Penultima chiamata per Secret Empire, la miniserie portante del megaevento Marvel del 2017. Le trame di Nick Spencer, illustrate da Rod Reis e Leinil Francis Yu, sono ormai rivolte verso l’inevitabile scontro finale, e la guerra contro l’Hydra e lo Steve Rogers “riscritto” dal cubo cosmico senziente Kobik è entrata nella sua fase terminale con il numero #9.

Tra tutte le componenti chiave, spicca la rivelazione della natura del secondo Steve, legata a doppio filo alla soluzione per riportare Capitan America quello di una volta, alla fine della saga. È infatti cosa nota che la Sentinella della Libertà tornerà a essere un eroe senza macchia con l’avvento dell’iniziativa autunnale Legacy.

Ma andiamo con ordine: pronti per il penultimo bollettino di guerra?

 

Rivolta mutante e allegoria politica

Se c’è un tema portante di questo penultimo capitolo di Secret Empire è la sollevazione di quelli che in precedenza erano stati oppressi, prigionieri, vittime o riluttanti servitori del regime dell’Hydra. Si comincia con Pantera Nera, sconfitto e catturato da Capitan America, la cui esecuzione viene rimandata in modo da essere divulgata pubblicamente per affermare la supremazia dell’America sull’Africa e del bianco sul nero, e si prosegue con Nuova Tian, la nazione mutante sorta sotto il “protettorato” dell’Hydra.

Emma Frost annuncia che nessun mutante si inginocchierà all’Hydra, e, a conferma delle sue parole, evoca la venuta di Magneto, che scatena tutta la sua potenza contro la nave ammiraglia di comando del governo.

Da questo punto di vista, Spencer non usa giri di parole ed è molto diretto nel contrapporre un eroe africano di colore e un ebreo sopravvissuto ai campi di sterminio alla neonata forma di nazismo ascendente. La storia destinata a ripetersi è sicuramente uno dei messaggi più forti di Secret Empire.