Evan Narcisse, sceneggiatore di Rise of The Black Panther, parla del suo debutto da sceneggiatore di fumetti dopo una carriera da critico di settore, della gioia e del privilegio di lavorare su un personaggio così importante nell’economia Marvel del momento e di esordire sotto l’ala protettrice di Ta-Nehisi Coates.

 

Rise of the Black Panther #1, copertina di Paul Renaud

Per fare questo lavoro, ho dovuto fare un sacco di ricerca su come funziona una sceneggiatura. Una delle cose che trovavo incoraggiante è che ognuno ha un suo metodo di lavoro, leggermente diverso da quello altrui. Alcuni sono molto descrittivi e dettagliati per quanto riguarda la direzione che devono prendere i personaggi. Altri scrivono in maniera più agile e le mie sceneggiature probabilmente somigliano più al primo tipo. Si tratta di un impegno molto più gravoso di quanto sembri da fuori: bisogna guidare un artista senza tarpargli le ali. Un’esperienza sorprendente, che mi ha aperto gli occhi.

Ta-Nehisi ha un ruolo per lo più consultivo, la maggior parte della sceneggiatura è scritta da me. Gli faccio leggere le mie cose per assicurarmi che siamo sulla stessa barca in termini di quel che T’Challa farebbe o meno, ma le idee sono quasi tutte mie. Sono un grandissimo fan del personaggio da anni e penso di avere un’idea molto chiara della direzione che voglio fargli prendere con il mio impegno.

Affinare le mie abilità è qualcosa che avviene durante il lavoro. Ora come ora, la mia idea è quella di fare qualcosa di diverso in ogni numero, ponendomi dei traguardi per vedere se le mie ambizioni, di volta in volta, vengono raggiunte. Si tratta di un processo di formazione piuttosto intenso. Ho il vantaggio di poter parlare con Ta-Nehisi ogni giorno. Siamo amici, quindi parleremmo comunque di Fumetto tra noi. Mi ha detto che tra un anno, se ancora sarò uno sceneggiatore, guarderò alle mie prove odierne e mi renderò conto di quanto migliori potrebbero essere. Ma capire quali siano gli strumenti di cui ho bisogno e quali mi incuriosiscano di più è stato molto divertente.

 

Tra le proprie influenze, Narcisse cita Christopher Priest, che ritiene fondamentale per Pantera Nera e ancor oggi sottovalutato, tuttora uno scrittore di grande consapevolezza geopolitica e di enorme profondità. Jonathan Hickman è tra i suoi riferimenti, per aver dato a T’Challa il suo legame con il regno dei morti del Wakanda, durante il suo ciclo di storie sui Fantastici Quattro. Ma anche l’artista Billy Graham è una bandiera, per aver dato al personaggio un aspetto più moderno e ancor oggi iconico, così come Reginald Hudlin.

Non nasconde nemmeno l’influenza di scrittori e sceneggiatori al di fuori del mondo dei fumetti. Terry Gilliam, con il film Brazil, è un riferimento per quanto riguarda la creazione satirica e oscura di una società distopica. Il romanziere David Bradley, autore di The Chaneysville Incident, è uno scrittore di colore la cui prospettiva generazionale è stata importante durante la formulazione dello T’Challa giovane, protagonista di Rise of the Black Panther. La scrittrice nigeriana Chimamanda Ngozi Adichie gli ha fornito un esempio di analisi delle dinamiche di un paese isolazionista, come appare il Wakanda nella serie.

 

Il Wakanda che mostriamo è certamente un luogo eccezionale e in grado di ispirare le menti, ma è anche xenofobo, in qualche modo, facendo di necessità virtù. Si trova in un continente in cui ogni altro stato si è visto colonizzato o invaso, quindi ha una mentalità sociopolitica combattiva e guerriera, che ha dovuto necessariamente adottare per sopravvivere. Ma quanto ci si può mantenere un’isola rispetto al mondo? Questa è una delle questioni che T’Challa deve affrontare. Una delle grandi decisioni che prende è quella di aprire al mondo il Paese e le ripercussioni interne saranno enormi.

 

Una storia che prende le mosse dalla considerazione dell’assassinio di T’Chaka, padre del protagonista ed ex sovrano, come un evento geopolitico fondamentale per la storia Marvel, paragonabile a quello di John Kennedy e in grado di cambiare la mentalità e la prospettiva di un’intera nazione.

Nel primo numero della serie, si esplorano le sue implicazioni, per poi passare all’esplorazione del personaggio di T’Chaka, prima di dedicarsi all’inizio e allo sviluppo del regno di T’Challa, investito re e nuovo Pantera Nera.

 

 

Fonte: Marvel