Peter David e Brian Level ai microfoni del sito ufficiale della Marvel per parlare di Avengers: Back to Basics. Di questa miniserie molto particolare, che vedrà la luce in forma digitale e passerà attraverso i canali distributivi di Comixology dovreste già sapere: ha debuttato tre settimane fa negli Stati Uniti e si approssima al suo secondo numero.

Ecco le dichiarazioni degli autori alla vigilia dell’esordio:

 

Avengers: Back To Basics #1, copertina di CHris O'Halloran

David – Ci sono tre trame. Ho scritto tre storie in due parti, perché mi sembrava il modo più semplice di far progredire la vicenda. La prima vede dei personaggi nordici fare qualcosa per dar vita al Ragnarok; la seconda sarebbe una storia di Capitan Marvel, senonché il capitano sembra impazzito o rimpiazzato da uno Skrull; la terza è un’avventura di viaggi nel tempo con Ms. Marvel spedita in un passato in cui gli Avengers erano appena stati fondati.

Level – Sapevo che avrei dovuto lavorare con costumi di un’era ben precisa, ma un sacco di riferimenti venivano dai disegni di Frank Robbins e altro vecchio materiale che adoro. Abbiamo ripreso anche le gabbie di Jack Kirby. Amo riprendere gli stili di una volta, rimetterli in azione e studiare e tecniche dei vecchi comics.

Volevo analizzare nel dettaglio alcune delle tecniche narrative più complesse. E poi sono un fan dell’horror e avevo voglia di inserirlo visivamente nella storia. Adoro Steve Ditko e Jack Kirby. Ho avuto l’occasione di tornare a storie che risuonano forte dentro di me. I costumi dei personaggi, però, sono quelli di metà anni Duemila, mescolati con un po’ di passato, ma resi in maniera moderna.

David – Dare alla vicenda un aspetto passatista era proprio quel che ci voleva. Le tre storie sono interconnesse tra loro perché fanno riferimento all’epoca in cui Visione diede a Ms. Marvel degli occhialoni che le permettevano di vedere avventure passate degli Avengers. Ho pensato che fosse perfetto. Ho immaginato Ms. Marvel seduta nella sua stanza, che osserva con gli occhiali vecchie avventure.

Nel secondo numero le cose si fanno interessanti, perché scopriamo che c’è qualcuno che la osserva, mentre è impegnata in questa attività, e che ha dei piani terribili per lei. Nel secondo capitolo della miniserie, vedremo gli Avengers originali che Ms. Marvel sta osservando rivolgersi a lei come se fosse presente, e lei potrà interagire con loro. Il che è stato divertentissimo da scrivere.

Level – Quando ho disegnato quella scena, di Ms. Marvel che osserva le vecchie avventure degli Avengers, mi sono sentito esattamente come quando ero piccolo e leggevo fumetti. Totalmente trasportato da quello che vedevo.

David – Generalmente, tendo a scrivere sceneggiature estremamente specifiche, analizzando e descrivendo ogni singola vignetta e mettendo i dialoghi all’interno, in maniera che l’artista si faccia un’idea molto precisa di quel che deve fare. Credo che renda le cose più facili ai disegnatori, se sono io a occuparmi della narrazione di base, in maniera che non debbano scegliere all’interno di una scrittura troppo prolungata. Scrivere in questo modo mi obbliga a pensare già a come dovrà apparire la scena.

Level – Ma le tue descrizioni sono anche molto sintetiche, il che per me è grandioso. Mi permette di essere creativo senza dovermi occupare della logistica della pagina.

David – Voglio che siano complete, nel senso che l’artista deve trovarci tutto quel che gli serve per mettere il suo nella pagina.

Level – A queste storie per Comixology ho lavorato in modo leggermente diverso dal solito, pensando ai passaggi da vignetta a vignetta. C’è ad esempio una scena in cui un personaggio svanisce e ho realizzato questa sequenza molto particolare di vignette della stessa misura, cercando di rendere il passaggio simile a quello di un’animazione. Ho anche realizzato delle immagini che, viste assieme, creano una splash page, ma poi tornano ad essere divise in vignette. Ho cercato di giocare con il formato, ma sono tutte soluzioni che funzionerebbero anche in un fumetto cartaceo.

 

 

Fonte: Marvel