Mark Waid parla di Jack Kirby sulle pagine del sito ufficiale della Marvel. In tanti stanno celebrando la figura del Re dei Comics, di cui oggi si festeggia il centenario dalla nascita. Curiosamente, Waid non si è innamorato a prima vista delle tavole, come racconta nella breve intervista che vi riproponiamo. C’è voluto del tempo perché il futuro sceneggiatore si accorgesse della grandezza di The King. Per fortuna, dato che il suo Capitan America si dichiara, ancor prima di debuttare, di ispirazione kirbyana.

 

Captain America #193, copertina di Jack KirbyIl mio primo Kirby non era un fumetto Marvel, ma DC. E, per mia eterna vergogna, ricordo di averlo detestato, quando avevo nove anni. Sono cresciuto con il mito di artisti più compassati, come Curt Swan e George Papp, quindi il tratto di Jack mi sembrava del tutto “sbagliato”. Per fortuna, crescendo, ho capito quanto fossi stati io a sbagliarmi.

L’ho incontrato personalmente una volta a una convention di Dallas – sembra un milione di anni fa – e abbiamo chiacchierato. Rimasi sorpreso dalla sua umiltà e da quanto fosse alla mano. Ascoltare le sue storie di guerra fu una rivelazione. I suoi tre periodi su Captain America mi hanno insegnato molto. Le storie della Golden Age mi hanno fatto capire cosa sia l’azione. Il periodo di Tales of Suspense mi ha insegnato a metter la soap opera nei fumetti. Le storie di metà anni Settanta mi hanno illustrato il valore di nemici grandiosi e sempre nuovi.

I suoi personaggi sono enormi, semplicemente. Nel riutilizzarli, il mio lavoro è semplicemente scavare e riscoprire quel che ho adorato di loro alle origini e mostrarlo al pubblico. Le creazioni di Kirby, come tutto ciò che ha contribuito a far nascere, sono così emozionanti, così umane nel loro nucleo che è quasi impossibile non sentirsi coinvolti da loro.

Certo che vado a rivedere i suoi lavori, quando ho sottomano le sue creazioni. Il consiglio che do sempre ai giovani scrittori è di crearsi una solida base, quando maneggiano personaggi creati da altri, per farsi un’idea di cosa li abbia fatti diventare icone di cultura popolare. Si va a caccia di quel fattore sconosciuto che gli ideatori hanno messo in campo, per modernizzare senza mancare di rispetto.

 

Waid ha quindi parlato del suo stimatissimo ed indimenticato collega disegnatore, Mike Wieringo, che aveva un rispetto enorme per Kirby, pur distante nello stile. Ha ricordato Fantastic Four #511, numero che Waid ha scritto e in cui ha incluso Kirby stesso come uno dei personaggi della storia, dal potere immenso, di creatività e immaginazione.

 

Almeno la metà delle sue battute in quell’albo erano citazioni da Jack. Il modo in cui parlava e il suo linguaggio erano unici. Nella mia mente, Jack non era particolarmente verboso, ma incredibilmente efficace nella comunicazione. Piegava le parole come nessun altro autore di fumetti, eppure il loro significato era sempre chiaro, sempre potentemente dritto al punto.

Quando morirò e la mia vita mi passerà davanti agli occhi, il fatto di aver incorporato le prime pagine del pilot del suo Man Called Death in S.H.I.E.L.D. #9 sarà tra le parti migliori. C’era così tanta energia in quelle poche tavole, che scrivere per esse dei dialoghi mi ha letteralmente messo soggezione. Ma ora che l’ho fatto posso dire di aver lavorato con il Re, anche se in modo del tutto collaterale.

 

 

Fonte: Marvel