Robbie Thompson si iscrive a parlare nel novero degli artisti e sceneggiatori Marvel che stanno omaggiando i loro ricordi legati all’arte e alla personalità di Jack Kirby, cento anni e non sentirli. Lo sceneggiatore di Silk, Venom: Space Knight e Doctor Strange and the Sorcerers Supreme ha affidato i propri pensieri al sito ufficiale della Casa delle Idee.

 

Fantastic Four #48 (La Trilogia di Galactus)Io e mio fratello, da ragazzini, compravamo fumetti al market del nostro paese da una rastrelliera girevole. Ma per i classici, dovevamo andare in libreria, ed è lì che ho visto il mio primo Kirby. C’erano copie di Origins of Marvel Comics, Son of Origins e Super Hero Women. Collezioni di storie disegnate da grandi artisti, fra cui Kirby spiccava. Era peculiare ed era chiarissimo fin da subito che mi trovavo davanti a un gigante della creatività, un titano alle radici di personaggi e universi che io e mio fratello imparammo ad amare.

Troppe le storie tra cui scegliere, ma posso dire di adorare i suoi Fantastici Quattro. Il suo lavoro non avrebbe potuto essere più epico. Sugli scaffali, all’epoca, non c’era davvero niente di simile e ha cambiato le regole per tutti, fondando l’Universo Marvel. Dai personaggi ai mondi che creava in quelle storie, tutto quanto è senza tempo. C’è di tutto, dentro quel fumetto ed è uno di quelli che rileggo ogni volta che posso. In più, Kirby ha portato alla vita Galactus, là dentro, uno dei miei personaggi preferiti di sempre.

Sono incredibilmente fortunato a potermi sedere sulle spalle di giganti come lui e Stan Lee, giocando con l’universo che hanno costruito. Una perfetta linea guida su come si lavora alla Marvel sta in una citazione da Jack Kirby: “Sento che i miei personaggi sono concreti, i miei personaggi sono persone, i miei personaggi hanno speranza. E la speranza è quel che ci fa andare avanti.” Io adoro il senso di speranza che alberga nell’Universo Marvel e sono fiero di potervi giocare un piccolo ruolo.

Il lavoro di Kirby, se sei un appassionato di creazione, di design, di architettura, di mondi incredibili, di avventure cosmiche, romanticismo, intrigo e suspense ne ha davvero per tutti i gusti. Sapeva fare davvero tutto e ha definito e ridefinito costantemente le possibilità comunicative del Fumetto come forma d’arte. E questo lo ha reso una leggenda.

Una gran quantità delle sue storie ha trovato adattamento e continuerà a trovarlo. Non vedo l’ora di vedere come lo citerà Thor: Ragnarok. Il suo lavoro definisce il Fumetto. Ha lavorato con una tale semplicità da non poter essere replicabile. Era un genio assoluto e sono entusiasta per le generazioni a venire che continueranno a scoprirlo e restarne affascinate.

 

 

Fonte: Marvel