Si parla di Capitan Marvel e, nei prossimi mesi, se ne parlerà sempre di più. L’eroina che ha idealmente chiuso Avengers: Infinity War sarà sulla bocca di tutti nel corso dell’anno. Margaret Stohl ha il compito non semplice di deciderne il destino a fumetti, traghettando Carol Danvers verso una nuova serie disegnata da Carlos Pacheco che comincia dal primo numero a luglio.

Ecco le sue dichiarazioni a Comic Book Resources che l’ha intervistata riguardo a Life of Captain Marvel.

 

Life of Captain Marvel #1

Raccontiamo le origini di Capitan Marvel, e tutte le storie di origini sono un mistero. Il mio tipo preferito di mistero, a dire il vero. E la struttura della storia è proprio questa, con parti del passato che si svelano nel presente. Mi sono divertita un mondo a lavorarci, ma non è stato semplice darle forma nel modo giusto. Ci abbiamo messo un sacco di energie per posizionare dove serviva tutti gli indizi necessari e a far voltare lo sguardo dei lettori nei momenti giusti.

C’entra l’esperienza di Carol nell’esercito, ma questa è soprattutto una storia di famiglia che ci mostra il suo ritorno a casa non a Boston, dove a passato la sua infanzia e dove l’abbiamo già riportata in passato, ma in una residenza di vacanze nel Maine, che appartiene ai suoi, dove il fratello di Joe Sr. ha lavorato come pescatore. Una piccolissima cittadina del Maine.

Guarderemo a ciò che ancora non è stato detto della storia delle origini di Capitan Marvel. Non tutti i ritorni al passato sono retcon, e qui rimaniamo dentro al contesto già esistente. La Marvel ha un modo tutto suo, molto specifico di guardare al passato, con una coerenza spesso importante per le trame. Il cuore della nostra storia e le emozioni che convoglieremo devono essere organiche alle origini di Carol, che noi tentiamo meticolosamente di mantenere intatte, lasciando che sia lei stessa a raccontare.

 

Un viaggio nella vera forza di Carol, ecco come la Stohl intende questa serie. Ciò che la rende forte va ben oltre i suoi poteri di origine kree. Nel definire questo, inevitabilmente, faremo la conoscenza diretta anche delle debolezze di Capitan Marvel.

 

Tutto nasce in famiglia. Se ci pensate, è lì che sta la storia delle origini di tutti noi. Non si può parlare di Tony Stark senza considerare i suoi genitori, di Cap senza uno sguardo alla sua famiglia e al suo passato da magrolino, di Thor senza il suo trauma legato al padre. Tutto questo fa parte della storia di un eroe ed è interessante avere l’opportunità di osservare e porre interrogativi al passato di Carol per un’intero arco narrativo. Ho lavorato con collaboratori stellari, come Carlos Pacheco, Marguerite Sauvage, Sarah Brunstad, Sana Amanat, Axel Alonso, Joe Quesada e Steve Wacker. Un’esperienza di quelle in cui si lavora ognuno nella stessa direzione e le cose vanno assieme alla grande. Favoloso.

Dal punto di vista di Carol, l’amicizia con Tony Stark è stata una sicurezza per un sacco di tempo. Quindi, lui sa, anche quando sono stati acerrimi avversari, che ci sono cose a cui Carol non può sfuggire. Lo sa perché ha passato una vita intera cercando di evitarle lui stesso, quindi, quando vede Capitan Marvel avere degli attacchi di panico in cui non riesce nemmeno a respirare, la incoraggia a confrontarsi con quel che le è successo e rimettersi in carreggiata. Lei, sostanzialmente, si prende una pausa dagli Avengers per poter lavorare su se stessa e capire cosa succede.

 

Non solo una storia intimista, ma anche un antagonista classico, tutto nuovo. E una minaccia che cova nel buio durante il primo arco narrativo, che potrebbe riportare a galla un nemico del passato. Tutto questo oltre al dramma della famiglia di Carol e della sua super-famiglia.

 

Adoro le famiglie che si ritrovano e quelle che si scoprono nella vita. Questo è uno dei miei topos preferiti. Vedremo Joe Jr., il fratello sopravvissuto di Carol, così come sua madre. In alcuni flashback ci sarà a famiglia intera, con l’altro fratello e il padre, Joe Sr. Vedremo anche personaggi che Carol non incontra da un sacco di tempo. Un miscuglio interessante di personaggi.

 

In chiusura, applausi di Stohl per Carlos Pacheco, perfetto, in quanto maestro di grande esperienza, per raccontare una storia che guarda molto al passato del personaggio. Marguerite Sauvage si è invece occupata delle sequenze flashback, tenendo perfettamente testa, secondo la sceneggiatrice, al suo più blasonato collega.

 

 

 

Fonte: Comic Book Resources