Al Ewing ha rilasciato, qualche tempo fa, dichiarazioni che arricchiscono il quadro su Immortal Hulk, all’indomani del debutto della serie, avvenuto lo scorso giugno. Ecco le sue considerazioni più interessanti, sul ritorno di Bruce Banner nei panni del Golia Verde in chiave horror.

 

Immortal Hulk #2, copertina di Alex Ross

Bruce non si trova in un buon momento della sua vita, ora come ora. Dopo essere stato ucciso durante Civil War II, Hulk è tornato a dar sfogo alla rabbia, utilizzato come un’arma dalla Mano e dall’Hydra, e persino da uno degli Antichi dell’Universo, lo Sfidante. Quel che è emerso da questi eventi è Bruce ai minimi storici della sua esistenza.

Ora gli è chiaro che non sarà mai libero da Hulk, nemmeno in morte, e questo lo ha portato ad allontanarsi dagli amici e dalle persone che ama, a vagare da solo per il Paese, in cerca di un modo per rendere i suoi “peccati” sopportabili. A prima vista, Hulk sembra felice di aiutare Bruce… ma chi è davvero al comando? E a cosa mira Hulk?

C’è un elemento di metafora sociale nella rabbia di Hulk del primo numero. Ma, allo stesso tempo, definirlo uno strumento di una qualche giustizia sa di rischioso. Sarebbe altrettanto corretto dire che agisce come conduttore della rabbia di Banner, del suo spirito di vendetta. Vendetta per quale crimine? Quello di Sandra Brockhurst? O il suo medesimo? Nemmeno io sono certo di saperlo.

Quel che posso dirvi è che la vignetta in cui Hulk osserva proprio il lettore e gli chiede cosa pensi è forse la più importante del primo numero. Voglio che chi legge si senta a disagio, che ragioni su quel che ha letto anche molto dopo aver concluso l’albo. Dirgli esattamente quel che deve pensare è un ottimo modo per far sì che queste due cose non succedano.

 

Ewing ha parlato di Jackie McGee, la reporter locale che viene inviata in cerca di Hulk, che vede il Golia Verde come un incubo incarnato, non un super eroe un po’ più imprevedibile degli altri, cosa che informerà in maniera importante il suo rapporto con Bruce Banner.

 

Immortal Hulk #3, copertina di Alex Ross

Quel che dobbiamo ricordare è che Hulk è intelligente, forse anche più di Banner, e non sembra avere alcun problema morale riguardo a chi sia la vittima della sua intelligenza o della sua forza. Chiunque incorra nella sua ira, o in quella di Bruce, sembra andare bene. Ognuno ragioni su quanto sia a suo agio con questo pensiero. E non provate a mentirgli: riconosce le menzogne dall’odore.

Certamente, il mio Hulk sembra non avere la moralità di Banner, o almeno dà l’idea che Bruce sia quello dotato di un’etica, fra i due. E se Bruce non è esattamente un suo nemico, non è nemmeno un amico. Hulk non è amico di nessuno e, ora come ora, non comunica con Banner, almeno non come faceva un tempo. Ma, se ora è lui che comanda, forse non ha più bisogno di farlo.

Nel primo arco narrativo, vedrete un sacco di specchi. L’idea è che, quando Bruce si guarda allo specchio, Hulk lo guarda a sua volta. Giochiamo un po’ con questo concetto in maniere che non voglio anticipare. Si tratta di una metafora che continuerà per un po’. Cosa vediamo davvero nello specchio? E chi è che ci guarda indietro? Ma si tratta anche di un topos classico dell’horror, quello del riflesso con una mente tutta sua. Quando Hulk prende a pugni quel vetro dall’interno, lo specchio è destinato a cedere?

 

Nel numero #2 abbiamo visto Bruce sotto i riflettori, una nuova minaccia per Hulk all’orizzonte, un mostro tragico tanto quanto lui e una svolta verso il soprannaturale; nel terzo il ritorno di un vecchio nemico del Golia Verde, per quanto minore, e il sorgere di un problema destinato a farsi sempre più pressante. Inoltre, Al Ewing lancia ombre piuttosto inquietanti sul destino di Sasquatch, destinato a incrociare il cammino del protagonista.

 

La serie ha un tono tutto suo, particolare. Nei prossimi numeri, vedremo una grande battaglia con gli Avengers che ho appena scritto, probabilmente il momento più complicato di questa storia, che è sostanzialmente dell’orrore. Dovevo trovare il modo di mostrare qualcosa che è già stato raccontato un sacco di volte, dagli anni Sessanta in poi, in modo che suonasse diverso, nuovo, moderno.

Sarà una prova enorme per la tenuta di quel che stiamo costruendo. Possiamo prendere una squadra di eroi che tutti conoscono e mostrarla tramite uno sguardo horror, facendola apparire inquietante? A quanto pare, sì.

 

 

 

Fonte: Newsarama