Superman #5, copertina di Ivan Reis

Sulle pagine di Superman #5, Brian Michael Bendis ha apparentemente citato il lavoro del regista Zack Snyder per dire la sua sulla vera natura dell’Azzurrone.

Molti di voi ricorderanno la sequenza finale della battaglia tra Superman e il Generale Zod nel film L’Uomo d’Acciaio, nella quale il primo sconfigge il secondo spezzandogli il collo per salvare gli abitanti di Metropolis (o quantomeno i superstiti, dopo una schermaglia che ha causato migliaia di morti).

Si tratta di uno dei momenti più discussi della pellicola, criticata non solo da moltissimi fan ma anche da addetti ai lavori, come lo sceneggiatore Mark Waid. Il Superman dei fumetti, infatti, non uccide. In quel caso specifico, la controparte filmica aveva a disposizione diverse opzioni che gli avrebbero permesso di non ricorrere alla forza letale, ad esempio – semplicemente – mettere una mano sugli occhi di Zod per proteggere i civili dalla sua vista calorifica.

Una situazione analoga si è presentata nel quinto numero della rilanciata serie dedicata al personaggio, scritta da Bendis per i disegni di Ivan Reis. Nella Zona Fantasma, Superman si imbatte nella sua nuova nemesi, Rogol Zaar, il quale è addormentato. In quel momento, Superman valuta di assassinare a sangue freddo il presunto responsabile della distruzione di Krypton, nonché – attualmente – la più grande minaccia per la Terra.

Kal-El è pronto a scatenare la vista calorifica contro Rogol, uccidendolo all’istante, ma ecco che succede qualcosa di inaspettato: l’eroe ha una visione dei suoi defunti genitori terrestri, grazie alla quale ricorda uno degli insegnamenti ricevuti da Ma e Pa Kent: “Se una prova fosse facile, non sarebbe una prova.” Tutto ciò ricorda a Superman la più grande lezione che gli è stata impartita, vale a dire cosa significhi essere davvero umani. Bendis rammenta così a tutti noi chi è davvero Superman: un eroe che non uccide, perché farlo significherebbe andare contro la sua più intrinseca e veritiera natura.

Non è tutto: lo sceneggiatore di Cleveland ha inoltre reintrodotto lo stesso Generale Zod in un ruolo relativamente inedito, rendendolo un alleato dell’Uomo d’Acciaio contro Zaar: “il nemico del mio nemico è mio amico”, insomma. Non è la prima volta che i due kryptoniani sono protagonisti di una momentanea alleanza, puntualmente venuta meno ogni qual volta Zod si è dimostrato inaffidabile.

Il Generale ritratto da Bendis sembra però un individuo diverso rispetto al passato: più mite e disposto ad accettare consigli e alleanze, realmente desideroso di dare al suo popolo un nuovo mondo di pace e prosperità. Ce ne accorgiamo grazie alle diverse visioni del personaggio che vanno in scena nel corso della storia, le quali mostrano la sua sincera preoccupazione nei confronti della sua famiglia e della sua gente, nuovamente minacciata da Rogol Zaar.

Zod è davvero cambiato? Si dimostrerà un compagno di squadra affidabile per Superman? È ancora troppo presto per dirlo, ma di certo Brian M. Bendis ci ha abituati a continue sorprese nel corso della sua ventennale carriera…

 

 

 

Fonti: Bleeding Cool | CBR