Per chi ancora non lo sapesse, Silver, al secolo Guido Silvestri, è il creatore di uno dei personaggi umoristici più riusciti e amati della nostra tradizione fumettistica: Lupo Alberto. A inizio anno abbiamo riscoperto il piacere di leggere le sue storie grazie a Lupo Alberto Collection – collana prodotta da Mondadori Comics in collaborazione con Panini Comics – ma ora una nuova avventura attende gli animali della Fattoria McKenzie: Lupo Magazine, una rivista tematica che ogni due mesi ospiterà le storie inedite realizzate da Silver, più altri contributi di approfondimento.

In occasione della recente Lucca Comics & Games 2017, abbiamo avuto il piacere di incontrare il Maestro e parlare con lui di questa ennesima sfida. Ringraziamo lo staff di Panini Comics per la disponibilità.

 

Bentornato su BadComics.it, Silver!
Ci eravamo incontrati in occasione di Napoli Comicon 2016 e ci eravamo salutati–

…Male. Ci eravamo lasciati male. [ride]

No, assolutamente! Ci eravamo lasciati evidenziando quanto la pensione fosse ancora lontana per lei, e per Lupo Alberto, considerando la sua incredibile voglia di continuare a fare fumetti. A distanza di oltre un anno e mezzo, ecco “Lupo Magazine”, che la vede ancora protagonista. Com’è nata questa iniziativa editoriale targata Panini?

“Lupo Magazine” nasce soprattutto per volontà di Panini, che crede fortemente in questo personaggio. Per quanto mi riguarda, si tratta di una nuova fase del mio rapporto con Alberto, dato che per la prima volta non sono io l’editore e l’incombenza è demandata ad altri.

Non conosco le reali intenzioni di Panini, e per quanto mi riguarda le aspettative sono rivolte a un sereno giudizio da parte del pubblico. Non mi aspetto grossi numeri, visto anche il periodo che sta vivendo l’editoria, ma spero che possa rappresentare un momento di divertimento, oltre che una nuova fase per la mia vita artistica.

Per il personaggio è un periodo decisamente interessante, considerato il suo ritorno in edicola con “Lupo Alberto Collection” e ora questo magazine. Che tipo di stagione è cominciata per la sua creatura?

I personaggi che hanno una vita editoriale così lunga sono soggetti a stagioni più o meno fortunate. Si parte dagli esordi, quando le storie sono patrimonio di un gruppo ristretto di fan, per poi passare a un pubblico sempre più vasto. Inevitabilmente, c’è poi una fase di declino, nella quale però il pubblico più anziano passa il testimone a quello più giovane, magari di padre in figlio. Ecco, credo che Lupo Alberto sia proprio in questa fase: ho appena concluso tre ore di firma copie e la maggior parte dei ragazzi mi ha confessato di aver conosciuto Alberto proprio grazie alla collezione dei propri genitori.

È un segnale sicuramente importante, sintomatico di come la sua creazione possa risultare attuale e catturare l’attenzione anche delle nuove leve.

Questo dipende anche da quanta nuova linfa si può innestare nelle storie, magari pensando all’aiuto di autori giovani che possano portarle avanti. Nel caso specifico, c’è uno staff al lavoro con me già da diverso tempo sul personaggio, come Bruno Cannucciari, che proprio qui a Lucca sta presentando il suo “Kraken” – opera completamente diversa da quanto realizza per Lupo Alberto – Francesco Artibani, Piero Lusso e Giacomo Michelon. Non sono più giovani come una volta ma hanno uno spirito molto creativo, oltre a una grande inventiva che mi permette di portare avanti le storie del personaggio.

Qual è stata la scintilla che l’ha portata a volersi mettere ancora in gioco, a rischiare un personaggio storico del Fumetto italiano imbarcandosi in questa nuova avventura?

Lupo Magazine 1, copertina di SilverPrevalentemente la possibilità di sperimentare storie e generi nuovi. Intuisci che possono esserci strade diverse, come gli spin-off, che possono portare a soluzioni interessanti. Questo è molto stimolante. E proprio in questo filone di sperimentazione sto realizzando il mio nuovo lavoro, di cui purtroppo non posso anticipare nulla.

In fondo, un personaggio è come una compagnia teatrale: le tue creature sono degli attori a cui fai interpretare ogni volta ruoli e generi diversi. Anche l’età ti consente di ampliare il tuo bagaglio, ti spinge a sperimentare cose nuove. È sicuramente un aspetto divertente di questo lavoro.

Inoltre, un altro segno dell’età è la mancanza del desiderio di stare sempre sulla breccia. Penso di esserci già stato abbastanza e quindi oggi penso solo a divertirmi: scrivere, inventare cose e situazioni nuove cercando di raggiungere un pubblico diverso. Magari provo a farle leggere ai miei figli per capire se il materiale a cui sto lavorando riesce ad arrivare anche a loro. Sono molto preparati su tutto – serie televisive in particolare – quindi il loro giudizio è sempre molto puntuto e preciso!

Leggendo la prima storia di “Lupo Magazine” abbiamo notato come l’umorismo sia ancora il grimaldello con il quale scardinare la società attuale e metterne a nudo i difetti, le manie e i luoghi comuni.

Vorrei sdrammatizzare un argomento ancora tabù come il sesso. In Italia, si sa, le cose vengono prese anche in modo negativo. La scritta che campeggia in copertina, “destinato a un pubblico maturo”, è scherzosa, un modo per affrontare il tema in modo goliardico. Ho preso spunto da tutti i nostri tabù – come guardare i film pornografici di nascosto – per dimostrare come ancora oggi si viva in maniera clandestina, con i sensi di colpa, qualcosa di normalissimo.

Durante la lavorazione di questo primo numero ci siamo resi conto che in realtà c’era tanto materiale da poter realizzare, almeno altre dieci storie sul sesso. È un argomento tra i più universali, che incuriosisce tutti e attrae per la sua carica trasgressiva.

Come proseguirà l’avventura di “Lupo Magazine”?

Nella prossima uscita affronteremo il tema dei social, poi ci sposteremo sulle serie televisive e anche sul Fumetto, inteso nella sua accezione più larga. Tratteremo anche un altro tema tabù: la morte. Insomma, cercheremo di mettere insieme una collezione di manuali sui più disparati argomenti, sperando di proporre una collana di successo che possa essere appagante tanto per l’editore quanto per noi autori.

Sono partito con l’idea di realizzarne una perché l’ho già fatto diversi anni fa insieme a Alfredo Castelli. “Eureka” fu un’operazione interamente curata da noi, con il supporto di molti amici che hanno lavorato gratis e ai quali non smetterò mai di dire grazie. Anche in quel caso si trattava di albi monografici: siamo partiti dai manga – che proprio in quel periodo stavano iniziando a entrare nella nostra cultura – per poi passare alla fantascienza, senza trascurare la narrazione poliziesca.

Sia lei che Panini vi siete prefissati degli obiettivi, traguardi da raggiungere con “Lupo Magazine”?

L’obiettivo minimo sono sei uscite, al termine delle quali faremo il punto della situazione e decideremo per il prosieguo. I temi non mancano e magari potremmo anche tornare su quelli di maggior successo. Vedremo cosa deciderà l’editore, perché la mia volontà è di andare anche oltre.

 

Silver e Pasquale Gennarelli