Di recente, ha fatto il suo esordio in libreria e in fumetteria la graphic novel Il timido Anticristo, scritta da Stefano Antonucci e Daniele Fabbri (Quando c’era LVI, V for vangelo, Il Piccolo Führer) per i disegni di Maurizio Boscarol, pubblicata da Feltrinelli Comics.

Abbiamo avuto l’opportunità di fare qualche domanda agli sceneggiatori del volume, i quali ci hanno parlato del tema alla base della storia e, più in generale, di cosa significhi fare satira nell’Italia del 2018.

 

Ciao, Stefano e Daniele. Benvenuti su BadComics.it!
Daniele, cominciamo con te. “Il timido Anticristo” scaturisce dal tuo omonimo spettacolo teatrale: da dove nasce la volontà di trasporlo (e in parte reinventarlo) in un fumetto?

Mentre io mi concentravo a portare lo spettacolo in tour e a migliorarlo replica dopo replica, Stefano veniva a vederlo spesso e a scroccare da bere gratis in quanto socio dell’artista. E dopo un po’ di repliche, mi ha proposto di farne un fumetto.

Il mio intento, a teatro, era quello di cambiare il modo di fare satira sulla religione, perché gli argomenti sul clero e sull’assurdità della letteratura religiosa non centrano il punto, cioè i sentimenti delle persone. Visto che a teatro ha funzionato, ci è sembrata una buona idea provarci anche nei fumetti.

Stefano, i vostri lavori pregressi sono nati da un forte lavoro di squadra, fin dal principio. Come si è svolta la lavorazione in questo caso, con te che sei letteralmente “entrato” all’interno di un’opera basata sull’esperienza di vita altrui?

La prima volta che ho visto “Il timido Anticristo” a teatro ho pensato che fosse perfetto per essere trasformato in un fumetto. Il modo di fare stand-up comedy di Daniele lavora tantissimo per immagini, e renderle grafiche avrebbe dato una marcia in più e un senso del tutto nuovo a molte scene. Mi sono fatto passare il testo del monologo e ho iniziato a riadattarlo a fumetti.

Come mai avete scelto di far disegnare la storia a Maurizio Boscarol?

Fabbri – Perché Stefano ha capito che a lui piace ubriacarsi alle fiere, e ha scoperto che non c’era bisogno di disegnare per farlo.

Antonucci – Lo stile di Maurizio Boscarol è perfetto per raccontare questa questa storia. Umoristico, punk, espressivo. Inoltre è Friulano, quindi affidabilità e precisione da vendere.

Cosa significa oggi essere un “timido anticristo”, con la propria nazione che sembra stia tornando verso una mentalità più retrograda che progressista?

Il timido anticristo, anteprima 04

Fabbri – Significa soprattutto faticare moltissimo per condividere il proprio ateismo con gli altri, perché tutta questa pressione ti fa passare perfino la voglia di parlarne, visto che non sono solo argomenti civili, sono cose intime e personali. I miei amici, che nel frattempo pensano a sposarsi e a fare figli, quando mi sentono parlare pensano alle litigate con le loro famiglie, alle rotture di palle, e si scoraggiano. La guerra tra le proprie convinzioni e i propri affetti è la più difficile, il fumetto parla di questo. Ed è in questa guerra che la religione ha le armi più affilate, mortacci loro.

Antonucci – Viviamo in una nazione dove i partiti populisti e nazionalisti usano la religione cattolica per avallare la loro politica retrograda su materie come i diritti civili. Dichiararsi atei è un modo di fare politica molto più forte di quello che può sembrare.

Cosa vuol dire fare satira in una società che sembra non concepire l’autoironia né l’ironia sulle “cose di cui non si può scherzare”?

Fabbri – È divertente come vendere attrezzatura da sub nel deserto del Gobi.

Antonucci – Vuol dire che molti si divertiranno, altri si offenderanno, tanti si incazzeranno e qualcuno ti farà scrivere dagli avvocati. Sicuramente non avrai una vita noiosa.

Uno degli aspetti fondamentali del vostro lavoro è dissacrare le icone (storiche, politiche, religiose e sociali). Questa scelta vi ha portato ad avere problemi con esponenti di Casapound, con gli eredi di Antoine de Saint-Exupéry e con un incredibile numero di polacchi iracondi. Nonostante ciò, anche ne “Il timido Anticristo” sono presenti chiari riferimenti a personaggi religiosi e politici. Quanto è difficile, nel 2018, combattere l’odio con le risate?

Fabbri – La difficoltà più grande, in Italia, è che spesso anche chi ride non ti dà credito. Tra noi e un trapper vincerà sempre il trapper. Dannati sentimentalisti che non siete altro.

Vi ringraziamo per la disponibilità. A presto e buon lavoro!

 

Antonucci&Fabbri, disegno di Maurizio Boscarol