All’ultima edizione di Napoli Comicon abbiamo avuto il piacere di incontrare Okayado, autore del manga di successo Monster Musume, da cui è stato tratto un fortunato anime diretto da Tatsuya Yoshihara (Black Clover). Per chi non lo conoscesse, si tratta del divertentissimo seinen urban fantasy connotato da espliciti risvolti erotici che viene pubblicato in Giappone da Tokuma Shoten e in Italia da J-POP.

Ringraziamo la casa editrice milanese, di cui il sensei era ospite alla fiera partenopea, per averci offerto questa opportunità.

 

Benvenuto su BadComics.it, Okayado!
Com’è nata la tua passione per il Fumetto? Oltre a essere un autore sei anche un lettore di manga?

Fin da quand’ero bambino sono un appassionato di anime, mi piacciano tantissimo e sono cresciuto guardando “Dragon Ball Z”. Poi mi sono innamorato del manga di Akira Toriyama. Dedicavo un sacco di tempo a studiare letteralmente i personaggi del maestro, provando a ridisegnarli io stesso. Da lì, la decisione di diventare un mangaka professionista: una cosa naturale avendo capito che il mio più grande desiderio era poter disegnare per tutta la vita.

Come avrete capito, sono anche un lettore di manga oltre che appassionato di anime. Due titoli che ho letto recentemente e che mi sono piaciuti molto sono “Noragami” e “Dungeon Food”.

Com’è iniziata la tua carriera da professionista nel mondo del Fumetto?

Monster Musume 1, copertina variant di Mirka Andolfo

Una volta terminato il liceo, mi sono iscritto a una scuola di specializzazione per mangaka, e finita quella ho fatto l’assistente per sei anni presso lo studio di un professionista; avevo trovato un annuncio alla mia scuola. In quei sei anni mi sono trovato molto bene e mi sono divertito a lavorare lì, perché mi piaceva l’ambiente e mi trovavo a mio agio con i colleghi. A un certo punto, però, il responsabile degli assistenti è letteralmente uscito fuori di testa e ha cominciato a renderci la vita impossibile, ad esempio vietandoci di ascoltare musica mentre lavoravamo, cosa che ogni assistente presso lo studio  aveva tranquillamente fatto fino al giorno prima. Mi sono detto: qua tira una brutta aria, devo sbrigarmi a diventare un mangaka professionista! [ride]

Mi sono impegnato e ho cominciato a lavorare ancora più sodo. È stata dura, ma alla fine ho presentato i miei soggetti a vari editori, alcuni sono piaciuti, ed eccomi qui.

Com’è nata l’idea delle ragazze-mostro alla base di “Monster Musume”?

Mi piacciono moltissimo i videogiochi e i giochi di ruolo come “Final Fantasy”, ci gioco da sempre. L’idea è nata da quelle ambientazioni, dove puoi ammirare dei mostri che sono anche delle donne bellissime. Di solito, nella realtà virtuale sono nemici da sconfiggere, così mi sono detto: perché non pensare a un universo in cui trasformarle in figure amiche? Così è nato il soggetto di “Monster Musume”.

Per la profilatura delle varie extra-specie hai preso spunto dalle mitologie di mezzo mondo, dall’immaginario fantasy, horror e fantascientifico, oltre a lasciarti ispirare da un vasto bestiario che va dagli animali domestici e quelli selvatici: cos’altro dobbiamo aspettarci a riguardo?

Di tutto! [ride] Effettivamente, le possibilità offerte finora dalla trama del mio manga sono infinite, e anch’io sento di non volermi porre alcun limite nella creazione di mostri e nuovi personaggi.

Il successo del tuo manga è legato indiscutibilmente al fatto di aver mescolato fantasia ed erotismo: da quale dei due elementi sei partito?

L’elemento fantasy è sicuramente quello per me più importante. Il cuore della mia storia si fonda sui rapporti e le situazioni che il protagonista può sperimentare trovandosi di fronte a queste ragazze mostruose piombate all’improvviso nella sua realtà. L’erotismo è un fattore secondario, anche se è importante ed è sempre ben gradito, dato che aggiunge una certa verve alla vicenda.

Le ragazze-mostro sono decisamente sexy, ma l’attrattiva è attenuata dalla loro natura terrificante: hai cercato di rappresentare in qualche modo il lato più sfuggente e misterioso delle donne che spesso rende impacciati noi uomini?

Il mio fumetto si fonda su queste ragazze-mostro, e la sua idea di base sta nello sviluppare tutte le possibili situazioni che possono nascere dal fatto di vedere un ragazzo comune circondato da ragazze splendide ma fuori dalla norma.

Sono ragazze bellissime, forse questo fa ancora più paura del loro aspetto semi-umano. Effettivamente, è vero quello che dici. A volte, quando le donne sono troppo, troppo belle sono anche molto spaventose! [ride]

Finora, sappiamo poco del protagonista, Kimihito Kurusu, del suo carattere e delle persone che lo circondano. Miia, Papi, Centorea, Meroune e le altre hanno invece personalità ben spiccate, e di loro conosciamo bene anche le madri. Come mai questa scelta? Sapremo di più di Kimihito nel prosieguo della serie?

Le dinamiche delle trame in “Monster Musume” prendono spunto dai simulatori di appuntamenti, un genere di videogame molto diffuso in Giappone. In questa tipologia di giochi il protagonista non è mai caratterizzato particolarmente, così che il giocatore possa immedesimarsi il più possibile. Ho cercato di rendere lo stesso effetto nel mio manga, offrendo al lettore la possibilità di ritrovarsi nel protagonista, che ho voluto delineare molto semplicemente e con espressioni facciali molto comuni.

Così come succede anche nell’anime, non è mai al centro della scena, e il suo nome viene citato raramente, tanto che diversi lettori non se lo ricordano neppure. Va bene così, vuol dire che sono riuscito nel mio intento!

Ci puoi rivelare chi, dell’harem del fortunato Kimihito, sia la tua preferita?

Certamente Centorea, non ho dubbi.

Tra tutte le figure femminili che non abbiamo visto svestite c’è l’unica interamente umana, l’affascinante signora Smith. Come mai?

È vero! [ride] Ma abbiate pazienza. Il motivo è che non ne ho ancora avuto l’occasione. I personaggi principali sono le ragazzo-mostro, sono loro ad avere le mie attenzioni. La signora Smith sta aspettando il suo turno e prima o poi arriverà.

Dalle tue tavole emerge anche umorismo, ironia e l’impressione che tu ti diverta parecchio a realizzarle. Qual è, invece, l’aspetto più noioso del tuo lavoro?

La cosa più noiosa, o meglio, la più frustrante del mio lavoro è quando vengo colpito dal blocco dello scrittore, ossia quando non riesco a sviluppare un nuovo soggetto, una trama che funzioni. Capita che più ci penso e meno idee divertenti mi vengono in mente. Sono momenti drammatici, perché mi si para davanti il rischio di non poter proseguire la mia serie. Così non ci dormo di notte, mangio ma non sento il sapore del cibo e cado in una tremenda paranoia! [ride]

Hai già in mente una conclusione per “Monster Musume”?

No, sono sincero. Come dicevo prima, ho il terrore di non poter portare avanti la mia serie, se non dovessi avere buone idee. Ci lavoro assiduamente pensando di non voler fare altro per il resto della mia vita. Quindi, la verità è che non mi sono posto ancora il problema di come concluderla.

In futuro, tuttavia, c’è un genere di manga su cui vorresti cimentarti?

Amo molto la fantascienza. Mi piacerebbe descrivere mondi post-apocalittici, magari in cui all’improvviso… appaiono delle magnifiche ragazze-mostro! [ride]

 

Okayado