Siamo in epoca Legacy, alla Marvel, ovvero in un tempo che richiama da vicino l’effetto nostalgia. E, frutto di questa temperie di recupero del passato, ecco rinascere anche uno dei ricordi più bizzarri della Silver Age della Casa delle Idee: Not Brand Echh.

Di che si tratta: di un fumetto in cui Stan Lee, sempre irriverente e dall’impudenza tranquilla ma pungente, prendeva in giro personaggi sia della propria casa editrice che della concorrenza. Distinta o meno che fosse.

Ne parlano Christopher Hastings e Jay Fosgitt, due delle firme coinvolte per Not Bran Echh #14, in uscita a novembre al di là dell’oceano.

 

Not Brand Echh #14, copertina di David NakayamaHastings – Ho sempre amato la parodia e la satira quando vengono dall’apprezzamento per i bersagli originali. Credo che sia divertente prendere in giro un personaggio quando se ne ha una profonda comprensione e lo si ama davvero. Not Brand Echh ha assolutamente posto in questo contesto e sono deliziato dall’opportunità di divertirmi con esso.

Fosgitt – Sono sempre stato un fan di Not Brand Echh, da quando ho iniziato a seguire la Marvel. La bizzarria cartoonesca e satirica di quei tempi è stata un riferimento importante per il mio stesso senso dell’umorismo e non vedo l’ora di restituire un po’ di affetto all’eredità che comporta.

La Marvel ha sempre avuto anche una vena umoristica, intrinseca alla sua epica. Not Brand Echh era quella componente isolata e libera di scaricare un torrente di ilarità sui lettori. Negli anni Sessanta, in quei tempi di tumulti sociali, avevamo bisogno di ridere. Sembra che Forbush Man abbia visto le tensioni della nostra epoca e sia tornato a salvarci facendoci ridere, in questi anni folli.

 

Fosgitt racconterà appunto una storia del leggendario Forbush Man, ripescato per l’occasione dall’archivio delle creazioni più leggere di Stan Lee, in cui la satira sarà raccontata dal punto di vista del protagonista. Anche Gwenpool, che ha una vena parodistica importante ed è creatura di Hastings, troverà spazio nell’albo.

 

Hastings – Gwenpool è sorretta da un’idea di base assolutamente divertita, ma, nel corso della sua serie abbiamo cercato di darle più cuore e profondità come personaggio. Per questa storia, invece, siamo tornati alle radici dell’assurdità della sua creazione.

Quando scrivo, non sono particolarmente concentrato sulla comicità, almeno in fase di soggetto. Semplicemente, guardo la storia e i suoi punti di svolta. Poi, nel realizzare la sceneggiatura, il mio cervello si accende e inizia a sottolineare ogni assurdità, a pensare ai modi più divertenti per mettere in scena le cose, invece che mostrarle in maniera basica. In quel momento scaturisce da sé la comicità.

Fosgitt – Giocare con i personaggi della Marvel mi permette di fare dell’ironia molto più di quanto non abbia fatto in passato nel mio lavoro. Posso mescolare cultura pop e luoghi comuni di questi personaggi iconici. Quando puoi prenderti gioco dei personaggi con cui sei cresciuto, nella storia ci sono amore e risate in parti uguali. E questo ha un valore enorme per me.

 

Not Brand Ecch #14 vedrà contributi anche di Nick Spencer, GurihiruChip Zdarsky, Erica Henderson, Katie Cook e Scott Koblish.

 

 

 

Fonte: Marvel