Frazer Irving, disegnatore che i lettori italiani hanno ammirato recentemente su La Potente ThorDoctor Strange e che gli americani stanno ammirando su Black Bolt come artista ospite, parla di Jack Kirby in occasione del centenario della nascita del Re dei Comics, per omaggiarne la grandezza e darci conto di come e quanto sia stato un’influenza sulla sua arte.

 

Doctor Strange and the Sorcerers Supreme #2, variant cover di Frazer Irving

Probabilmente avevo tre anni quando vidi Capitan America disegnato da Kirby su una figurina, nella famosa posa in cui sembra che stia ballando. Penso che la figurina citasse quell’evenienza. Ero disorientato dalle proporzioni e dalla semplificazione delle linee e del tratto, comparate agli inchiostri pieni di Tom Palmer su La Tomba di Dracula, ristampata nello stesso albo. Ricordo che mi colpì e quell’immagine risuonò di nuovo dentro di me quando scoprii artisti come Barry Smith e Jim Steranko, in un’epoca successiva in cui ero più consapevole della funzione delle linee e non più confuso. Tuttavia, nella mia memoria resta indelebile il ricordo di una domanda scatenata da quelle immagini: perché tutti sono così brillanti, luminosi?

Nei miei primi giorni di disegnatore ho davvero cercato di riproporre le dinamiche kirbyane nel mio stile, ma non ci sono mai davvero riuscito perché io non sono Jack Kirby. Dentro di me so che disegno cose decisamente lontane dalle sue ed è così che mi ha aiutato lo studio del suo lavoro: mi ha mostrato quello che non ero e mi ha consentito di avere un’idea molto più onesta della mia personalità artistica. Meno tempo perso a disegnare figure dinamiche, parecchio di più a giocare con i filtri di Photoshop.

Un trucco che ho appreso da Kirby, molti anni dopo, è l’uso di gabbie narrative molto semplici. Avevo già copiato quella da nove vignette di Strangehaven, ma quella da sei tipica di Jack l’ho evitata come la peste. Fino al giorno in cui ho smesso. Semplifica moltissimo la lettura della pagina, il che è grandioso per un artista come me.

Uncanny Inhumans #19, copertina di Frazer Irving

Al di là della potenza chiassosa del suo tratto e della sua immaginazione, Kirby era grandioso nel mostrare le cose che accadevano in maniera che anche un lettore esordiente potesse capire. E tutti quanti avremmo bisogno di un po’ di quella semplicità al giorno d’oggi, condita con milioni di colori e filtri.

I personaggi classici di Kirby che ho avuto sotto mano su Silent War li adoravo. Gli Inumani erano una delle cose che erano rimaste intatte sin dalla mia infanzia. Quando ero ragazzino ero un loro grande fan, anche se non conoscevo la loro storia editoriale e creativa. Pensavo semplicemente che ci fossero poche storie che li riguardavano perché erano personaggi molto solitari.

Il Freccia Nera che disegno ora sulla sua serie non è molto distante da quello di allora, a parte il fatto che ha un diapason più figo, adesso. Il costume di Boltagon non è cambiato granché e la differenza più grande rispetto al passato è il fatto di disegnarlo mentre parla. Credo di averlo reso un po’ più longilineo di un tempo, ma ho conservato la rabbia e il tormento interiore che aveva durante Silent War. Che sono le sue caratteristiche più tipiche e interessanti.

 

 

Fonte: Marvel