Come tutti gli appassionati sanno, il seguito del successo mondiale di Masashi Kishimoto si intitola Boruto – Naruto Next Generations e vede ai testi Ukyo Kodachi per i disegni di Mikio Ikemoto, artista che abbiamo avuto il piacere di intervistare a Lucca Comics & Games 2018.

Ringraziamo per la collaborazione Planet Manga, in particolare Alessandra Marchioni ed Edoardo Serino per la traduzione. Esprimiamo inoltre la nostra gratitudine a Shueisha e in special modo al sensei Hiroyuki Nakano, editor di Naruto, Boruto e attuale Editor-in-Chief della rivista Weekly Shonen Jump.

 

Porgiamo innanzitutto al sensei Mikio Ikemoto il nostro benvenuto su BadComics.it. La prima cosa che vorremmo sapere da lei è come si è appassionato al mondo del Fumetto e quali sono stati i primi titoli che l’hanno avvicinata al medium.

Grazie a voi. Il primo manga che ha conquistato il mio interesse è stato certamente “Kinnikuman”, del sensei Yudetamago. Dopodiché mi sono appassionato a “Dragon Ball”, del maestro Akira Toriyama.

Quando ha preso la decisione di diventare un mangaka professionista e quali sono state le sue prime esperienze al riguardo?

La mia decisione di intraprendere la carriera di mangaka professionista è stata molto precoce; addirittura risale agli ultimi anni delle Elementari. All’età di vent’anni ho poi vinto un premio indetto dalla rivista “Shonen Jump”, presentando una mia storia autoconclusiva. Da lì è iniziata a tutti gli effetti la mia carriera.

Quando ha conosciuto il maestro Masashi Kishimoto? E com’è entrato a far parte del team creativo di “Naruto”?

È stato proprio grazie al premio di cui parlavo che il maestro Kishimoto mi ha notato e mi ha chiesto di entrare a far parte dello team creativo di “Naruto”.

Ha dichiarato di aver cominciato disegnando figure sullo sfondo e personaggi secondari di “Naruto”, conquistandosi pian piano la fiducia del sensei Kishimoto, cosa che le ha permesso di arrivare a disegnare il protagonista della serie e poi realizzare un intero volume. Quanto è stata difficile la gavetta? E come ha ottenuto la stima del maestro?

Ho cominciato a conquistarmi la fiducia del maestro Kishimoto cimentandomi con la cosiddetta tecnica della Moltiplicazione del Corpo del protagonista. Non è per nulla facile da rappresentare, ma da lì ho avuto la fiducia del sensei Kishimoto, che mi ha affidato in seguito la realizzazione di altri personaggi, ottenendo il suo favore. Se c’è stata una gavetta per me, quella è stata la tecnica della Moltiplicazione del Corpo.

Cosa la affascina di più dell’universo creato dal maestro Kishimoto e, se ce n’è uno, qual è il suo personaggio preferito?

Innanzitutto, quello che più affascina del maestro Kishimoto è il suo stile di disegno, supportato da un tratto potente e accattivante. Il mio personaggio preferito è indubbiamente Jiraiya, uno dei tre Ninja Leggendari del Villaggio della Foglia, nonché maestro di Naruto.

Com’è nato il progetto del sequel “Boruto – Naruto Next Generations”? E qual è stato il suo contributo al riguardo?

Hiroyuki Nakano – Dopo la conclusione del manga di “Naruto”, è nato il progetto del film “Boruto: Naruto the Movie”, diretto dal maestro Hiroyuki Yamashita su soggetto del maestro Masashi Kishimoto, con sceneggiatura sua e del sensei Ukyo Kodachi. La pellicola è stata voluta dallo stesso maestro per completare la saga di “Naruto” e nello stesso tempo proiettarla verso il futuro, dando vita a qualcos’altro. Lo staff di “Shonen Jump” non voleva abbandonare questi personaggi e ha chiesto al maestro Kishimoto se ci fosse la possibilità di creare un nuovo manga. Al ché, il maestro Kishimoto ha risposto che se fosse stato il sensei Ikemoto a disegnare il sequel, avremmo potuto fare ciò che volevamo. Insieme al fumetto è nata in contemporanea la trasposizione anime, la quale va di pari passo, anche se entrambi seguono trame autonome.

Nello sviluppo attuale delle storie di “Boruto” da lei disegnate e scritte dal maestro Ukyo Kodachi, siete totalmente autonomi oppure dovete in qualche modo rispondere a direttive del sensei Masashi Kishimoto?

L’idea principale è sempre del maestro Kishimoto. Io, poi, realizzo le bozze e i disegni. A quel punto entra in gioco lo sceneggiatore, che rivede tutto insieme al maestro Kishimoto.

Su richiesta stessa del maestro, il suo tratto ha assunto soprattutto con “Boruto” una dimensione e una personalità ben delineata. Quali sono, a suo avviso, le caratteristiche che la distinguono maggiormente da Kishimoto?

Il maestro Kishimoto mi ha sempre spronato a sviluppare un mio stile, esortandomi a non cercare di copiarlo in nessun modo. In realtà, però, non sarei in grado, su due piedi, di dire in cosa mi distinguo di più dal sensei. Entrambi, inoltre, amiamo e ci ispiriamo a nostra volta alle stesse opere e agli stessi maestri: “Dragon Ball”, del sensei Akira Toriyama e “Akira”, del sensei Katsuhiro Otomo.

Quale consiglio si sentirebbe di dare a un giovane talento che volesse intraprendere il percorso di mangaka professionista?

È una domanda difficile a cui rispondere. Disegnare manga è una professione dura. Ci sono momenti difficili, in cui quasi ti viene voglia di mollare, di gettare la spugna. Se ti piace davvero disegnare, però, ci devi provare, ma lo devi volere più di ogni cosa, altrimenti è meglio lasciar perdere.

Quali sono i suoi progetti per il futuro? C’è un sogno nel cassetto, un personaggio o un fumetto di sua creazione che un giorno spera di proporre al pubblico?

Per il momento, intendo concentrarmi unicamente su “Boruto”. Diciamo che oggi non ho ancora ben chiaro cosa farò in futuro dopo questa serie, che comunque è molto impegnativa e altrettanto soddisfacente per me.

Ci menziona un fumetto che ha letto, o che sta leggendo, da consigliare al pubblico di BadComics.it?

Mi piace molto “L’Attacco dei Giganti”, del maestro Hajime Isayama. Un manga che mi stuzzica molto e che vorrei leggere è “Happiness”, del sensei Shuzo Oshimi.

 

Mikio Ikemoto, autoritratto