Comic Beat intervista Jeff Lemire e lo sceneggiatore canadese risponde alle domande a tutto tondo sulle sue opere attualmente in corso, dal grande successo Black Hammer a Gideon Falls (entrambe edite in Italia da BAO Publishing), la sua ultima fatica indipendente, che vede la collaborazione del nostro Andrea Sorrentino.

Ecco le dichiarazioni più interessanti tratte dalla chiacchierata:

 

Black Hammer #9, copertina di David Rubin

Riguardo a Black Hammer, ho aspettato più di dieci anni dalla genesi dell’idea per realizzarlo assieme a Dean Ormston. E poi la reazione del pubblico… non si può mai prevedere come i lettori reagiranno a una storia nuova, ma questo è vero in particolare per quelle di super eroi. C’è un sacco di materiale supereroistico in giro e tantissimi hanno tentato quella strada al di fuori di Marvel e DC. Raramente funziona e trova una nicchia. Ecco perché il successo incredibile che abbiamo avuto, che ora ci dà modo di realizzare altre serie ed espandere l’universo narrativo, è così gratificante. Non potrei essere più felice, perché amo quel mondo. Non mi sono mai divertito tanto a scrivere come con Black Hammer.

Il mondo in cui si muovono i personaggi non era da subito formato e gli spin-off non erano previsti. Al suo nucleo ha sempre avuto degli eroi insieme in una fattoria. Questo era Black Hammer. La fortuna accidentale è stata che Dean non è il disegnatore più veloce del mondo e noi avevamo bisogno di un po’ di riempitivi per il primo ciclo di storie. Non volevo assolutamente toccare la trama principale alla fattoria, perché era roba di Dean e ho dovuto pensare a qualcos’altro che stesse nello stesso universo narrativo, ma distante da quella vicenda.

Così è stato. David Rubin, che è grandioso, è saltato a bordo. Prima abbiamo raccontato le origini di Talkie Walkie, poi la storia di Lucy e suo padre, da cui è nata l’idea di raccontare i cattivi. E poi è cresciuto tutto da sé. Dopo aver visto i primi successi, la porta era aperta. Posso fare quello che mi pare, in questo universo, e continuare a espanderlo. Non era pianificato, ma ne sono entusiasta. Ora posso occuparmi, alle mie condizioni, di ogni storia di super eroi che abbia mai desiderato raccontare.

 

Lemire può giocare con la sua grande cultura supereroistica senza più alcun limite, ora, con l’accortezza di aggiungere sempre un tocco che renda la sua ispirazione adatta a Black Hammer. Del resto, lui stesso si definisce un narratore impressionista, poco consapevole delle traiettorie che prenderanno i suoi fumetti, e che diventa consapevole dei temi e delle atmosfere man mano che racconta.

 

Gideon Falls #1, anteprima 01

Anche Gideon Falls è nato in maniera abbastanza particolare e poco pianificata. Quando avevo vent’anni, studiavo alla scuola di Cinema di Toronto. Era il 1996. Il primo film che ho scritto conteneva un personaggio di nome Norton, che somigli a quello della storia. Da allora, è rimasto con me. Quando sono uscito dalla scuola, tipo nel 1999, ho iniziato a concentrarmi sui fumetti, abbandonando il Cinema. Il primo fumetto che ho cercato di scrivere conteneva Norton come personaggio.

Da allora si è evoluto un sacco, ma credo che la ragione per cui Gideon Falls ha un aspetto molto completo e coerente sia il fatto che in pratica ci lavoro, a diversi livelli, da più di vent’anni. Prima ancora di iniziare a scrivere le sceneggiature per Andrea Sorrentino, avevo alle spalle molti anni di tentativi di realizzazione. Ma all’epoca ero un novellino, non sapevo cosa fare, e misi la cosa da parte pensando che non ci sarei mai riuscito.

Poi, qualche anno fa, mi venne un’altra idea, con un prete protagonista. Non aveva alcun rapporto con Norton. Non so perché o quando, ma si sono mescolate le cose e due storie diverse si sono congiunte nella mia mente. Dopodiché, tutto ciò che non funzionava nell’una e nell’altra ha iniziato a risolversi.

 

Eventi che sono coincisi con la voglia di Sorrentino, con cui lo sceneggiatore ha collaborato per sei anni, di lavorare a un fumetto creator-owned, il tipo di artista perfetto per lo stile dark di Gideon Falls. Una serie di eventi accaduti nel momento giusto hanno quindi riportato Lemire a una storia che pensava di non raccontare mai.

 

Le tavole di Andrea mi sorprendono ogni volta. Le idee principali vengono dalle mie sceneggiature, ma gli aspetti visivi della storia sono tutta farina del suo sacco. Mi consegna questi layout folli che contengono cose che nona avrei mai immaginato in fase di scrittura. Poi vedo le tavole e inizio a pensare a nuove idee. Davvero, è uno scambio reciproco ed è molto divertente. Non è una cosa che mi capita con tutti i miei colleghi artisti.

 

 

Fonte: Comics Beat