Action Comics #1000 sarà un numero molto speciale della serie che ha dato i natali a Superman. Una delle storie che questo albo antologico accoglierà si chiama Five Minutes ed è stata scritta e disegnata da due nomi leggendari come Louise Simonson e Jerry Ordway.

La trovate in coda a questo articolo, ma vi anticipiamo che racconta di Clark Kent e della sua ricerca e difesa della verità e della giustizia, sia nei panni di giornalista e civile che in quelli del più grande supereroe dell’Universo DC.

Sceneggiatrice e disegnatore hanno risposto alle domande di Comic Book Resources in merito.

 

Action Comics #1000, copertina di Jim Lee

Simonson – Meglio con i mutandoni rossi. Mi piace il costume classico, ma questa è una questione di nostalgia, che mi interessa poco. Superman non è il suo costume. Sarò sempre felice, nella misura in cui verrà ritratto come l’incarnazione eroica di ciò che l’umanità ha di meglio da offrire.

Ordway – Non potrei essere più divertito dalla polemica sulla presenza o meno dei mutandoni rossi. Credo che il costume andasse benissimo senza, ma che la cintura dovesse essere gialla, per spezzare la continuità del blu. Anche se mi permetterà di disegnare il personaggio senza fare ricerche e senza riferimenti, mi pare che tornare indietro sia una mossa sbagliata.

Simonson – Per me, gli elementi essenziali visivi del personaggio sono lo scudo con la “S” sul petto e il ciuffo a forma di “S” sulla fronte. Quando il ciuffo appare, sai di avere di fronte Superman, non Clark. E poi adoro quel mantello rosso brillante.

Ordway – Per me, il migliore elemento distintivo di Superman è anche il più semplice, ovvero il suo ciuffo. Praticamente è come un logo sulla fronte.

Superman è l’eroe che interviene quando le persone sono talmente nei guai da non poterne uscire da sole; è l’eroe di cui abbiamo bisogno. Lo abbiamo visto affrontare le ingiustizie sociali come un cattivo di passaggio o invasori da un’altra galassia. La sua missione è talmente ampia da potersi applicare a qualunque epoca.

Simonson – Verità e giustizia a volte sono scarse, nella nostra vita. A suo modo, Clark è un cercatore di verità, in quanto reporter. E Superman è dispensatore di giustizia. In questi tempi cinici in cui inevitabilmente l’ammirazione è dedicata agli antieroi, focalizzarsi su un uomo che, quando vede un’ingiustizia, fa tutto quel che può per intervenire e correggerla è rinvigorente.

Quando scrivo il personaggio ne enfatizzo soprattutto il senso di responsabilità. A causa dei suoi super sensi, è bombardato di informazioni. Ha un’enorme possibilità di fare del bene, ma, allo stesso tempo, è solo un uomo. Quindi, ha imparato a vagliare, valutare, concentrare i suoi sforzi dove spera di essere più efficiente. La sua esistenza può sembrare ingestibile e anche futile, dato che non può essere ovunque. Non può salvare tutti, ma solo fare del suo meglio. La vita personale, fatta di amici, colleghi, famiglia, la gente di Metropolis, gli ricorda perché i suoi sforzi valgano la pena. Le piccole vittorie sono spesso quelle che contano. Parlano al suo cuore e lo aiutano a mantenersi lucido.

Ordway – Ogni volta che lavoro sul personaggio, mi rendo conto che la chiave per coglierlo è l’umanità di Clark.

 

Dalla loro storia in Action Comics #1000, aspettatevi tutti questi temi, in un’avventura di dieci pagine condensate in cinque, secondo la definizione di Ordway.

 

Ordway – L’umanità è il messaggio fondamentale del personaggio. Giunge sul pianeta, viene adottato dai Kent e impara i valori che definiscono un uomo buono. Quando accetta i suoi poteri, abbraccia la sua missione, ovvero essere un simbolo di Verità, Giustizia e Sogno Americano.

Simonson – Superman è nato alieno, ma la Terra è la sua patria d’elezione. Come umani, nonostante le differenze di etnia, religione, cultura e origine nazionale, siamo il suo popolo d’elezione. Ognuno di noi ha potere, quindi siate tutti come Superman. Guardatevi attorno. Siate inclusivi. Aiutate. Usate la vostra forza per il bene.

 

 

 

Fonte: Comic Book Resources