Ecco le dichiarazioni di sceneggiatore e disegnatore in merito al ritorno di Bucky Barnes:
Higgins – Scrivere Bucky come personaggio a sé è una delle questioni più difficili, ma il Soldato d’Inverno è anche uno dei migliori esempi possibili di quel che una ex spalla di un eroe possa diventare. Ha perso la sua mente, è diventato un’arma nelle mani del nemico e ha compiuto terribili misfatti che oggi rimpiange. Si tratta di una storia che gli ha dato personalità, un mondo alle spalle, un viaggio e un percorso del tutto specifici. Il fatto che un tempo sia stato la spalla di Capitan America lo ha influenzato, ma non lo ha definito.
Le storie precedenti hanno esplorato le cadute e le conseguenze emotive del periodo di Bucky come arma per il nemico e lo hanno lentamente condotto lungo un cammino di redenzione. A vestire i panni di Capitan America. Ha passato del tempo in un Gulag. Ha perso la vita per salvare il mondo. Ha cercato di sistemare i danni provocati nella Guerra Fredda. Bucky è riuscito, per molti versi, a fare ammenda dei suoi peccati. Ora vuole aiutare altri a fare altrettanto. Questo è il modo in cui può incanalare il proprio dolore in maniera produttiva e personale: aiutare qualcun altro a trovare la redenzione.
Reis – Poter lavorare su un personaggio dal retaggio così lungo e ricco e dall’aspetto visivo così potente è davvero entusiasmante. Far procedere la storia di Bucky e costruire un mondo che, per lui, sia unico e personale, nel rispetto del suo passato, è il sogno di un disegnatore. Non vedo l’ora che la gente legga le storie che abbiamo realizzato.
Fonte: Marvel
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