dennis O’Neil e Denys Cowan e, più recente, quello di Greg Rucka, oltre ovviamente alle prime avventure del creatore del personaggio: Steve Ditko. Quando è arrivato alla DC Comics, dice Bendis, non erano Batman o Superman i personaggi che i fan volevano che scrivesse più di ogni altro, quanto l’investigatore dall’inconfondibile trench con cappello e maschera che copre completamente il volto.

Altro punto fondamentale delle sue storie, il rapporto tra Lois e Clark. Ecco come ne ha parlato:

 

Action Comics #1005, copertina di Ryan Sook

Questo è uno degli elementi delle storie per cui ho potuto trarre un sacco di ispirazione da altri scrittori di Superman, come Pete Tomasi e Dan Jurgens, che hanno dato vita alla famiglia del personaggio e ai suoi desideri, nonché ai problemi che essa avrebbe affrontato. Io sono arrivato un po’ come un terapista familiare e mi sono chiesto di che cosa ci fosse bisogno per fare un passo più in là.

Chi ha letto Action Comics #1004 ha visto Lois guardare letteralmente in camera e rassicurare tutti: lei e Clark non si lasciano. Ma tutti ancora si chiedono se sia vero. E questo vi dimostra come una relazione come questa possa essere fragile. Sono davvero grato alle persone che si dimostrano così appassionate a questa coppia, ma il mio obbiettivo non è farla saltare. Credo che sia una delle coppie più passionali e adorabili di sempre. Voglio che torni a essere questo.

Nel numero #1006 vedrete me e Ryan Sook fare i conti con le conseguenze della rivelazione dell’identità di Red Cloud e rivelarvi chi sia il suo interlocutore, ovvero chi è a tirare le fila della Mafia Invisibile. E quale sarà la relazione tra queste parti quando si renderanno conto che possono davvero affrontare Superman da pari a pari? Inoltre, il numero vedrà Clark riflettere su quello che può a tutti gli effetti fare.

Ci sono grandi idee in arrivo, nel prossimo numero e, inoltre, c’è la cosa più difficile che ho mai chiesto a un artista di realizzare. E Ryan mi ha soddisfatto. Gli ho chiesto di mostrarci Clark che fa uno scan completo del Daily Planet con la vista a raggi X. Vedremo ogni singola persona nel palazzo e quel che sta facendo. E lui ha fatto un lavoro grandioso.

 

Bendis ha anche in parte elaborato i concetti già espressi altrove sul ritorno di Jonathan Kent. Il figlio di Clark è tornato dallo spazio, a quanto pare, decisamente invecchiato rispetto a quando era partito. Superman ha davvero perduto gli anni formativi del proprio figlio?

 

La mia ispirazione viene dalla consapevolezza di quanto sarebbe devastante quella perdita per un genitore. Insomma, io detesto quando i miei figli vanno al campeggio estivo. Loro l’adorano, ma vanno via per settimane intere e io mi perdo le loro esperienze, totalmente. Tornano e sembrano più grandi. E tu hai quest’esperienza di mollarli al campeggio un giorno e poi di ritrovarteli che pare abbiano i baffi. Questa storia è la versione supereroistica di quella sensazione. Clark ha perso un periodo davvero importante per Jon e la cosa gli farà male. Parecchio. E fare così male a Superman non è una cosa da poco.

 

Superman #8, copertina di Ivan Reis

 

 

Fonte: Comic Book Resources