Quella che leggerete tra poco, nella nostra traduzione e selezione, potrebbe essere l’ultima delle sue interviste in qualità di sceneggiatore della serie, ed è proprio delle sue battute finali che trattano le dichiarazioni in questione.
Sapevo da tempo che il mio ultimo albo sarebbe stato il numero #801, perché quello prima è un’occasione da tutto o niente, o la va o la spacca, non si fanno prigionieri. E non volevo uscire di scena tra i fuochi d’artificio e le esplosioni, bensì al calare di un sipario, con una storia che avesse un cuore. Si tratterà del mio miglior tentativo di avvicinarmi a Il bambino che collezionava l’Uomo Ragno, di Roger Stern, in cui tenterò di raccontarvi tutto quel che il personaggio significa per me, invece che regalarvi pomposamente la più grande storia di Spider-Man di sempre.
Circa un paio di riunioni di autori fa, se non ricordo male, Brian Bendis mi ha raccontato una storia che avrebbe voluto raccontare su Miles Morales. Lo implorai di non scriverla e lui mi chiese come mai. Era terribilmente simile a quel che avevo in mente per il mio commiato dal personaggio, ormai da anni. L’ho scritta tempo fa e l’ho messa in un cassetto. Brian mi chiese cosa fosse e gli spiegai che era il mio piano per l’#801. Dopodiché, rientrammo alla riunione e mi fece raccontare a tutti quel che avevo in mente, facendomi guadagnare un piccolo scroscio di applausi.
Non ricordo precisamente quando ho chiesto a Marcos Martìn se l’avrebbe disegnata. Forse nel periodo in cui realizzammo Mysterioso, il nostro ultimo arco insieme di Amazing Spider-Man. Forse più tardi, quando mi ha dato una mano disegnando alcune pagine di Superior. Marcos è una delle persone con cui preferisco lavorare in assoluto, quindi gli ho chiesto, un sacco di tempo fa, se sarebbe stato disponibile quando fosse arrivato il momento della mia ultima storia di Spidey, presto o tardi che fosse. Mi ascoltò e si disse d’accordo a tornare per realizzarla. Ed eccoci al numero #801.
Arrivare fino a qui porta il computo dei miei albi della testata a centottanta. Se bariamo e consideriamo albetti speciali, rilanci, numeri #1 collaterali, uscite per il Free Comic Book Day, se ne aggiungono trentasei. Ma sono centottanta della testata principale. Dieci anni. E con il numero #800 a curriculum. Sono felice di salutare in questo modo. E se contiamo ogni fumetto che ho mai realizzato in ventisette anni, Amazing #797, che apre il mio ultimo ciclo di storie Go Down Swinging, è il cinquecentesimo della mia carriera. Gente come Peter David e Geoff Johns si metterebbe a ridere pensando che mi ci siano voluti ventisette anni per arrivare a questo traguardo. A loro ci vuole una settimana. E lo dico con enorme invidia.
Continua nella prossima pagina!
È necessario attenersi alla netiquette, alla community infatti si richiede l’automoderazione: non sono ammessi insulti, commenti off topic, flame. Si prega di segnalare i commenti che violano la netiquette, BAD si riserva di intervenire con la cancellazione o il ban definitivo.