Wolverine è tornato dall’aldilà, e non è l’uomo di un tempo. Charles Soule ci ha già comunicato che i suoi poteri non sono gli stessi e che i suoi artigli, in particolare, sono cambiati in maniera importante. Di questo e di altri aspetti della storia che sta raccontando su Logan, con Return of Wolverine, all’esordio a settembre, lo sceneggiatore ha parlato su Comic Book Resources.

 

Return of Wolverine #1, variant cover di Adam Kubert

In qualche modo, tutte le storie che ho raccontato riguardo Logan parlano del suo significato per il resto dell’Universo Marvel, più di quel che lui fa nelle sue avventure. A un certo livello, vale persino per il ruolo di Vecchio Logan nelle mie storie di Astonishing X-Men. Ed è curioso che il mio tempo passato con il personaggio abbia ruotato attorno a eventi enormi, che gli hanno cambiato la vita. O messo termine alla stessa. Scrivere queste storie significa sempre passare un sacco di tempo a pensare agli elementi di base del personaggio, le testate d’angolo che lo definiscono, per poi cercare di dire qualcosa di nuovo su di lui.

Considero Death of Wolverine, Hunt for Wolverine e Return of Wolverine una trilogia. Anche se non sapevo che avrei scritto il secondo e il terzo capitolo, quando ho realizzato Death of Wolverine, ho utilizzato quella storia come fondamento per tutto quel che è venuto dopo. Le decisioni che Logan prende in Return sono decisamente più interessanti alla luce degli eventi di Death, e Hunt dà un’idea molto precisa dei retroscena di tutto questo. Return è semplice e diretto ed è progettato per raccontare una vicenda specifica, non per dare grandi spiegazioni.

Quindi ecco come la metterei: se dovete per forza leggerne uno solo, leggete Return. Se potete leggerne due, che siano Death e Return. Se volete leggere tutte e tre, allora Return, Death e Hunt For Wolverine: Dead Ends. Ma se leggete tutto quanto, ecco che la vostra esperienza narrativa sarà la migliore. Un po’ come per tutti i film della Marvel che hanno contribuito a condurci ad Avengers: Infinity War. C’era bisogno di averli visti tutti per godersi il film? No. Ma è più divertente se lo si è fatto? Direi di sì.

Return of Wolverine #1, copertina di Steve McNiven

Il ritorno in vita avrà un profondo impatto psicologico su Logan. Non ho scritto una storia in cui Wolverine ritorna dai morti e tutto è uguale a prima. Morire e risorgere dovrebbe sempre cambiare un personaggio e questi eventi colpiranno Logan dove fa male in un sacco di modi diversi. La maggior parte dei quali saranno chiari dopo le prime cinque pagine.

#HotClaws! Già. Vedere la reazione dei fan in rete all’idea che gli artigli di Logan, in certe situazioni, potrebbero diventare incredibilmente caldi, un po’ come metallo nella fucina di un fabbro, è stato molto divertente. Alcuni lettori non vedono l’ora di capire come questa cosa interverrà nelle storie, mentre altri pensano che sia l’idea più stupida di sempre. E li capisco. Voglio dire… gli artigli di Logan sono già tostissimi. Che bisogno c’è di quest’altro potere? Immagino che lo scopriremo assieme. Ma questi “nuovi artigli” non sono una parte fondamentale della storia e hanno a che fare con il tema generale della vicenda. Vedremo cosa ne penserà la gente.

 

Una storia che, per più del novanta percento, secondo Soule, è narrata dalla prospettiva di Wolverine e in parte da quella di Persephone, il cattivo tutto nuovo di questa vicenda. Ci saranno anche Kitty Pryde e Tempesta, oltre a molti altri personaggi legati a Logan.

 

Settimana scorsa ero al telefono con Steve McNiven, per parlare di alcuni punti della storia, e lavorare con lui è sempre uno spettacolo. Sono stato davvero fortunato ad averlo al mio fianco su un buon numero di storie, e questa non fa eccezione. Ha adattato il suo stile a quel che raccontiamo, mettendoci dentro un po’ di Barry Windsor-Smith, e il risultato è incredibilmente potente e dettagliato. Le pagine vibrano. Spero che verrà pubblicata una versione di questo fumetto in bianco e nero, prima o poi. Solo inchiostri.

 

 

 

Fonte: Comic Book Resources