Pochi minuti fa Marco Marcello Lupoi, primo editor di Marvel Italia e direttore publishing di Panini Comics, ha pubblicato sulla sua pagina Facebook il suo ricordo di Stan Lee, morto ieri a 95 anni.

Lo riportiamo qui sotto:

Stan Lee, creatore dell’Universo Marvel, in una carriera straordinaria ha creato un pantheon di eroi che da decenni emoziona e fa sognare il mondo intero, e che dai fumetti ha saputo diventare un cosmo multimediale di portata globale. Stan ci ha insegnato che da grandi poteri derivano grandi responsabilità, che puoi essere un eroe indipendentemente dal tuo aspetto, dal colore della tua pelle, e da quello che il mondo pensa di te. E che puoi essere cieco ma guidare il mondo, e che per quanto sia pesante l’ostacolo che ti è crollato addosso, hai dentro di te la forza per rialzarti, in nome dell’amore e delle persone per cui vale la pena lottare.
Stan è stato tutto questo. Ci ha fatto sognare, immaginare, rischiare, lottare, dalla prima volta che abbiamo letto una delle sue storie o una delle storie dei suoi personaggi. Ci ha mostrato la strada, con un “sense of wonder” senza paragoni, sia che ci portasse su Asgard o nella zona negativa, sia che ci conducesse nei vicoli di New York o sui suoi tetti.
Stan ha avuto una vita lunga e incredibile e lascia un retaggio che sicuramente accompagnerà il mondo per i decenni e i secoli a venire.

Dal giorno in cui, a sei o sette anni, ho preso in mano il mio primo fumetto di Spider-Man, scritto da Stan, la mia vita è cambiata in maniera fatale, e il percorso iniziato quel giorno, mi ha fatto diventare lettore, fan, fanzinaro, traduttore, editor, e poi direttore editoriale dei fumetti Marvel in Italia e tanti altri paesi. Ma al di là dell’aspetto lavorativo, le storie di Stan e dei suoi personaggi mi hanno insegnato nel periodo formativo della mia vita (e oltre) che non bisogna mai arrendersi, che occorre lottare per quello in cui si crede anche quando tutto sembra perduto, e che siamo tutti uguali indipendentemente dall’aspetto o da quello che il mondo pensa di noi. Dico spesso che tutto quello che so l’ho imparato dai fumetti Marvel. Ecco, oggi più che mai sento che è questa la mia verità. E come ogni aspirante super eroe che si rispetti (perché basta essere umani per essere super eroi), mi metto il costume, ma senza maschera, e parto per la mia missione, che è lavorare ai fumetti più belli del mondo. Perché è questo che si fa nel dolore. Si va avanti. Sempre.

Excelsior, Stan.

PS Nel 1993 ebbi l’onore di passare una settimana come accompagnatore di Stan, solo noi due tra Roma e Lucca e una miriade di interviste. Abbiamo parlato per ore, per tutti quei pranzi quelle cene e quei tragitti. Ero così emozionato che penso di non essermi neppure reso conto fino in fondo di quanto fosse unica ed irripetibile quell’esperienza. Ma oggi ho questa dedica di Stan a ricordarmela. Ecco.

 

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