Durante il New York Comic Con, la DC Comics ha presentato un panel interamente dedicato alle tante novità dell’etichetta Vertigo. Erano presenti sul palco l’editor Mark Doyle e gli scrittori Ben Blacker, Zoe Quinn, Dan Watters, Tina Horn, Rob Sheridan e Kat Howard.

Si è partiti discutendo della nascita della linea Sandman Universe, con il lancio di ben quattro nuove serie: Lucifer, Books of Magic, The Dreaming e House of Whispers. Dan Watters ha quindi parlato della prima, da lui sceneggiata.

 

Watters – Lucifer è un personaggio che ha un’immagine meravigliosa, la perfezione assoluta alla quale tutti vorremmo arrivare, ma è anche un individuo molto cinico. Quindi, ho deciso di metterlo davvero sotto pressione e di fargli vivere un crollo come non ne aveva mai avuti prima. Voglio spingere al massimo sull’aspetto più horror di questa storia per darle un sapore davvero lovecraftiano.

 

La scrittrice Kat Howard ha poi discusso del titolo da lei sceneggiato, Books of Magic:

 

Howard – La cosa più divertente è riuscire a rappresentare visivamente la magia. Quando ne ho scritto, in passato, dovevo solo pensare alle parole, mentre adesso devo anche saperle trasformare in immagini.

 

La parola è poi passata a Ben Blacker, che ha parlato di Hex Wives, una delle tante nuove serie lanciate di recente dalla Vertigo:

 

Blacker – Non so se avete presente il mondo in cui viviamo, ormai non c’è più niente da ridere. Perché dunque la mia serie non è una commedia? Perché c’è troppo da raccontare, e tante cose andrebbero perse se ci fossero toni troppo scherzosi.

Tutti i personaggi sono sostanzialmente ispirati alla cultura inerente la stregoneria. Una è basata su Samantha, la protagonista di Vita da strega: è sposata con un uomo che sua madre cerca sempre di sminuire, a ragione. Un’altra è ispirata a Wendy di Casper: è spassosa, ma è anche una delusione totale. Questo tipo di rabbia è divertente da scrivere al giorno d’oggi.

 

Zoe Quinn ha poi raccontato qualcosa del suo più recente progetto, Goddess Mode:

 

Quinn – Scrivere fumetti mi fornisce tante e interessanti possibilità narrative. È grandioso poter comunicare più aspetti della storia per mezzo dell’arte visiva, è tutto più dettagliato. Ho sempre voluto scrivere fumetti. Ho lavorato nel campo della tecnologia per quattro anni, e anche se non posso raccontare molto di quello che facevo all’epoca, ora sto provando a mettere questa esperienza nei miei personaggi.

 

La parola è poi passata a Rob Sheridan, scrittore di High Level:

 

Sheridan – Abbiamo fatto molto worldbuilding. Ed è stata una divertente opportunità utilizzare tutto questo in una storia molto mirata e costruita attorno al suo protagonista. Ora, dobbiamo solo dar vita a un intero universo.

L’intera storia del primo arco narrativo è una sorta di road trip post-apocalittico. Mi è venuta in mentre mentre guidavo accanto a mia moglie. È bellissimo avere uno spazio in cui puoi prendere tutte le cose che ti rendono frustrato e trasformarle in qualcosa che la gente può leggere, si spera con piacere.

Stiamo creando un mondo fantascientifico nel bel mezzo dell’America, in una zona troppo calda e climaticamente instabile per permettere che ci sia la vita. All’inizio, racconteremo di persone che hanno perso il loro passato, e scoprirete il mondo che hanno edificato senza conoscere la loro storia.

 

Infine, Tina Horn ha discusso di Safe Sex:

 

Horn – In Safe Sex non ci sono personaggi ispirati a qualcuno in particolare, ma tutti assieme rappresentano un gruppo sgangherato di queer e ribelli sessuali noto come Dirty Mind. Ragionano come comunità, non come singoli individui.

Come giornalista, sono sempre interessata a raccontare le culture di cui faccio parte. Chiunque sia parte di una minoranza saprà che c’è sempre qualcuno che crede di essere un eroe, mentre i suoi avversari sono i cattivi. Volevo raccontare di persone di questo tipo, e ho ascoltato i consigli di Alan Moore scrivendo una storia horror basata su ciò che mi fa più paura.

 

 

Fonte: CBR