Nel corso del New York Comic Con, la DC Comics ha presentato un panel dedicato al personaggio di Superman, che proprio quest’anno ha celebrato il suo ottantesimo anno di vita editoriale. Erano presenti sul palco, assieme al Publisher Dan DiDio, due pesi massimi del Fumetto americano: Brian Michael Bendis, attuale sceneggiatore di Superman e Action Comics, e Frank Miller, attualmente all’opera sull’attesa miniserie Black Label Superman: Year One.

In primo luogo, Miller ha nuovamente risposto a tutti coloro che gli chiedono ancora se lui abbia un qualche tipo di avversione nei confronti dell’Uomo d’Acciaio, visto come lo ha ritratto nella saga del Cavaliere Oscuro.

 

Miller – Be’, Batman lo avrà anche picchiato a sangue, ma Superman è stato il primo super eroe di cui mi sia innamorato. Da piccolo, guardavo i cartoni animati degli anni Quaranta di Max Fleisher, e avrei volentieri indossato il suo costume sotto gli abiti che usavo per andare a scuola.

Il primo finale per Il ritorno del Cavaliere Oscuro che mi venne in mente, e che non piacque per nulla alla DC, vedeva Batman morire sotto il fuoco della polizia. Il mio Superman doveva essere un po’ un “illuso”, così che il ben più radicale Batman potesse prenderlo a calci, una buona volta.

 

Il fumettista ha poi spiegato come mai ci abbia impiegato così tanto a decidersi a scrivere una storia di Superman.

 

Miller – Perché pensavo che non me lo avreste mai chiesto. È perché tutti pensavano che fossi “il tizio oscuro”.

Superman ha sempre avuto le fidanzate più belle di tutti i fumetti. Batman fallisce, e ogni tanto ha bisogno di una mano per rialzarsi. Superman, invece, cade sempre in piedi. Non c’è alcun motivo per cui Superman non debba essere, fondamentalmente, l’uomo più sexy di tutti. Basta guardare il primo film di Superman, quando il protagonista volta attorno alla bellissima Lois Lane: è una delle scene più sensuali ed erotiche di sempre.

Con Batman, abbiamo un uomo che è permanentemente traumatizzato dalla perdita dei suoi genitori. Con Superman, uno che è traumatizzato dalla morte della sua famiglia e di tutto il suo pianeta, ma che ha avuto dei genitori adottivi.

Il mio Superman non sarà quello della saga del Cavaliere Oscuro. Superman è un personaggio mitico, quasi sovrannaturale sotto certi aspetti. E questo lo rende quasi biblico: è come se fosse una specie di Mosè, un sopravvissuto di un genocidio. Lui è l’immigrato definitivo, e dunque l’americano definitivo.

 

Durante il panel, Frank Miller ha effettivamente rubato la scena, ma anche Bendis ha avuto modo di tornare a dire la sua sull’Uomo d’Acciaio.

 

Bendis – I suoi poteri non sono davvero così importanti. Alla fine, lui è solo un brav’uomo che fa cose buone: è Superman, e si ritroverà sempre di fronte a qualcosa che solo lui può risolvere. E lo farà. Queste sono cose che quando ero bambino sembravano quasi dei cliché. Ma oggi? Verità, giustizia? Superman!

 

Lo scrittore ha poi aggiornato i lettori in merito a ciò che avverrà nei prossimi mesi nelle storie del personaggio, assicurando il ritorno di Lois Lane, soffermandosi sul rapporto tra Superman e suo figlio e sulle modifiche apportate alle origini del personaggio.

 

Bendis – Quando sei un padre e guardi i tuoi bambini, ti rendi conto che per loro tu sei un riferimento. E quando qualcuno vede in te tutto questo, puoi rapportarti a Superman. Abbiamo quest’uomo che prova costantemente a esserci per ogni cosa di cui suo figlio abbia bisogno. La sua relazione con Jon è molto speciale, e noi la approfondiremo.

L’idea che Krypton sia stato mondato anziché semplicemente auto-distrutto ha cambiato la prospettiva di Superman, da quella di un sopravvissuto a un disastro naturale a quella di un sopravvissuto a una distruzione messa in atto da qualcuno.

 

 

Fonte: CBR