Negli Stati Uniti, Immortal Hulk è arrivato al sesto numero. Al Ewing ha risposto alle domande di Comic Book Resources sulla sua particolarissima serie Marvel, che torna in qualche modo alle origini del personaggio, raccontandolo più come un mostro che come un eroe e facendolo senza lesinare sulle atmosfere da storia dell’orrore.

Dopo la fine del primo arco narrativo, si percepisce un certo cambiamento di prospettiva. Ecco le parole dello sceneggiatore in merito:

 

Immortal Hulk #5, anteprima 01

L’idea è sempre stata quella di mantenere Bruce isolato per tutto il primo arco, per poi permettere alle sue connessioni con il mondo di entrare in gioco. Il fatto è che, in un universo narrativo condiviso, è impossibile mantenere gli elementi più importanti separati per sempre. Abbiamo visto altri autori tentare di farlo a volte, ma non funziona. E certamente non vorremmo mai tenere segregato un personaggio come Bruce rispetto al proprio passato. Betty sarà sempre una parte importante della su vita, anche se per ora ne è ai margini, e altrettanto vale per Rick Jones, anche se è morto. Doc Samson si sentirà sempre in obbligo verso di lui.

Considero questi tre i principali co-protagonisti della sua storia e, ora come ora, questa triade se la passa malissimo, dato che Bruce è impegnato nel tenere più lontano possibile i due sopravvissuti. Abbiamo visto come ha trattato sua cugina Jennifer, ad esempio. Quindi, certamente rimetteremo Banner al suo posto nell’Universo Marvel, ma lo faremo al nostro ritmo e a modo nostro.

Abbiamo sempre saputo che il generale Ross sarebbe stato troppo impegnato altrove per presenziare nel nostro fumetto. Sapevamo anche che avremmo dovuto creare una nuova unità operativa segreta, Shadow Base, da mettere sulle tracce di Hulk. Il che significava scegliere un essere umano da metterle a capo. Abbiamo considerato diverse possibilità, sia nuove che vecchie. Il generale Fortean ci è sembrato il candidato perfetto. Un leader proattivo, disposto a qualunque cosa. Se ogni tanto Ross ha dubitato, nella sua caccia ad Hulk, Fortean mi ha colpito come uomo dedito ai suoi doveri.

Quel che lo rende interessante ai miei occhi è il fatto che potrebbe essere cambiato, forse un po’ indurito, il giorno in cui ha scoperto che Ross e l’Hulk Rosso erano la stessa persona. Ne vediamo alcuni indizi nel sesto numero della serie: vediamo come ha preso la notizia e cos’ha imparato da quella rivelazione, ma apprendiamo anche come sia divenuto più freddo, manipolatorio, meno legato da questioni etiche. Sarà interessante osservarlo sempre da più vicino.

Questo Hulk è più forte che in passato, più spietato e crudele, disposto a generare danno psicologico. Il che ha dei risvolti metafisici in cui ci addentreremo più avanti.

 

Nella storia vedremo anche emergere l’immagine di Brian Banner, il padre di Bruce, come una presenza oscura nel subconscio del protagonista; ma il suo ruolo è più tenebroso del previsto, come una sorta di messaggero per un personaggio di cui ancora dovremo comprendere tutti i contorni: The One Below All. Probabilmente, nelle volontà di Ewing, si tratta dell’incarnazione del male, opposta al Supremo, The One Above All.

 

Ogni luce proietta un’ombra. In ogni specchio c’è un riflesso. Il Supremo, per coloro che non lo sapessero, è la cosa più vicina a Dio che esista nell’Universo Marvel. Praticamente, mai apparso sulle pagine e solo raramente nominato. Ma, qualunque cosa sia, è all’origine del moto delle cose. L’idea che un tale essere possa avere un opposto o un lato oscuro dovrebbe essere piuttosto terrificante.

 

 

 

Fonte: Comic Book Resources