Se non sapete cosa sia Comicsgate, siamo molto tristi, poiché stiamo per informarvene, ancorché rapidamente. Si tratta di un movimento, nato verso la fine dello scorso anno, su Internet. Si occupa di Fumetto e, sostanzialmente, stila una lista nera di fumettisti che ritiene siano diseducativi. Oggetto degli strali di Comicsgate sono sostanzialmente autori che affrontano temi cari alle minoranze, che mostrano personaggi appartenenti alla comunità LGBT, che si scagliano contro quegli scrittori e quei disegnatori che, secondo loro, stanno portando avanti una campagna di diversificazione forzata all’interno del medium.

Accade che l’utente di Twitter Grom Comix posti un video che, a suo dire, dimostra che il compianto Darwyn Cooke sarebbe stato un sostenitore di questo movimento. Si tratta di un video che fece rumore nel 2010. Sostanzialmente, le parole che interessano all’utente Twitter (che ha cancellato il proprio account), sono queste, di critica verso un certo atteggiamento dell’epoca.

 

Voglio che smettano di inseguire i bisogni perversi di uomini di quarantacinque anni, non voglio vedere Batman fottersi Black Canary, non voglio sentirlo usare turpiloqui, non voglio vederlo dar da mangiare topi a un ragazzino, non voglio vedere personaggi seviziati analmente, non voglio vedere personaggi che sono sempre stati etero diventare gay nel giro di una notte solo perché lo sceneggiatore è troppo stupido o troppo poco creativo per pensare a una storia decente. Voglio vedere nuovi personaggi per un’epoca nuova e, quando l’industria dei comics di supereroi riallineerà la propria prospettiva con quella dei giovani a cui dovrebbe rivolgersi, io sarò al suo fianco.

 

Affermazioni che si riferivano a All Star Batman and Robin the Boy Wonder. Sostenere che siano in qualche modo espressione di un atteggiamento omofobo, come sostanzialmente proponeva Grom Comix, è quantomeno una forzatura. Forzatura a cui ha risposto pubblicamente Marsha, la moglie, ormai vedova, di Cooke, che ha riattivato il proprio account Twitter per affermare quanto segue:

 

Ciao, ragazzi. Qui parla la moglie di Darwyn e vi assicuro che pensava che voi idioti di Comicsgate foste dei gran piagnoni, dei perdenti che rovinavano i comics. Perché è quel che siete.

 

Commento che ha generato una serie di attacchi nei confronti di Marsha Cooke da parte dei sostenitori di Comicsgate. Reazione quasi immediata è giunta da alcune importanti figure del comicdom americano. Ha aperto le danze Jeff Lemire su Twitter:

 

Comicsgate si fonda sulla paura, l’intolleranza, il bigottismo e la rabbia. I fumettisti emergenti sono troppo talentuosi, troppo intelligenti e troppo forti per essere sconfitti da questa gente debole. Ora è tempo di sostenersi a vicenda.

 

Gli ha fatto eco Bill Sienkiewicz su Facebook:

 

Quel che state promuovendo individualmente non è una sorta di parola divina. Semplicemente, siete voi che fate gli imbecilli. Collettivamente, siete una gang, un clan (potenzialmente scritto con una “k”, visto quanto siete invasati), una sacrosanta masnada di idioti. Non importa che nome diate alla vostra cricca, non siete gli Avengers. Solo una manica di imbecilli.

I comics non sono un club per ragazzini. Non sono un posto vietato ai (inserire un gruppo, un genere, una religione, una preferenza sessuale). Sono un club e un luogo di incontro per gli autori. Di ogni genere. Come una Legione dei Super-Eroi ma nella vita reale, o una Justice League. Solo che ci sono penne, matite, fogli, inchiostro e tavolette grafiche…

Smettete di essere come quegli inquietanti zii razzisti e misogini che si presentano ai meeting di famiglia e di pisciare nei nostri drink per dimostrare le vostre insicurezze. Smettete di essere quei cugini strani a cui il mondo intero punta quando cerca la definizione stereotipata di “nerd fumettari”. Oppure, continuate, ma lontano da noi. Smettete di fare le vittime incomprese che si lamentano dei favoritismi, dell’intolleranza e del sessismo.

 

Phil Hester ha espresso così il suo punto di vista.

 

Non capisco come qualcuno che ama l’Universo Marvel, pieno di eroi che, in un modo o nell’altro, sono tutti degli emarginati, possa scegliere di rifiutare queste categorie e avere dentro di sé anche solo una goccia di intolleranza.

 

Infine, Tom Taylor, scrittore di X-Men: Red, ha affidato a Twitter un suo pensiero in merito, rilanciato da diverse personalità del Fumetto d’Oltreoceano e da migliaia di fan.

 

La mia convinzione è che i comics siano per tutti. Non c’è alcun alibi per l’aggressione. Non c’è spazio per l’omofobia, la transfobia, il razzismo o la misoginia nella critica fumettistica.

 

 

Fonti: Comic Book Resources | Comics Book Resources