Lo scorso 18 ottobre, la testata dedicata all’ex Power Man ha fatto il suo ingresso nell’iniziativa Legacy con Luke Cage #166, albo sceneggiato da David F. Walker e disegnato da Gillermo Sanna che ha innescato l’arco narrativo Caged.

Come avvenuto agli altri eroi Marvel, per Carl Lucas l’ingresso in Legacy è segnato da un ritorno alle origini: si trova ancora una volta in prigione, in una città senza nome e dal lato sbagliato della legge. Una situazione apparentemente difficile che, oltre alle problematiche personali, nasconde una grande minaccia per il mondo intero. Walker ha parlato così dell’albo:

 

Luke Cage #166, copertina di RahzzahQuando la Marvel ha lanciato l’iniziativa Legacy, si discuteva della possibilità di riportare alcuni personaggi iconici alle loro radici e alla loro essenza. Ho pensato: “Perché non riportiamo Luke Cage dove tutto ha avuto inizio, quando lo abbiamo visto per la prima volta nel 1972? Rimettiamolo in prigione.”

Da questa idea sono nate altre domande: perché è in prigione? Come fai a tenerlo dietro le sbarre se possiede una super forza? Abbiamo dovuto fare un ragionamento inverso, per alcuni aspetti. In parte, la storia che stiamo raccontando riscrive le origini del personaggio in modo strano. Per questo ci siamo posti altre domande: chi sarà il nemico? Chi saranno i suoi alleati? Questa storia porterà Luke verso nuovi scenari? Da scrittore, per me non avrebbe senso affrontare un lavoro senza l’opportunità di portare il personaggio su sentieri nuovi, o fargli avere una consapevolezza di sé che non ha mai avuto prima.

Ci sono alcuni ostacoli che gli impediscono di essere il Luke Cage che conosciamo e amiamo, o di essere il Luke Cage che sa di poter essere. Buona parte dell’arco narrativo parla del suo riscoprirsi, e durante questo processo speriamo che i vecchi lettori possano apprezzare le prove e le tribolazioni in cui lo abbiamo inserito. I nuovi fan, invece, saliranno a bordo vedendo un tipo che, realmente, scopre cose nuove.

Luke affronterà molti ostacoli, e il non sfruttare la super forza è stata una delle cose a cui abbiamo dovuto pensare maggiormente: come lo terreste lontano dal semplice rompere tutto? Non volevamo realizzare la tipica “prigione speciale”, quelle che hanno le pistole a raggio depotenziante o qualcosa di simile. Il motivo per cui si trova sotto chiave e il perché continui a trovarcisi sono interconnessi e vengono svelati nel primo numero dell’arco narrativo. Siamo partiti da questa idea, finendo per mettere al centro ciò che lo tiene ancora prigioniero. Tutto ciò diventa una metafora globale del perché restiamo intrappolati in circostanze che possono andare oltre il nostro controllo, cercando di definirci in modi che non sono così accurati o veritieri rispetto a chi siamo davvero.

Luke Cage #166, copertina variant di Dave JohnsonHo suggerito più volte ai miei editor che avrei voluto realizzare una sorta di Luke Cage: Year One. Nella serie originale degli anni ’70 il tempo che Luke ha trascorso in prigione si è esaurito in un paio di albi. Non hanno mostrato più di tanto il suo tempo lì, rinchiuso per un crimine che non aveva commesso. Eppure, quel periodo viene continuamente ripreso, nonostante sia durato effettivamente poco. Noi, invece, gli facciamo trascorrere un periodo più lungo in prigione, dove effettivamente non avrà il controllo che in passato ha creduto di avere. Questo è un aspetto fondamentale nello sviluppo del personaggio. Ho colto quest’opportunità per raccontare non solo una storia che esplorasse il fulcro di Luke Cage, ma anche quello di Carl Lucas, perché molte persone dimenticano che lui, prima di essere Luke Cage, era Carl Lucas. Cosa prova nel profondo? Cosa lo rende l’eroe che è oggi? Ora è tornato in prigione con molte altre esperienze sulle spalle rispetto a prima, quindi percepisce in maniera differente questa situazione.

Negli albi dal numero #166 al numero #169 le cose peggioreranno. Luke Cage #166 inizia piuttosto male e, nel successivo, vi farà dire: “Oh, non pensavo che potesse andar peggio di così”. Invece le cose andranno di peggio in peggio per il povero Mr. Cage.

Il nocciolo della scrittura di questa storia è stato trovare i giusti beat. Il primo, in termini di finale cliffangher, è vedere Luke in una condizione che non comprende. Il secondo sarà l’innalzamento del livello di pericolo, che vi farà pensare: “Ok, siamo in un territorio inesplorato. E ora nel territorio dove si vive o si muore”. La tensione va alzandosi di albo in albo.

 

 

Fonte: Marvel