Vi abbiamo già parlato di Quicksilver: No Surrender tramite le parole dello sceneggiatore di questa miniserie dedicata al velocista principale della Marvel. Questa volta, Saladin Ahmed ha risposto alle domande di Marvel.com accompagnato dalla sua editor: Alanna Smith.

Tra i due, c’è stata una vera e propria chiacchierata, che vi riproponiamo nei suoi passaggi più interessanti:

 

Quicksilver No Surrender, copertina di Eric Nguyen

Smith – La prima chiamata che abbiamo fatto per parlare dell’argomento mi ha vista dire a Saladin quel che apprezzo di Quicksilver. Ora che siamo così avanti nel lavoro, mi piacerebbe rivolgere a te la stessa domanda.

Ahmed – Le cose che ho imparato ad amare di Pietro scrivendolo sono le stesse che i lettori spesso detestano di lui. Sono arrivato a vedere il suo atteggiamento di sfida come la potente storia di un uomo che va a un ritmo più veloce di tutti gli altri. La sua arroganza, è un asciuttissimo scetticismo vecchia scuola verso il modo in cui l’America intende il concetto di super eroe.

Una componente fondamentale di Freccia Nera era il processo di accettazione delle sue colpe, di quanto fosse stato uno stron*o. Pietro ha la reputazione di essere uno degli eroi più idioti e intrattabili dell’Universo Marvel, ma devo dire che moltissimi dei suoi colleghi hanno un carattere orribile, sotto certi aspetti. Quel che è divertente è che, dopo aver scritto Freccia Nera, che per lo più è muto, ora ho sottomano un personaggio che decisamente adora il suono della propria voce.

Smith – All’inizio del nostro brainstorming, mi ricordo che mi hai parlato dell’impazienza di Quicksilver nei confronti del mondo, delle altre persone. Sembrava soprattutto una fonte di ansia.

Ahmed – Molti di noi soffrono in maniera pesante di ansia o di qualche forma di mania e conoscono molto bene i sintomi psicofisici: battito che accelera, insonnia, pensieri sempre in disordine. E rabbia verso ogni cosa che ti si muove attorno. Dover restare in fila in un ufficio, seduti dal parrucchiere, può riempirti di terrore e, contemporaneamente, di furia inaudita verso ogni piccolezza. Peter David, venticinque anni fa, ha mostrato questa cosa quando Pietro andava in analisi da Doc Samson. Ma dove Peter vedeva disprezzo per la lentezza degli altri, io vedo anche una paura di cui Pietro è vittima.

Smith – Una delle cose che amo di lui è il fatto che il suo carattere non sia affatto quello giusto per un super eroe, ma questa è comunque la sua vita. Ti sei dato qualche risposta sui suoi motivi?

Ahmed – Una delle cose che spero di mostrare è che il carattere di Quicksilver non è esattamente quello che noi crediamo. Pietro passerà un sacco di tempo da solo, in questa miniserie, e noi potremo scavare più profondamente nella sua anima di quanto abbiamo fatto negli ultimi decenni. Quel che i lettori troveranno è un uomo tutt’altro che freddo, bensì un ragazzino che salvava gattini dalle angherie degli altri bambini, che però la vita ha reso ruvido e duro.

 

 

 

Fonte: Marvel