Nella lunga intervista a Frank Miller da cui abbiamo tratto le dichiarazioni su Superman: Year One, c’è un breve estratto che parla di Will Eisner. In poche frasi, l’autore di Sin City parla del Maestro e sottolinea un particolare importantissimo della sua carriera: il fatto che sia l’inventore dell’espressione “graphic novel“. E il motivo per cui coniò uno dei termini fondamentali del Fumetto moderno.

 

Contratto con Dio

Ricordiamoci che il termine “graphic novel” fu introdotto da Wil Eisner. Quando scrisse Contratto con Dio, lo definì una graphic novel. E quel termine lo coniò perché voleva che il suo lavoro fosse qualcosa che sarebbe rimasto, che avesse una permanenza, a differenza di qualcosa di periodico che sarebbe andato, come era apparso, per poi essere dimenticato. Lo fece perché ne rimanessero edizioni sugli scaffali, perché fosse disponibile a tutti per sempre, proprio come lo sono i romanzi.

Ci fu un certo scompiglio all’epoca, perché i collezionisti si trovarono spiazzati. Pensavano che avrebbe reso più complesso avere numeri arretrati. E la polemica andò avanti. Per un po’ ci fu tensione, ma poi le cose si riconciliarono, perché la gente si rese conto del fatto che entrambi gli approcci al mondo del Fumetto potevano esistere. Ora, se entrate in un negozio di fumetti, ovunque trovate una situazione molto diversa da quella che c’era quando ero bambino. All’epoca si entrava e si trovavano solo i prodotti di quel mese, forse della settimana.

Oggi, invece, entrate in una fumetteria e non trovate soltanto la roba recente, ma potete passeggiare tra collezioni di tutto quel che è stato stampato e tutto quel che vale la pena sfogliare. Ciò che avvenne è una completa trasformazione del nostro medium, che trovò il modo di rispettare se stesso e di preservare quel che di buono c’è nel suo passato.

 

 

Fonte: Comicon