Una lunga intervista a Jason Aaron appare su Newsarama. L’argomento è la storia che, nelle intenzioni della Casa delle Idee, ha il ruolo di introdurci alla nuova era della Marvel, in cui assisteremo al riconnettersi dei personaggi classici con le loro radici prime e originarie e alla definizione ormai completa dei ruoli per la nuova generazione di eroi spuntati negli ultimi anni.

Legacy è alle porte e lo sceneggiatore ha molto da dire al riguardo. Ecco il succo del discorso, nella nostra selezione e traduzione.

 

Se chiedete di cosa parli Legacy ad autori ed artisti diversi, probabilmente ottenete risposte differenti. Sono convinto che non ci sia per forza bisogno di dare una risposta semplice. Per me si tratta di onorare la ricchissima storia della Marvel, l’impressionante serraglio dei suoi personaggi e tutti gli uomini dalla pazzesca immaginazione che ci hanno lavorato su negli anni, sulle cui spalle sono abbastanza fortunato da potermi sedere. Ma, allo stesso tempo, si tratta di portare quegli stessi personaggi verso qualcosa di nuovo ed entusiasmante, dove non sono mai stati prima.

 

Aaron ha ribadito il ruolo di Marvel: Legacy #1, storia sua e di Esad Ribic che introduce gli Avengers di un milione di anni prima di Cristo. Una vicenda che scava profondamente nel passato dell’Universo Marvel per poi puntare il dito verso il futuro e toccare ogni personaggio che sarà coinvolto dall’iniziativa di rinnovamento della Casa delle Idee. Protagonisti chiacchieratissimi sono Iron Fist, Star Brand, Fenice, Pantera Nera, Ghost Rider nelle loro versioni paleolitiche, più Agamotto e l’immortale Odino.

 

Marvel Legacy, variant cover di Amy Reeder

Si tratta di un elenco piuttosto semplice da mettere assieme, quando ti metti a pensare ai più importanti e longevi personaggi dell’Universo Marvel. Come fare a mettere insieme i Vendicatori delle Caverne? Una domanda a cui, lasciatemi dire, ero semplicemente entusiasta di rispondere. L’ho fatto abbastanza in fretta, devo dire. Sulle pagine di Thor ho ovviamente raccontato un sacco di cose su Odino, perlopiù nel ruolo di antagonista di suo figlio o Jane Foster. Ma la cosa bella di scrivere personaggi divini è che sono in giro da un’infinità di tempo, hanno attraversato le ere con diverse incarnazioni.

Come con Thor, che ho mostrato in diversi momenti della sua vita, così mi piace l’idea di esplorare diverse vesti di Odino, in periodi molto distanti della sua lunghissima esistenza. Potremo vedere il Padre di Tutti come non l’abbiamo mai visto prima. Lui è stato il primo membro di questo team preistorico a cui ho pensato. Gli altri pezzi del puzzle si sono incastrati tra loro in breve tempo. Fenice e Iron Fist mi sono parsi quasi dovuti. Sono felice di poter tornare a scrivere il personaggio di Ghost Rider, uno dei primi su cui ho lavorato per tanto tempo alla Marvel. Star Brand è un personaggio che non si vede in giro spesso, ultimamente, che fu chiave nelle trame degli Avengers di Jonathan Hickman e ha un ruolo importante anche qui. C’è una ragione per la presenza di ognuno e le storyline hanno ramificazioni dalla preistoria fino al presente.

Rivedremo questi personaggi ricomparire in pompa magna. Questa storia è autoconclusiva e si regge su se stessa, come era fortemente nei miei piani. Non è semplicemente un preludio a qualcos’altro. Volevo che fosse piena di eventi, soddisfacente anche da sola, quindi nelle sue pagine succedono grandi cose. Ma rivedremo gli Avengers Preistorici: questo è l’inizio di una storia che si dipanerà nei mesi a venire. Solo, non posso ancora dirvi dove andrà a finire.

 

La speranza, visto che grandi storie sono in moto per loro, è che al pubblico piaccia questa versione ancestrale dei Vendicatori e li voglia vedere ancora e ancora. Ma anche Jane Foster, Sam Wilson, Riri Williams saranno al centro dell’attenzione in Legacy, tra tanti personaggi del presente che appaiono. Aaron, ovviamente, non dice nulla sull’atteso personaggio che farà il suo ritorno – ma già annunciato dalla Marvel – e non promette nulla su quanto in effetti il pubblico lo attenda. La storia lo richiedeva, pertanto lo vedremo ricomparire, chiunque egli sia.

 

Marvel: Legacy #1, variant cover di Alex RossNon è che ci sia un elemento specifico che io stia cercando di riportare nell’Universo Marvel, perché credo che sia qualcosa di molto più grande di una sola storia, di un solo personaggio. Sono davvero orgoglioso e felice della diversità dei nostri titoli che vedete oggi sugli scaffali. Semplicemente, sto cercando di raccontare lo stesso genere di storia che tento di narrare ogni volta: qualcosa di gigantesco, di folle, che abbia un’importanza emotiva e, soprattutto, che sia divertente.

Non c’è granché da divertirsi nell’ascoltare le quotidiane notizie che arrivano dal mondo, oggigiorno. C’è un sacco di cattiveria in giro e credo sia importante che i fumetti non siano ciechi a quel che succede, che continuiamo a fare da riflesso al mondo là fuori, per quanto possiamo. Ma allo stesso tempo è fondamentale, oggi più che mai, regalare ai lettori storie di speranza, che ci spingano a guardare al cielo stupefatti, ancora una volta, e a sognare un mondo migliore.

Una storia così breve ma che cambia così tante cose ti costringe a tenere in equilibrio un sacco di aspetti. Tanti diversi personaggi da gestire e per cui trovare una voce. Ci sono diverse cose pazzesche che accadono in questo albo, ma del resto è sempre stato il suo scopo: essere una storia compatta ma ricchissima di eventi. E abbiamo un elenco davvero incredibile di artisti che vi partecipano. Si tratta di un albo davvero meraviglioso da guardare e mi consente di lavorare con un bel po’ di disegnatori con cui non avevo mai collaborato, ma che speravo da tempo di avere come colleghi. Si tratta davvero di un’esperienza incredibile.

Non ho l’abitudine di realizzare le scene su misura per gli artisti con cui lavoro. Chiunque sia il mio compagno di viaggio alle matite, cerco di lasciargli spazio di manovra nella sceneggiatura, in maniera che possa far sentire la propria voce e mettere in mostra il proprio stile nelle tavole. Credo che, per quanto riguarda questo albo, avere così tanti artisti coinvolti sia stata un’ottima idea e abbia perfettamente senso nel genere e nella storia. Abbiamo a che fare con tanti personaggi e visitiamo moltissimi angoli dell’Universo Marvel. Quindi, i momenti che si concentrano sul Figlio di Odino, per fare un esempio, ha senso che siano disegnati da Russell Dauterman. E così via.

Se tra loro c’è qualcuno, a parte Russell, con cui collaborerò ancora in futuro? In effetti sì, anche se ancora non posso dirvi chi sia. Ma uno di questi artisti sarà con me nel mio prossimo grosso progetto. Immagino di non potere dire altro, se non che continuo ad essere entusiasta del mio lavoro, come un bambino in un negozio di caramelle.

 

 

 

Fonti: Newsarama | Comic Book Resources