Nel corso di Lucca Comics & Games 2017 abbiamo avuto la possibilità di intervistare Chris Weston, artista britannico che ha prestato la sua arte a storici titoli come Invisibles, Starman, JSA, Lucifer e Authority e che alla fiera toscana ha presentato Time Breakers.

Ringraziamo sentitamente lo staff di Nicola Pesce Editore per la collaborazione.

 

Ciao, Chris, e benvenuto su BadComics.it!

Ciao, e grazie per avermi come vostro ospite.

Grazie a Nicola Pesce Editore ho scoperto l’esistenza di uno dei pochi titoli di Warren Ellis, uno dei miei scrittori preferiti, che non avevo ancora letto: “Ministero dello Spazio”, miniserie da te illustrata. Di cosa parla questa storia?

Oh, è una storia terribile! [ride] Scherzi a parte, senza rivelare troppo per non rovinarti la lettura di una storia con un finale davvero pazzesco, prova a immaginare una realtà alternativa nella quale i britannici sono stati i primi a catturare gli scienziati tedeschi al lavoro su un misterioso programma spaziale, alla fine della Seconda Guerra Mondiale, portandoli poi con loro in Inghilterra. È stata quindi la Gran Bretagna a vincere la cosiddetta “corsa allo spazio” e a raggiungere la luna prima di tutti. Da lì, è cambiato tutto.

Com’è stato lavorare con Warren Ellis?

Molto meno affascinante di quanto si potrebbe pensare, anche se questo discorso cambia a seconda del punto di vista di ognuno. A volte, credo che i lettori immaginino la vita degli autori come qualcosa di molto figo, una specie di mondo a sé stante in cui ci ubriachiamo tutti assieme con delle meravigliose donne nude che corrono e danzano attorno a noi. Niente di tutto ciò. È un lavoro di routine: ti svegli la mattina, accendi il computer e apri un file Word nel quale è presente una sceneggiatura. Il compito dell’artista è quello di trasformare in immagini le parole.

Va bene, ma non possiamo dimenticare che hai lavorato su titoli importantissimi con sceneggiatori molto influenti, per esempio, la tua avventura nel mondo del Fumetto americano è iniziata con lo “Swamp Thing” scritto da Mark Millar…

Hai ragione, e se i ricordi non mi ingannano, questi sono abbastanza in contrasto con quanto ti ho detto in precedenza. All’epoca, eravamo sulla cresta dell’onda: frequentavamo moltissime convention, e la sera molto spesso se ti trovavi con Mark e Grant [Morrison] finivi per ubriacarti. Lo descrivo come l’unico periodo della mia vita in cui ho fatto parte della cool gang! Non avevo mai fatto parte di niente del genere prima di allora, ma con loro mi sono divertito, devo ammetterlo.

Disegnare il personaggio di Swamp Thing, poi, era molto gratificante, perché questo mostro della palude è una sorta di versione moderna del mostro di Frankenstein: un essere spaventoso, ma con un’anima molto tormentata e triste. Data la sua natura, non può essere amico di nessuno.

Ecco, hai effettivamente fatto parte di quelli che contano, dato che hai firmato titoli seminali come “Authority” o “Starman”. Dal tuo punto di vista, com’è cambiata l’industria da allora a oggi?

Be’, credo che oggi ci sia una gestione più aziendalistica dell’industria, specie per quanto riguarda le major, Marvel e DC Comics. Sono come grosse corporazioni, rigidamente programmatiche. Colossi come Disney e Warner Bros. sono molto più interessate ai fumetti, perché hanno capito che possono essere una fonte molto remunerativa.

Questo è ciò che dall’esterno percepisco, perché non ho davvero avuto modo di lavorare con queste grosse industrie per ciò che sono oggi. Credo che il vantaggio di questa situazione sia che coloro che amano il fumetto non standardizzato, sia tra gli autori che tra i lettori, sono andati a rafforzare realtà più libere come quella della Image Comics. E poi c’è il discorso sulla libertà creativa, ma è qualcosa di davvero molto lungo e complesso…

Non posso nascondere che il pensiero di te e Morrison che vi ubriacate assieme ha stuzzicato la mia curiosità, e mi piacerebbe sapere qualcosa di più sulla nascita della vostra collaborazione, che poi ha dato vita, per esempio, a un’opera davvero fuori da ogni schema, come “Lo schifo”.

Be’, c’é stato un momento della mia vita in cui, per cause complesse, mi sono trovato a Gasglow, dove non avevo davvero nulla da fare o da disegnare. Mi ricordai, quindi, che lì ci viveva Grant, per cui un bel giorno decisi di andarlo a trovare. Una volta a casa sua, mi accolse dicendomi che era molto impegnato a scrivere una storia sulla Principessa Diana. Iniziammo a chiacchierare di più e del meno, e molte delle cose di cui parlammo in qualche modo poi andarono a finire nella trama di “Lo schifo”.

La stranezza è che il giorno dopo questa giornata trascorsa a chiacchierare, i telegiornali di tutto il mondo riportarono la notizia della morte di Diana in un incidente automobilistico. Che roba assurda.

Davvero incredibile! Cambiando discorso, Warren Ellis sta rilanciando l’Universo WildStorm per la DC Comics. Se te lo proponesse, ti piacerebbe farne parte?

Non ne sapevo nulla. Sta tornando anche “Authority”?

No, non ancora, per ora si è partiti con la miniserie “The Wild Storm”, seguita da un’altra su Michael Cray.

Oh, va bene. Mai dire mai. Se Warren chiamasse ci penserei: sono un artista e disegno per vivere e dar da mangiare ai miei figli, ma non posso nascondere che al momento il mio interesse verte altrove. Dubito che comunque mi possa chiamare, dato che come ti dicevo, oramai sono fuori dal gruppo di quelli che contano. E va bene così, alla fine.

 

Chris Weston